L’ispettore generale di Gogol al Bellini di Napoli | Recensione

L'ispettore generale

L’ispettore generale di Gogol, grande successo e Bellini pieno per Rocco Papaleo

La stagione 24/25 del Teatro Bellini di Napoli prosegue accogliendo sul palco Rocco Papaleo, protagonista della commedia satirica nata dalla penna di Nikolaj Gogol, rappresentata la prima volta a Pietroburgo nell’aprile 1836.

La pièce, in scena dal 18 febbraio al 23 febbraio, è presentata in una versione ridotta a un solo tempo ed è coprodotta da Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di TorinoTeatro Nazionale TSV e Teatro Nazionale, con la regia di Leo Muscato.

L’ispettore generale, equivoci e malintesi

In una piccola cittadina russa sperduta e dal nome non precisato sta per arrivare un ispettore generale direttamente da Pietroburgo, per verificare l’operato dei funzionari. Tutti i burocrati locali, corrotti fino al midollo, sono in panico dopo aver appreso della notizia, preoccupati che possa rendersi conto di tutte le scorrettezze avvenute nel tempo. È il Podestà del villaggio a rassicurare i funzionari, intenzionato a nascondere tutti i loro vizi e le loro immoralità.

L’ispettore generale è una satira della società dell’epoca ed è una commedia essenzialmente basata sull’equivoco: i funzionari cittadini scambiano Chlestakov, un truffaldino viaggiatore di passaggio, per l’ispettore in arrivo e per ingraziarselo gli offrono laute mance e generosi aiuti.

Chlestakov approfitta della situazione e cerca di trarne tutti i vantaggi possibili, intascando sempre più denaro e arrivando a chiedere anche la mano della figlia del Podestà.

Scenografia, costumi e personaggi

I personaggi sono ridotti quasi a macchiette e tra di loro non si salva nessuno, ognuno presenta una moralità discutibile e per non avere la peggio sono disposti a tutto: si tratta di “un manipolo di improbabili traffichini di provincia”, citando il regista Leo Muscato.

Tra tutti il più ridicolo appare proprio il Podestà, definito da Chlestakov un “pollo vestito da tacchino”, sempre pronto ad arrotondare il suo stipendio statale, considerato “una miseria”, facendo leva sul potere che detiene.

I costumi realizzati da Margherita Baldoni e le scene ideate da Andrea Belli rimandano a una Russia gelida e glaciale e il suggestivo paesaggio di case innevate, insieme alle pellicce e ai cappotti indossati dai protagonisti, suggeriscono temperature molto rigide. Per evocare gli spazi differenti, esterni ed interni, è stata utilizzata una parete girevole.

Le evocative musiche originali sono di Andrea Chenna mentre le luci sono di Alessandro Verazzi.

Potere e corruzione nella Russia zarista

La pièce è ambientata in Russia nel 1836: lo zar Nicola I intendeva controllare il popolo con la pretesa di volerne rappresentare i bisogni, servendosi di un nuovo organo di stato chiamato Terza sezione della Cancelleria imperiale. Come esposto da Giovanna Cigliano, professoressa ordinaria di Storia contemporanea all’Università Federico II di Napoli, tale organo era stato concepito come strumento per arginare gli abusi della burocrazia corrotta.

La corruzione dilagava infatti tra i funzionari statali e nella commedia di Gogol si ironizza amaramente proprio sull’élite di Pietroburgo, ambientando però la vicenda in una cittadina senza nome, per aggirare gli ostacoli posti dalla censura.

Censura, potere e corruzione rappresentano tutt’oggi temi di grande rilievo, rendendo questo capolavoro della drammaturgia russa estremamente attuale, nonostante sia stato scritto quasi duecento anni fa.

Personaggi e interpreti

Podestà – interpretato da Rocco Papaleo

Chlestakov – interpretato da Daniele Marmi

Osip – interpretato da Giulio Baraldi

Moglie del Podestà – interpretato da Marta Dalla Via

Figlia del Podestà – interpretato da Letizia Bravi

Giudice – interpretato da Marco Gobetti

Sovrintendente opere pie – interpretato da Gennaro Di Biase

Dobčinskij – interpretato da Michele Schiano di Cola

Bobčinskij – interpretato da Michele Cipriani

Direttore Scolastico – interpretato da Marco Vergani

Ufficiale Postale – interpretato da Marco Brinzi

Medico, vedova, moglie del fabbro e cameriera della locanda – interpretate da Elena Aimone

Attendente e mercante – interpretati da Salvatore Cutrì

 

Fonte immagini: Ufficio stampa, ph Tommaso Le Pera

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A proposito di Francesca Arfè

Laureata in Lingue e Culture Comparate, attualmente studentessa magistrale di Lingue e Letterature Europee e Americane. Bilancia ascendente Acquario con la testa tra le nuvole e il naso tra i libri. Dispensa consigli di lettura agli indecisi sul suo profilo Instagram @chicchedilibri. Cofondatrice di #PagineDaYamato, gruppo di lettura su Telegram dedicato al Giappone in tutte le sue sfaccettature.

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