La sorella migliore: al Teatro Diana giustizia e morale | Recensione

La sorella migliore

Al Teatro Diana di Napoli è andato in scena La sorella migliore, lo spettacolo di Filippo Gili, diretto da Francesco Frangipane. Vanessa Scalera ha indossato i panni della protagonista, accompagnata sul palco da Daniela Marra, Giovanni Anzaldo e Michela Martini che insieme hanno dato vita a un dramma familiare che animerà il Teatro Diana fino a domenica 10 marzo.

La trama

Luca (interpretato da Giovanni Anzaldo) ha scontato ai domiciliari otto degli undici anni di pena inflitti per omicidio stradale. A tenergli compagnia è stata – ed è –  la sorella minore Sandra (alias Daniela Marra), che ha accantonato carriera e vita sentimentale spinta dal fraterno impulso della compassione, dal latino cum patior, patire insieme. Giulia (interpretata da Vanessa Scalera) è la “principe del foro”, avvocato – nonché sorella maggiore – di Luca che nel tempo presente fa riaprire il processo che vede coinvolto proprio quest’ultimo. Ne nasce un vortice di emozioni, al cui interno prende forma un dramma familiare capace di spaziare tra morale e giustizia, amore e odio. 

La sorella migliore: la recensione senza spoiler 

Dopo Ovvi destini, Filippo Gili ritrova Vanessa Scalera, riproponendo un connubio vincente in quello che ormai è il proprio cortile di casa: lo scavo profondo nelle relazioni familiari, alla ricerca dell’intimità umana. Il risultato è un viaggio carico di emozioni, in cui risulta evidente il talento del cast – campione fedele dell’invidiato e stimato movimento teatrale italiano. 

La sorella migliore mette in scena innanzitutto il dolore e i sensi di colpa di Luca, che una sera si è messo alla guida della sua auto finendo per investire e uccidere una donna. Come cambia la sua vita quando scopre che alla persona a cui ha reciso i fili dell’esistenza restavano da vivere tre mesi a causa di una grave malattia? Questa scoperta a quali leggi morali risponde? Quali corde dell’anima sollecita? 

Lo spettacolo solleva diversi interrogativi circa il rapporto tra vita e morte, tra ciò che è giusto secondo la propria morale e ciò che è semplice e conduce a una condizione di “normalità”, di quiete sociale. Ancora, emerge con forza lo scontro – sempre attuale – tra moralità diverse tra loro in cerca di supremazia. 

Interessante è poi il punto di vista insolito, poco esplorato, su cui Filippo Gili getta una luce e allarga il campo fino ad arrivare al focolaio domestico: la paura, la vergogna, il rimorso, la stigmatizzazione sociale a cui va incontro chi si macchia di un delitto. 

La sorella migliore si presenta come uno spazio di riflessione, un terreno fertile per il dubbio, in una dimensione così intima come la sensibilità morale.

 

Crediti immagine: comunicato stampa Teatro Diana

A proposito di Salvatore Toscano

Salvatore Toscano nasce ad Aversa nel 2001. Diplomatosi al Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “S. Cantone” intraprende gli studi presso la facoltà di scienze politiche, coltivando sempre la sua passione per la scrittura. All’amore per quest’ultima affianca quello per l’arte e la storia.

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