Dopo dieci anni, i Motus tornano alla Galleria Toledo con un loro spettacolo cult: MDLSX, andato in scena sabato 29 e domenica 30 novembre.
Un tavolo di legno sul fondo, un maxischermo, un cerchio, una consolle, una telecamera e un’attrice di spalle. È lei, Silvia Calderoni, protagonista unica di MDLSX, spettacolo che sfugge a qualsiasi definizione. Protagonista unica e meravigliosa di una storia, la sua, in cui si fondono evocazioni letterarie e brandelli autobiografici. Una storia che è molto più di una storia. Attraverso una continua contaminazione di linguaggi, musica, parole, filmati, movimenti ci troviamo catapultati in un territorio ibrido, in una potentissima esperienza sensoriale e politica che assume i connotati di una denuncia e, soprattutto, di un inno lisergico e solitario alla libertà del divenire, all’essere altro dai canoni del corpo.

C’era un ragazzo che come me…a rompere il silenzio in sala è l’immagine di Silvia, la vediamo cantare in un filmato in super 8. Inizia così la sua storia, quella di una bambina che scopre, presto, di non essere del tutto femmina, ma nemmeno del tutto maschio.
MDLSX, tra visioni e collisioni
Liberamente ispirato al romanzo Middlesex di Jeffrey Eugenides, MDLSX si presenta come una sorta di DJ set performativo, attraverso il quale, tra citazioni letterarie, video domestici d’infanzia e una successione interessantissima di brani musicali pop-rock, emerge un magmatico flusso di coscienza, un processo di costruzione e di auto-rivelazione che scardina ogni binarismo uomo/donna, maschile/femminile, realtà/finizione. Uno spettacolo turbante, potente, necessario.
Ipnotizzante Silvia Calderoni, creatura tenera, feroce, che instancabilmente tenta, con tutta se stessa, di affermare se stessa. Sulla scena, illuminata da luci psichedeliche, ci sono pochi oggetti, estensioni del suo corpo sempre in movimento, cangiante, magnetico, tutt’uno con la musica che la costringe al continuo mutamento, spalancando abissi emotivi. Un corpo che, in preda allo smarrimento e alla confusione, danza, si dimena, si spoglia, si riveste, mostrando una grazia e bellezza femminile abitata da un’energia muscolare maschile e che attraversa la sua metamorfosi come un atto politico di autodeterminazione.
Tra confessione, trasformazione e liberazione
In MDLSX la ricerca dell’identità diventa un processo fluido e non normativo che sfugge alle rigide categorie imposte dalla società, un processo doloroso che rivendica il diritto alla trasformazione, alla bellezza dell’ambiguità, alla possibilità di essere altro.
La trama non è lineare, ma un fiume in piena straripante in più direzioni, parole e gesti che si richiamano a vicenda, aprendo continui spazi di interpretazione e squarci di libertà in cui l’incessante vibrazione tra maschile e femminile, finzione e realtà, intimità e rappresentazione, mette in discussione i confini della normalità e invita a ripensare al mondo attraverso una lente più fluida, più umana.
– Ma non sarebbe stato più semplice se fossi rimasta com’eri?
– Papà, sono sempre stata così.
La protagonista ricorda che siamo tutti fatti di tante parti. Con il suo corpo, amplificatore di conflitti interiori e veicolo di affermazione radicale, invita lo spettatore a danzare nell’indefinito e a noi, illuminati da una luce rosa, non resta che muoverci insieme a lei.
MDLSX
con Silvia Calderoni
regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
drammaturgia Daniela Nicolò e Silvia Calderoni
suoni Enrico Casagrande
in collaborazione con Paolo Panella e Damiano Bagli
luce e video Alessio Spirli e Simone Palma
produzione Francesca Raimondi
logistica Shaila Chenet e Alessandro Patrini
comunicazione Dea Vodopi
promozione Ilaria Depari e Beatrice Ottaviani
distribuzione estera Lisa Gilardino
produzione Motus 2015
in collaborazione con La Villette – Résidence d’artistes 2015 Parigi,
Create to Connect (EU project) Bunker/ Mladi Levi Festival
Lubiana, Santarcangelo 2015 Festival Internazionale del Teatro in
Piazza, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino,
AMAT Marche
con il sostegno di MiC, Regione Emilia Romagna
Durata: 80 minuti
Fonte immagine in evidenza: Archivio personale

