Noccioline di Fausto Paravidino, al Teatro di Napoli | CTF

Noccioline di Fausto Paravidino, al Teatro di Napoli | CTF

Noccioline di Fausto Paravidino va in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli per il Campania Teatro Festival 2024 con gli allievi della Scuola del Teatro Nazionale di Napoli (triennio 2021-2024), guidati dal regista e maestro Renato Carpentieri.

Noccioline di Fausto Paravidino: un testo contemporaneo

Ebbene sì, Noccioline di Fausto Paravidino è un testo contemporaneo, attuale, dal ritmo fresco, con cui non è così tanto facile misurarsi per una buona riuscita scenica. Ma gli allievi del triennio 2021-2024 della Scuola del Teatro Nazionale di Napoli, ormai giunto quasi al termine, vi si confrontano guidati dal loro maestro e regista dello spettacolo Renato Carpentieri, dimostrando una scelta per certi versi ardita e comunque ben sostenuta. Pertanto, sul palco gli attori: Claudio Bellisario, Sabrina Bruno, Serena Cino, Nicola Conforto, Viviana Curcio, Arianna Iodice, Eleonora Limongi, Claudia Moroni, Alfredo Mundo, Davide Gennaro Niglio, Gaia Piatti, Matteo Sbandi e Sharon Spasiano. Una menzione va anche agli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli per la realizzazione delle scene.

Noccioline di Fausto Paravidino è stato scritto nel 2005 su commissione del Royal National Theatre di Londra, ispirato al contesto del G8 di Genova. Infatti, lo spettacolo si suddivide in due atti con ventitré paragrafi, ciascuno con un suo titolo proiettato e che metaforicamente ne riassume la simbologia e il senso, nei quali i personaggi vivono dinamiche relazionali di potere, sottomissione, omertà e violenza. In particolare, nella prima parte dello spettacolo quei personaggi sono adolescenti che occupano una casa abusivamente e che in gruppo sembrano divertirsi soltanto a mangiare, bere Coca-Cola ed a creare un certo scompiglio, non voluto dalla volontà quanto dall’indifferenza. Il tratto inquietante, infatti, è che ognuno di loro è noncurante del prossimo e la scena si struttura secondo questo costante sfociare nei confini dell’altro. Finché, nel secondo atto, quelli che sono gli scenari ipotetici e promettenti diventano realtà concreta: quegli stessi adolescenti diventano adulti, chi il violento e chi il sottomesso, secondo uno schema già individuabile.

La violenza come cursore di schemi irreversibili

Quelli disegnati da Noccioline di Fausto Paravidino sembrano essere degli schemi irreversibili, in cui già dal prima atto i personaggi rivelano determinate dinamiche che poi si manifestano nel secondo atto. Ciò che muove questi stessi schemi è effettivamente la violenza: una violenza subdola, strisciante, che si nasconde tanto nel forte che abusa del suo potere quanto nel più debole che viene sottomesso. Infine, c’è una risoluzione? No, appare tutto un gioco di “se”, se fosse andata in un modo o in un altro, di strade predestinate alla violenza, in cui ogni personaggio è dall’inizio rinchiuso nella propria individualità senza darsi la possibilità di evolvere.

Perciò, Noccioline di Fausto Paravidino, nel suo essere una drammaturgia basata su giochi sottili, ambigui e insinuanti, non è per niente un testo facile da cogliere nel suo spirito. Ma gli allievi del triennio vi riescono quasi, dando anche una certa impronta paradossale e scattante nel ritmo che restituisce quell’intento satirico, quella presa di posizione nei confronti di una realtà cruda. 

Fonte immagine di copertina: Ufficio Stampa

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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