Movimento Comico, scuola di teatro a Roma | Intervista

Movimento Comico

Nel cuore del quartiere San Giovanni di Roma, presso il TeatroLoSpazio, sorge la scuola di teatro comico Movimento Comico, fondata nel maggio del 2011 ad opera di Fabio Cicchiello e Anna Rizzi.

Diffondere l’immagine e la cultura del comico in tutte le sue forme ed espressioni. Questo è l’obiettivo principale della scuola di teatro comico Movimento Comico. E come raggiungere questo scopo se non attraverso il sorriso? La risata, infatti, è da sempre vista come una medicina universale, un antidoto che combatte la sofferenza e la noia e che non ha scadenza, “perché le cose nate con un sorriso rimangono per sempre”.

I corsi di Movimento Comico

L’Associazione Movimento Comico vanta la creazione di corsi di teatro comico non solo per adulti, ma anche per bambini e ragazzi (dai 7 anni in su), diretti dai docenti Fabio Cicchiello, Anna Rizzi, Olimpia Adriani e Francesco Spaziani. Corsi dove gli allievi si focalizzano sulla ricerca della parte di comicità presente in ognuno di noi. Qui c’è un’attenzione particolare alla semplicità, che permette di vivere il palco come luogo dove poter mettere in scena la propria essenza più nascosta senza stereotipi comici e maschere. Ma importante è anche il rispetto di tutte le caratteristiche individuali, da vedere come punti di forza e non come debolezze. E infatti, “non esiste comicità al di fuori di ciò che è propriamente umano”, diceva Henri Bergson nel suo “Il Riso”.

Elementi caratteristici della scuola sono anche i corsi di clown: qui, viene realizzato un viaggio affascinante e divertente alla scoperta della propria parte più sincera. Non si deve pensare, infatti, al peculiare naso rosso di questi personaggi come ad una maschera, ma come a qualcosa che permette di svelare i nostri lati più nascosti, liberi e leggeri.

Ogni corso si conclude annualmente con uno spettacolo, che consente di mettere in scena il lavoro di adulti e ragazzi, attraverso sketch comici e numeri teatrali costruiti o improvvisati. Spettacoli che quest’anno si terranno dal 2 al 13 giugno, presso il TeatroLoSpazio.

Intervista a Fabio Cicchiello

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Fabio Cicchiello, docente di teatro comico, clown e recitazione, ma anche presidente dell’Associazione Movimento Comico. Formatosi all’Accademia Internazionale di Teatro di Roma, è autore e interprete di spettacoli come “Si fa così”, “Rythm and Clown”, “Opinioni di un uomo comune” e molti altri.

Come descriverebbe Movimento Comico a chi ancora non lo conosce? Che cosa distingue la vostra scuola da altre realtà teatrali?

Movimento Comico si occupa unicamente del comico in tutte le sue forme, spaziando dal clown alla stand up, dalla commedia al teatro del racconto. Nello studio il nostro faro è l’autenticità. Gli allievi vengono accompagnati nella ricerca di una comicità unica, originale, legata alle singole caratteristiche fisiche e caratteriali dell’allievo.

La vostra associazione Movimento Comico nasce nel 2011. Cosa vi ha spinto, 14 anni fa, a focalizzarvi su questo progetto?

L’associazione nasce per dare una “casa” ai mille progetti che già nel 2011 sia io che Anna Rizzi avevamo, legati alla comicità. Il nome dell’associazione include la parola “Movimento” perché rappresentiamo una realtà che è in continuo mutamento. Ogni stagione sposiamo nuovi progetti come festival, rassegne teatrali, produzione di spettacoli tutti legati da un unico filo conduttore: la comicità

Il teatro comico viene spesso visto come “solo” divertimento. Quanto lavoro e tecnica ci sono dietro una risata?

C’è un grande lavoro sia tecnico che umano. La parte tecnica riguarda la comprensione dei meccanismi della comicità, dei tempi comici, del ritmo in levare della battuta. C’è poi un lavoro umano che fa riferimento alla ricerca dell’autenticità. Il comico, infatti, deve trovare un suo modo, una sua cifra espressiva autentica non ereditata ma conquistata. In qualche modo lo studio del comico è un viaggio all’indietro, alla ricerca della spontaneità che probabilmente tutti abbiamo sperimentato da bambini.

Qual è, secondo lei, l’ingrediente fondamentale per fare comicità oggi?

Credo che oggi più che mai il comico debba “vivere” tra la gente, osservare tutto, assorbire i continui cambiamenti di una società che va velocissima. In fondo, dal comico ci aspettiamo che ci dia un altro punto di vista sulla realtà. Un punto di vista possibilmente mai esplorato. È per questo che il comico ha bisogno di fare esperienza non solo sul palco ma anche nella vita. Per ridere dobbiamo assistere alla messa in scena del dramma, ma visto secondo un altro punto di vista. Uno sguardo unico quello del comico che trasforma disagi, amori tormentati e difficoltà in occasioni per ridere.

I vostri corsi sembrano molto legati al movimento fisico. Quanto conta il corpo nella costruzione della comicità?

Il corpo conta molto perché parla più della parola. Il linguaggio non verbale è molto potente e passa attraverso canali emotivi, poco razionali. Lo sanno bene i clown che fanno scarsissimo uso della parola comunicando solo con il corpo. In tutti i nostri corsi poi si fa movimento nella prima parte della lezione per cercare un contatto fisico con gli altri e con il proprio corpo. Liberarsi fisicamente vuol dire anche liberarsi emotivamente.

Che tipo di studenti si avvicinano a Movimento Comico? 

La platea dei nostri allievi è molto eterogenea. Lo studente tipo fa altri lavori nella vita e viene a scuola di teatro per dedicare del tempo a sé stesso, sganciandosi per qualche ora dai ritmi quotidiani per regalarsi delle ore di divertimento e risate. C’è poi una parte dei nostri allievi che tenta la strada professionale come clown o comico. In questi 14 anni si sono poi create grandi amicizie tra gli allievi che hanno favorito la nascita di compagnie teatrali.

In un’epoca dominata da social media e comicità “veloce”, come si inserisce il vostro approccio al teatro comico, basato sulla semplicità e il rispetto delle caratteristiche peculiari di ciascuno degli allievi?

È vero che la fruizione dei contenuti è sempre più veloce, ma veloce non vuol dire non autentico. La velocità è solo il modo, l’autenticità invece riguarda il contenuto. C’è anche da dire che chi va a vedere uno spettacolo a teatro probabilmente ha voglia di fare un’esperienza diversa rispetto a quella che ogni istante gli offrirebbe il proprio telefonino. Da questo punto di vista possiamo ormai con certezza dire che il teatro non morirà mai. È una forma d’arte che ha più di duemila anni e non può essere sostituita da intelligenze artificiali o piattaforme televisive perché offre agli spettatori un’esperienza fisica, unica e per sua definizione, irripetibile.

Un’ultima curiosità: quale consiglio darebbe a chi sogna di salire su un palco e far ridere, ma teme di non essere abbastanza bravo?

La paura di non riuscire, come tutte le paure, può diventare il carburante che ci fa muovere sul palco. Si potrebbe fare, per esempio, un pezzo comico sulla paura di non essere bravi, di non fa ridere. L’importante è che questa paura sia autentica, perché il comico deve conoscere profondamente ciò di cui parla. Il percorso che si fa nella nostra scuola è proprio quello di trasformare paure disagi in armi irresistibili di comicità.

Fonte immagini: sito web di Movimento Comico

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