La fabbrica dei sogni, Sal da Vinci al Diana

La fabbrica dei sogni

“La fabbrica dei sogni” di Sal Da Vinci torna finalmente sul palco del Teatro Diana di Napoli dal 10 maggio al 21 maggio

La Recensione

Lo spettacolo, dallo stile dei grandi musical americani, dai primi di marzo in tour nei maggiori teatri italiani, è adesso in scena al Teatro Diana di Napoli  fino al 21 maggio.

Grandi soddisfazioni quest’anno per Sal Da Vinci che, dopo il grande successo di “Masaniello Revolution”, ripropone sul palcoscenico per la gioia dei suoi fedeli spettatori “La fabbrica dei sogni”, la sontuosa e romantica favola moderna di cui, oltre che protagonista, è autore e regista (con Ciro Villano).

Uno spettacolo di qualità, pensato per far sognare gli spettatori ad occhi aperti.

Tutto curato nei minimi dettagli da grandi e noti professionisti del settore che con il loro tocco elegante, raffinato hanno saputo ricreare in modo magistrale la magica atmosfera che si respira nelle favole, contribuendo in modo armonioso a suscitare nel pubblico fin dall’inizio dello spettacolo stupore e emozione: a partire dalla suggestiva scenografia di Roberto Crea agli effetti speciali creati dal disegno luci di Francesco Adinolfi, ai fantastici abiti di Amara Cavalcanti, dai melodiosi brani (tra cui “Siamo gocce di mare”, a cui ha collaborato Renato Zero), diretti e arrangiati dal maestro Adriano Pennino, alle funambolesche coreografie, curate da Marcello e Mommo Sacchetta.

Uno spettacolo vincente grazie anche ai talentuosi artisti che accompagnano Sal e la brava Fatima Trotta sul palco: Ciro Villano e Ettore Massa, con le loro spassose  gag, Daniela Cenciotti, Carlo Caracciolo, con la sua emozionante esibizione, Enzo Fischetti, Alfonsina Venosa, con la sua potente e soave voce, oltre all’ Ensemble, costituito da formidabili giovani performer (Marta Giampaolino, Salvatore Perugini, Fabio Alterio, Federica Di Meo, Maria Brancati, Elisa Motti, Fabrizio Bonanno, Giuseppe Troise).

La sinossi

In un vecchio manicomio abbandonato, vivono un cantautore, la sua folle psichiatra e un gruppo di artisti, reietti e strampalati. 

L’edificio è in procinto di essere demolito, ma il cantautore non vuole lasciarlo perché è il luogo dove ha iniziato a scrivere le sue canzoni e a sognare di poter cantare un giorno su un vero palcoscenico. 

Fortunatamente per il cantautore e i suoi compagni, un agente di polizia municipale, incaricato di sgomberare l’edificio, si fa coinvolgere dall’entusiasmo del folle sognatore e della psichiatra pazza e dal loro utopico progetto di trasformare quei fatiscenti ruderi in un vero teatro e mosso da compassione li aiuterà a realizzare finalmente il loro sogno: un grande spettacolo dal vivo con tutti gli “ospiti” dell’ex casa di cura psichiatrica.

La Fabbrica dei Sogni: un “non luogo”

“La Fabbrica dei Sogni” – spiega Sal Da Vinci – è un ‘non luogo’ che realmente esiste. È un posto magico dove si nascondono le persone che hanno paura del mondo; l’ultima roccaforte dei matti che vivono di sogni”. 

Uno spettacolo che continua a piacere e a riscuotere grande successo, perché oltre a farci divertire, con continui scambi di battute di spirito fra i personaggi, gioire con canti e balli appassionati, ci fa anche sognare, emozionare, ma soprattutto riflettere.

Spunti di riflessione

In una società omologante e conformista come la nostra basta davvero poco per definire “folle” chi non segue la massa e preferisce andare controcorrente per non soccombere. 

Cosa si intende oggi per normalità? Chi sono le persone “normali”? Siamo così sicuri che loro, i sognatori, siano i folli, solo perché sognano un mondo diverso in cui vivere? 

Sono queste le domande che vi porrete a fine spettacolo.

Se anche a voi piace credere nei sogni e siete ostinati nel realizzarli, proprio come i protagonisti di questa fantastica storia, la “Fabbrica dei sogni” è lo spettacolo che di sicuro fa per voi!

Consigliato a tutte le età.

Per info clicca qui

Fonte immagine: Teatro Diana (ph. Francesco Fiengo Studios)

A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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