Bergson: il tempo della scienza e della vita

Bergson: il tempo della scienza e il tempo della vita

I filosofi che si accostarono alla riflessione filosofica e che arrivarono a divergere con gli scientisti e con la fiducia della scienza, sono coloro che hanno inaugurato il Nuovo Paradigma; tra loro troviamo Henri Bergson.
Filosofo francese considerato Maitre a Pense, cioè Maestro di Pensiero, Bergson era un riferimento per tutti coloro che non credevano nel valore della scienza.

Differenza del tempo secondo Bergson

Secondo Bergson, il tempo si divide in “tempo della scienza” e “tempo della vita”; questo ci fa capire la distanza che c’è tra la scienza, che vuole misurare e calcolare, e la vita, un flusso continuo perenne che non si lascia ingabbiare.

Il tempo della scienza

Il tempo della scienza è misurabile, spazializzato, sempre uguale. Ad esempio, prendiamo un’ora e segmentiamola in tanti minuti calcolabili sulle lancette dell’orologio; questi minuti sono caratterizzati da 60 secondi, che sono un ripetersi continuo di questi minuti che possiamo calcolare sull’orologio.
Bergson paragona questo tempo ad una collana di perle, dove ogni perla è posizionata una accanto all’altra e alla fine darà vita alla collana intera ma di perle uguali. Il tempo della scienza è utile perché, se abbiamo un appuntamento, vi è la possibilità di vedere l’orologio e calcolare il tempo giusto. L’uomo ha bisogno di questa dimensione analitica per poter sopravvivere, ma non dobbiamo pensare che questo sia l’unico tempo.

Il tempo della vita

Il tempo della vita, per Bergson, è inteso come durata, un tempo che non si lascia ingabbiare negli attimi spazializzati ma è un continuo fluire, perciò durata. È paragonato a un gomitolo di lana, in cui ogni momento non è perso rispetto al momento precedente, ma lo va a riempire. Secondo Bergson, noi siamo come dei gomitoli di lana: più viviamo, più la nostra storia cresce e quindi il nostro gomitolo si ingrossa; ogni attimo passato non è morto ma resta dentro, all’interno della nostra memoria, a condizionare la nostra esistenza.

Quindi, il tempo della scienza è spazializzato. Bergson afferma che il tempo della scienza è un tempo reversibile e uguale perché possiamo riprodurlo continuamente.
Al contrario, il tempo della vita è caratterizzato dall’irreversibilità, coesistono il prima e il dopo, l’attimo di adesso è diverso dall’attimo precedente. Quando viviamo un momento, questo resterà nella nostra memoria ma diventerà vissuto in quel determinato frangente. Quindi, il tempo della vita assume una caratteristica che è quella della nostra emotività rispetto al vissuto. Bergson afferma che esiste una dimensione di tempo interiore, in cui noi calcoliamo il tempo in base alla nostra interiorità. Quando usiamo le espressioni come: “Il tempo è volato”, oppure: “Questo tempo non passa mai”, ci atteniamo al tempo della vita, perché sull’orologio le ore sono sempre le stesse, ma nella vita, in base all’aspettativa e alla carica emotiva, lo vediamo passare in maniera diversa.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

A proposito di Zazzaro Sabrina

Vedi tutti gli articoli di Zazzaro Sabrina

Commenta