Il Signor Puntila e il suo servo Matti, di Massimo Venturiello | Recensione

Il Signor Puntila e il suo servo Matti - di Massimo Venturiello | Recensione

Bertolt Brecht al Teatro Trianon Viviani

Dopo essere andato in scena al Campania Teatro Festival, arriva al Teatro Trianon Viviani di Napoli dal 27 al 29 ottobre Il Signor Puntila e il suo servo Matti, opera teatrale di Bertolt Brecht riadattata da Massimo Venturiello e interpretato dallo stesso con Biagio Musella, Marianita Carfora, Alessandra De Concilio, Stefano De Santis, Filippo Gessi, Franco Silvestri e Fabrizia Sorrentino. Le musiche sono di Paul Dessau ed elaborate da Mariano Bellopede.

Il Signor Puntila e il suo servo Matti: tra comicità e politica

Il Signor Puntila e il suo servo Matti costruisce e sviluppa la sua trama attraverso relazioni di gerarchia tra i personaggi, mettendoli in interdipendenza e subordinandoli reciprocamente: se il servo Matti dipende dal suo padrone chiaramente per l’evidente divario sociale, è altrettanto ovvio che senza la controparte del suo servo non avrebbe significato il potere del Signor Puntila. Non solo, perché senza il suo opposto, quasi come se quest’ultimo fungesse da coscienza, non avrebbe senso neanche il comportamento “schizofrenico” del Signor Puntila, burbero da sobrio e irriducibilmente umano da ubriaco. E sulla base di questi rapporti doppi, lo spettacolo viaggia sulle note comiche della farsa, inframmezzate da scenette musicate e cantate, nonché basate su doppi giochi ed equivoci.

Ma in c’è anche tanta serietà: la denuncia politica, l’inesorabile verità sociale, cruda e reale. Infatti, in questa tessitura di situazioni e rapporti umani non solo gerarchici ma anche ipocriti, lo spettacolo mette in evidenza l’enorme distanza che intercorre tra i personaggi. Una distanza che risalta all’occhio dal costante confronto tra il padrone e il servo, oppure nell’amore infattibile tra il servo Matti ed Eva, la figlia del Signor Puntila; ma anche in scene solo all’apparenza poste in secondo piano come, per esempio, la cameriera che cerca di spiegare a una giovane nobildonna come si cucina la parmigiana di melanzane, al netto di domande evidentemente “ridicole” e sbagliate di quest’ultima sulla preparazione del piatto: Ci vuole il prezzemolo? Si usano i pelati o la passata di pomodoro? E così via. Insomma, anche quelli che possono sembrare elementi secondari, in realtà tessono questa trama di denuncia contro la violenza capitalista, contro un sistema sociale e politico che pone differenze irriducibili.

Il Signor Puntila e il suo servo Matti, nella versione riadattata da Massimo Venturiello, non si pone tutto sommato in grande distanza dal classico brechtiano. Anzi, osa poco ma si fa specchio di un forte rispetto nei confronti di un’opera che già di per sé dice tanto, o meglio, tanto ancora ai giorni nostri. Ancora persistono differenze insormontabili, chi consuma pasti abbondanti e chi invece stenta a farlo. Ecco, lo spettacolo, tramite questo insieme di stili diversi che vanno dal serio al comico del teatro popolare, tocca proprio queste pulsazioni terrene e inevitabilmente quanto irrimediabilmente umane.

Ph. Salvatore Pastore 

 

A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

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