Talk Sciò, al Teatro Nuovo di Napoli | Recensione

Talk Sciò al Teatro Nuovo di Napoli |Recensione

Talk sciò al Teatro Nuovo per il Campania Teatro Festival

Nella sezione Progetti Speciali del Campania Teatro Festival, va in scena al Teatro Nuovo di Napoli Talk Sciò, uno spettacolo di Ettore De Lorenzo e Marco Alifuoco suddiviso in due quadri. Il primo, parodiando lo svolgimento di un vero e proprio talk show – come suggerisce il titolo -, vede sulla scena gli attori della compagnia Coffee Brecht, mentre il secondo, più serio, come se fosse un convegno, accoglie sul palcoscenico gli ospiti Marco Delmastro, Francesco Di Donato, Paolo Iorio e Guido Trombetti. A congiungere i due atti, creando tra di essi una linea di continuità, è Massimo Andrei nei panni del filosofo illuminista Gaetano Filangieri, resuscitato per riportare un po’ di ragione nel caos moderno.

Si possono riavere le idee illuministe al giorno d’oggi?

Da questo interrogativo inizia a muovere i propri passi il Talk Sciò. Il mondo che si apre agli occhi degli spettatori – e che in fin dei conti è quello che viviamo ogni giorno – è un mondo in cui vige la disinformazione. Come dimostra la compagnia Coffee Brecht nel primo atto, eseguendo con il suo spirito comico una vera e propria parodia di un normale talk show, oggi ci si parla l’uno sull’altro, non si ascolta il prossimo e né, soprattutto, la realtà dei fatti. Anzi, ad essere cliccati sono gli articoli acchiappa like e tutte quelle notizie costruite a tavolino per fare audience: non si rende come obbiettivo primario l’informazione, ma quest’ultima è un’arma manipolata a favore del proprio potere. Ne va da sé un paese che versa in una condizione sociale, politica e culturale davvero complessa e che per questo ha bisogno di essere risanato con una certa razionalità.

A questo punto, entra in gioco Gaetano Filangieri e cambia scenario. Talk Sciò non è più parodia dirompente ma un momento di riflessione seriamente importante. Sulla scena è eliminato ciò che è disordine e viene ripristinato l’ordine dei lumi. È possibile inserire nel contesto odierno le idee riguardo all’illuminismo del Settecento? O meglio, è possibile riappropriarsi per – differentemente da quel secolo – concretizzare l’utilizzo della ragione in un paese che pare ne abbia un’enorme necessità? È proprio su questi interrogativi che gli ospiti prima citati insieme all’esempio presente di Filangieri, interpretato da Massimo Andrei, discutono durante il Talk Sciò.

L’informazione è potere, così Paolo Iorio sintetizza il succo di questo incontro. Non potrebbe esserci niente di più vero: l’informazione è il veicolo della conoscenza della realtà e, quindi, anche della cultura, elemento imprescindibile per l’umanità tutta. Perciò, l’informazione è anche un’arma a doppio taglio, che se è usata bene può dare efficacemente i suoi frutti, ma se finisce nelle mani sbagliate crea delle ferite profonde. È chiaro, in una generazione massificata – dall’imperante globalizzazione ai mass media ormai indispensabili – purtroppo il conformismo è tutto e l’ignoranza funge da comoda poltrona per i poteri forti. Dietro a questa prospettiva del reale, non vuole esserci una critica alla globalizzazione bensì all’omogeneità eccessiva e conveniente, perché è quella che elimina definitivamente lo sviluppo negli individui di un pensiero critico. Manca l’oggettività e si fa sempre più leva sugli istinti e sulle paure del popolo, soprattutto se si pensa a quanto gli ultimi anni abbiano provato gli animi. Ecco che, allora, si dimostra fondamentale e quanto mai urgente oggi la necessità dell’istruzione, che possa consegnare il seme della ragione, affinché ognuno lasci spazio dentro di sé al seme dell’intelligenza per farla germogliar, da intendersi come sguardo ragionevole sulla realtà al di fuori del proprio e conseguente spirito riflessivo, che sia critico ed oggettivo. Un argomento su cui ci sarebbe tanto da pensare e da parlare!  

Fonte immagine di copertina: Applausi Milano

A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

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