Per il Campania Teatro Festival dal 26 Settembre al 2 Ottobre va in scena nella Reggia di Portici Sette arti di libertà.
Nello scenario inedito degli appartamenti reali della Reggia di Portici, 20 attori under 28 portano in scena i 7 spettacoli che compongono il progetto di Sette arti di libertà, uno per ognuna delle arti: architettura, cinema. danza, letteratura, musica, pittura e scultura.
Dal 26 Settembre al 2 Ottobre, dalle 16 alle 22, per l’edizione 2024 del Campania Teatro Festival, 20 talentuosissimi attori, diretti dalla regia esperta ed impeccabile di Claudio Di Palma, interpretano i testi di Fernando Arrabal, Alessandro Baricco, Truman Capote, Ruggero Cappuccio, Aldo Masullo, Fabio Pisano e Alexander Puskin.
A descriverci il progetto di Sette arti di libertà è lo stesso Claudio Di Palma, che oltre alla regia ha curato il laboratorio rivolto a venti giovani artisti che si è svolto dal 10 al 24 settembre 2024.
Se la parola libertà allude in senso letterario al concetto di piacere, le sette arti concorrono a strutturare una grammatica articolata e raffinata attraverso la quale il piacere cerca le sue forme. Le dinamiche controverse con le quali l’arte prova a riconoscersi e a manifestarsi saranno l’oggetto di studio delle prove-laboratorio. Sette testi, tra teatro e narrazione, proporranno alle attrici e agli attori parole che indagano e vivono il faticoso, a volte doloroso, piacere della creazione artistica
Sette arti di libertà è dunque un occhio sul mondo complesso e a volte torbido dell’arte, uno spaccato della realtà a cui appartengono gli artisti e da cui prendono vita le opere d’arte. Pittori, scultori, drammaturghi ci aprono le porte del loro mondo, ci permettono di sbirciare, per la durata di qualche decina di minuti, nel loro vissuto fatto della bellezza dell’arte e della miseria delle cose umane.
Sette arti di libertà è la scoperta di testi densi e appassionanti, interpretati da giovanissime promesse del teatro, che prestano allo spettacolo e all’arte in generale il loro enorme, seppure acerbo, talento. Attraverso le voci degli interpreti riprendono vita grandi nomi che hanno fatto la storia delle arti.
E dunque ne Le ultime sette parole di Caravaggio di Ruggero Cappuccio, un Caravaggio estatico e inebriato muore di morte violenta, per mano di donne inferocite come Erinni, segnate dalla vita, abbrutite dalle piaghe che portano e dai traumi che scontano. Ne Il gelo di Eduardo si ripercorre, attraverso la voce di tre attori, quel poco che della vita di De Filippo è dato sapere: gli amori turbolenti, il rapporto con il potere, la genesi e la nascita del San Ferdinando, un teatro che nasce dalle macerie di un rudere e dall’occhio lungimirante dell’artista.
Uno sguardo privilegiato e inedito è quello che offre Sette arti di libertà: una visione dell’arte cruda, realistica, senza menzogne. Per una volta il gioco dei ruoli cambia, non è più un rapporto uno a uno spettatore- opera: per una volta dell’arte si contempla l’umano, le miserie e le fragilità che albergano nell’animo spesso torbido di chi l’arte la fa, di chi l’opera la partorisce.
Un progetto a cura di Claudio Di Palma
Collaborazione alla regia Manuel Di Martino
Con Claudio Bellisario, Serena Francesca Catapano, Francesca Cercola, Rosa Cerullo, Martin Cristofaro, Viviana Curcio, Vincenzo D’Ambrosio, Irene De Rosa, Antonio Di Criscito, Ludovica Franco, Eliseo Fusco, Barbara Lauletta, Gianluigi Montagnaro, Marco Napolitano, Sabrina Nastri, Domenico Palmiero, Federico Siano.
Foto: comunicato stampa CTF