Usine Baug al Premio Scenario 2021: Topi | Recensione

Usine Baug

Le prime rappresentazioni di Generazione Scenario 2021: Topi di Usine Baug.

Topi di Usine Baug (Bresso, Mi) è uno dei primi spettacoli vincitori del Premio Scenario 2021, un progetto ospitato dal Teatro Nuovo di Napoli e promosso e organizzato da Associazione Scenario con Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini e con il sostegno di MiC. Generazione Scenario 2021 è una rassegna promossa da 36 teatri, centri e compagnie distribuiti sul territorio nazionale che dal 1987 ad oggi accoglie la creatività di giovani artisti al di sotto dei 35 anni, esplorando idee dai linguaggi innovativi non ancora formulati come spettacoli e promuovendo e stimolando un teatro di ricerca e di osservazione del nuovo.

Topi: il nuovo testo di Usine Baug

Il nuovo spettacolo, la cui regia e drammaturgia è affidata al gruppo Usine Baug, si intitola Topi: vincitore del Premio Scenario Periferie 2021 ed interpretato da Ermanno Pingitore, Stefano Rocco e Claudia Russo, sostituita a causa del COVID-19 da Claudia Veronesi, e andato in scena al Teatro Nuovo di Napoli il 17 ed il 18 marzo.

A vent’anni di distanza, Topi riapre una delle ferite più gravi della recente storia italiana, raccontando il catastrofico G8 di Genova. Con una molteplicità di prospettive diverse, la messinscena del collettivo Usine Baug scalfisce l’immaginario che oggi si ha di quei giorni non poi così lontani, restituendone la complessità nonché la violenza: per chi c’era è un ricordo amaro ma anche di forza di rivalsa, mentre per chi non c’era Topi diventa un’occasione per rimettere al posto giusto i frammenti confusi tramandati. Attraverso uno studio profondo ed una lunga ricerca sia storica che documentaristica, Usine Baug scandaglia interviste, archivi storici e centinaia di racconti letti o ascoltati per restituire la testimonianza di una piaga dolorosa e coniugando l’aderenza storica con l’invenzione scenica fa riesplodere la tragicità di quell’evento in tutta la sua potenza narrativa e collettiva.

In questo continuo spostarsi tra reale e fittizio, gli spettatori sono coinvolti in un gioco teatrale che si verifica su due piani: fuori, dove si sentono le proteste e le sofferenze della gente, e dentro, all’interno di una casa borghese dove un uomo sta preparando una cena importante e nel mentre è invischiato in una guerra estenuante contro dei topi che si sono insidiati negli angoli più nascosti. E davanti ad una tale vicenda umana, prorompe concisa e senza troppe metafore l’accusa di ipocrisia di quanti hanno voltato le spalle a quelle indicibili sofferenze, magari contribuendo anche ad insabbiarle o confonderle. Risulta chiaro, infine, che quei topi, ai quali un uomo qualunque e comune a tanti da la caccia, quei topi che con la loro vita e la loro fame portano ciò che viene percepito come un disturbo da un’altra vita apparentemente tranquilla, siamo noi: proprio all’inizio, una voce dichiara con ironia che i topi sono esseri di suprema intelligenza, così simili all’uomo.  

Fonte immagine di copertina: Facebook, Usine Baug

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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