Macbeth-Cuore nero al Piccolo Bellini | Recensione

Macbeth - Cuore Nero

Macbeth-Cuore nero, regia di Gaetano Battista, va in scena al Piccolo Bellini dal 24 al 27 aprile. Lo spettacolo prende vita a partire da un intenso progetto laboratoriale e, soprattutto, umano del quale la messinscena complessa ma autentica ne è la diretta testimonianza. 

Macbeth-Cuore nero è sostenuto da Associazione Polluce APS, Cassa delle Ammende-Ministero della Giustizia, Assessorato Scuola – Politiche sociali – Politiche Giovanili DG Politiche Sociali e Socio Sanitarie della Regione Campania.

L’ Associazione Polluce APS nasce dall’incontro di educatori, musicisti, assistenti sociali, grafici e artisti uniti per un unico obiettivo: creare progetti che, servendosi dell’arte e della cultura, possano accompagnare tutte le fasce deboli della società verso una strada di inclusione e libertà.

Il regista racconta l’esperienza con queste parole: «Si tratta di un percorso laboratoriale dedicato ai mestieri del teatro che portiamo da tempo all’interno della Casa di Reclusione di Arienzo. Dieci detenuti insieme ad un Magistrato di Sorveglianza stanno seguendo questo percorso di formazione e messa in scena, partendo non solo dal testo del Macbeth ma anche e soprattutto partendo da loro stessi».

Gli attori in scena sono Franco Buonaiuto, Giovan Battista Di Costanzo, Nicola d’Angelo, Francesco Diana, Luigi Grassi, Alberto Grosso, Luca Minichiello, Marco Puglia, Pasquale Ruocco, Riccardo Sergio, i quali da neofiti compiono un lavoro egregio e ammirevole.

Macbeth-Cuore nero e gli spiriti impostori. Ogni profezia può assumere molteplici sensi, come ogni vita e i protagonisti di questo dramma ce lo dimostrano

La tragedia di Shakespeare, regia e adattamento di Gaetano Battista, inizia con un cuore nero svolazzante, enorme e tetro, senza alcun dubbio portatore di cattivi presagi.  La scenografia, a cura di Carmine Di Giulio è eccezionale, riesce a creare un’atmosfera cupa, avvolta dal desiderio di gloria e da un sentimento d’odio costante, un tempo sospeso a metà tra la dissimulazione e la realtà, la risolutezza e l’irresolutezza, il sonno e il sogno.

Gli attori in scena recitano e si costruiscono la scenografia, pezzo per pezzo, la smontano e la rimontano. Si nascondono dietro alti e scuri pannelli di legno e poi sbucano fuori, fieri e risoluti nei loro abiti regali per lasciarsi ammirare, per urlare il loro desiderio di possesso, di vendetta, vomitare tutto il veleno che hanno in corpo, ma anche mostrarci le loro colpe, i rimorsi, le fragilità, la solitudine, la reclusione – che sia in una prigione o in un castello non importa – e i deliri più assurdi che affollano le loro menti. 

Macbeth: tra l’amore e l’odio c’è di mezzo il cuore

Macbeth-Cuore nero sul palcoscenico del Piccolo Bellini si trasforma in una tragedia allucinatoria, nella quale appaiono figure con corpi bardati in bizzarre vesti, coperti di nero-morte, che si accasciano, si contorcono come mostriciattoli e poi si dissolvono

Ecco, però, che a pochi minuti dall’inizio, la storia comincia a prendere forma e sul palco appaiono il re Duncan, Macbeth e Banquo, il primo in abiti regali e con un’appariscente corona, i secondi in veste di valorosi combattenti. Anche gli abiti sono curati nei dettagli e riescono a completare il minuzioso processo di tessitura della finzione drammatica nella quale gli attori ci trasportano con tutti i sensi. 

Macbeth-Cuore nero: un sogno ad occhi aperti che si avvera

Questa piccola compagnia resistente è stata in grado di creare una realtà sospesa, in cui ombrelli guarniti di foglie ci consentono di immaginare gli alberi della foresta di Birnam, e le loro mani inzuppate in secchi di vernice rossa riescono mirabilmente a farci entrare nella testa di Macbeth che con sicumera e terrore afferra il suo pugnale, spinto dalla perfidia calcolatrice di Lady Macbeth  – interpretata in maniera bellissima e folle da un uomo.

Il teatro diventa luogo di sogno e di abbandono dove tutto può succedere. Macbeth-Cuore nero ha ucciso il sonno, «quel sonno innocente che nutre la vita», ci ha fatto sentire tutti colpevoli o almeno coinvolti.

Macbeth-Cuore nero è una grande impresa perché non tenta in maniera semplicistica di strumentalizzare i caratteri –  già di per sé peculiari ed estremamente teatrali per dono di natura – ma si cimenta nell’arduo compito di farli uscire da sé e mettergli una maschera, che appare distante anni luce eppure, chissà come, calza così bene.

Infine l’arte spalanca a questi uomini la porta di un mondo altro: quello dei re, dei sogni, delle ambizioni distrutte, del trono usurpato, del teatro che è una magia in cui magistrato e imputato possono condividere le stesse incertezze e aspirazioni, docili esitazioni alternate a meravigliosi momenti di ebbrezza.

Macbeth – Cuore nero
da Macbeth di William Shakespeare

disegno luci Gaetano Battista
assistente alla regia Roberto Capuozzo
scenografie Carmine Di Giulio
costumi Teresa Papa Orsola Iannone
sarto Mushi Jeannot Mulango
musiche Aniello De Sena
interventi musicali e fonica Carmine Minichiello

produzione Esecutiva Associazione Polluce APS, Premotion Events&Entertainment

fonte foto: ufficio stampa

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A proposito di Chiara Aloia

Chiara Aloia nasce a Formia nel 1999. Laureata in Lettere moderne presso l’Università Federico II di Napoli, è attualmente studentessa di Filologia moderna.

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