Novecento di Baricco alla Galleria Toledo | Recensione

Novecento di Baricco

Dal 4 al 6 novembre, le tavole della Galleria Toledo di Napoli si sono trasformate nel Virginian: in scena, lo spettacolo Novecento di Baricco.

Sulla destra uno scrittoio di legno antico, al centro un telo con il mare e le sue infinite sfumature di blu. Sul fondo, la sagoma del Virginian. Le luci si spengono in sala e a rompere il silenzio è un rumore dei tasti, non quelli di un pianoforte, non ancora, ma quelli di una vecchia macchina da scrivere: inizia la storia di Novecento, di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento.

Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.

Novecento di Baricco, monologo scritto nel 1994, si traduce, sulla scena, in un viaggio musicale, raffinato e sperimentale di jazz recitato e recitazione jazzata. Alla bravura dell’unico attore presente sulla scena, Manuele Morgese, si accompagnano la tromba di Matteo Costanzi e il pianoforte di Walter Canto Monteleoni. Completa la magìa della pièce la sapiente arte di COSBRU che, ben sposa la voce narrante con un tratto delicato e poetico.

Riuscito il dialogo tra i diversi linguaggi artistici volto a riprodurre l’avvincente ed emozionante vicenda di T.D. Lemon Novecento. E così, tra un’onda e l’altra, ci si ritrova in sala a ridere, a piangere, a gustare buona musica, quella musica che quando non sai cos’è, allora è jazz, proprio come si fossimo dei passeggeri del VirginianE, soprattutto, ci si ritrova risucchiati dal fascino di Novecento, che decide di vivere tutta la sua vita a bordo di una nave, di quel perimetro che gli dà sicurezza, in compagnia del bianco e nero dei tasti del suo pianoforte.

Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere.

L’epilogo di Novecento di Baricco, che ha ispirato anche un celebre film di Giuseppe Tornatore, La leggenda del pianista sull’oceano, è ben noto a tutti, o quasi. Preferire il noto all’ignoto, il finito  all’infinito, la musica a tutto il resto, fino alla fine dei giorni, nonostante la fine dei giorni.

 Cristo, ma le vedevi le strade? Anche solo le strade. Ce n’è a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una, a scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. Tutto quel mondo, quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n’è. Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla?

dal 4 al 6 novembre 2024

Teatro Zeta
NOVECENTO
di Alessandro Baricco 

con Manuele Morgese
musiche dal vivo Matteo Costanzi alla tromba e Walter Canto Monteleoni al pianoforte.
disegni COSBRU
Tecnico audio luci Gianluca Del Biondo
Tecnico video Livia Ficara
Direttrice di palco Stella Iodice

Fonte immagine: Ufficio Stampa

A proposito di Rossella Capuano

Amante della lettura, scrittura e di tutto ciò che ha a che fare con le parole, è laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico. Insegna materie letterarie. Nel tempo libero si diletta assecondando le sue passioni: fotografia, musica, cinema, teatro, viaggio. Con la valigia sempre pronta, si definisce “un occhio attento” con cui osserva criticamente la realtà che la circonda.

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