Pasolini Napoli Decameron di Mirko Di Martino al TRAM

Pasolini Napoli Decameron al TRAM | Recensione

Si chiude la stagione teatrale del TRAM con un nuovo omaggio a Pier Paolo Pasolini, nell’anno in cui si sarebbe festeggiato il suo centesimo compleanno, con Pasolini Napoli Decameron di Mirko Di Martino, che resterà in scena dal 5 al 7 maggio e dal 12 al 15 maggio.

Il teatro TRAM ha dedicato una rassegna a Pasolini conclusa perfettamente con Pasolini Napoli Decameron che abilmente mescola tre differenti piani narrativi, alla scoperta e alla ri-scoperta del genio, del suo rapporto con Napoli e della sua versione del Decameron che, nel 1971, ha tanto fatto scalpore diventando – ancora una volta – oggetto di critica e censura.

Che Pasolini fosse un autore controverso e provocatorio ne era consapevole egli stesso, motivo per cui diventa estremamente interessante vedere, nel disegno della pièce di Mirko Di Martino, come i quattro interpreti in scena (Nello Provenzano, Angela Bertamino, Miriam Della Corte e Domenico Tufano) prendano la voce dello stesso Pasolini raccontando, tra le altre, le idee di Pasolini legate al film, alla sessualità, a Napoli, all’abiura e al consumismo, ricordando alcune delle sue stesse dichiarazioni.

Napoli, per Pasolini, era una tribù anti-moderna per eccellenza, che conservava i tratti, a lui cari, della realtà popolare in contrapposizione al crescente consumismo che stava trasformando l’Italia intera. È durante un volo, racconta egli stesso, che realizza che ormai è tempo per lui di realizzare un film allegro, di allontanarsi dalla tragedia delle sue precedenti opere ed è così che sceglie il Decameron e si affida alle campagne ed ai vicoli di Napoli come unica ambientazione, nella ricerca dell’autenticità più pura, ritrovata nella scelta di uomini e donne del popolo come attori.

Vengono portate in scena quasi la totalità delle novelle del film, chiudendo il cerchio della traduzione: Pasolini che traduce in filmografia la letteratura e Mirko Di Martino che traduce in teatralità un’ opera cinematografica. Brillante è l’interpretazione degli attori, i quali con grande agilità passano dal dialetto del Decameron all’italiano antico e, insieme, saltano di personaggio in personaggio senza che il pubblico perda i fili della trama tripartita. Con pochissimi elementi come una corda ed un telo bianco, inoltre, richiamano scene e luoghi del Decameron con efficace e simbolica semplicità.

È inoltre visibilmente maniacale la cura con cui vengono riportati dialoghi, scene ed interviste, fino ad arrivare alla ripresa di alcuni dei suoni usati da Pasolini per il Decameron, ricreando una fotografia dell’affresco che Pasolini fa della cultura napoletana sia come personaggio che come autore. Così come importante è l’introspezione fatta sul personaggio stesso di Pasolini, il cui intento di scontrare il passato con il presente sembra essere attuale più che mai.

Pasolini Napoli Decameron porta in scena tutto questo nella sua struttura tripartita, che si vede riflessa nella scenografia semplice quanto fortemente evocativa ideata da Gilda Cerullo e realizzata dagli allievi dell’ Accademia di Belle Arti di Napoli. Uno spettacolo che, in ogni suo dettaglio, ben omaggia il genio del grande Pier Paolo Pasolini.

Immagine in evidenza: Teatro TRAM

A proposito di Chiara Leone

Zoomer classe '98, studentessa della scuola della vita, ma anche del corso magistrale in Lingue e Letterature Europee e Americane all'Orientale. Amante dell'America intera, interprete e traduttrice per vocazione. La curiosità come pane quotidiano insieme a serie tv, cibo, teatro, libri, musica, viaggi e sogni ad occhi aperti. Sempre pronta ad esprimermi e condividere, soprattutto se in lingue diverse.

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