QUARTIERI DI VITA. Life infected with Social Theatre!

QUARTIERI DI VITA. Life infected with Social Theatre!

QUARTIERI DI VITA, il Festival di formazione sociale

QUARTIERI DI VITA è il nuovo progetto di teatro sociale della Fondazione Campania dei Festival, con la direzione artistica di Ruggero Cappuccio. L’edizione 2021 si allarga a tutta l’Europa: durante nove giorni di formazione, alcune realtà teatrali – che operano in contesti difficili, soprattutto in periferia, con soggetti socialmente fragili – entrano in contatto con registi provenienti da Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Lituania e Spagna. Alla fine di questi workshop, i risultati sono diverse prove aperte al pubblico, in scena dal 15 al 17 dicembre, tre giornate intensive di spostamenti da Napoli in provincia.

Durante la giornata del 16 dicembre, gli incontri sono stati con: NEST – Napoli Est Teatro presso l’Istitut Français a Napoli, il Teatro Magnifico Visibaal a Benevento e la Scuola Civivca Alma D’Arte a Sant’Angelo a Cupolo.

Prova aperta NEST – Napoli Est Teatro

L’associazione culturale NEST – Napoli Est Teatro nasce nel 2009 a San Giovanni a Teduccio, periferia di Napoli, dove opera tuttora. Da una palestra caduta in disuso di una scuola nel quartiere, alcuni giovani attori professionisti ne hanno ricavato il teatro che è in funzione attualmente. Esso intreccia la sua attività teatrale con quella sociale, rivolgendosi in modo particolare ai giovani del territorio ai quali si cerca di offrire delle possibilità per lavorare nel mondo del teatro e del cinema o anche solo per indirizzare al meglio le loro scelte di vita in un contesto difficile, impoverito soprattutto dal punto di vista economico.

I ragazzi del NEST hanno lavorato con il regista napoletano Andrea Vellotti, uno dei fondatori del Napoli Est Teatro, in un workshop in cui sono stati assistiti dalla regista Jana Svobodová della Repubblica Ceca. Ella ha lavorato e lo fa tuttora a fianco a realtà che trovano difficoltà ad inserirsi socialmente e per lei il teatro è un’occasione per aiutarli a trovare una propria identità. Il tipo di teatro che propone è continuamente alla ricerca di sé stesso, in costante evoluzione ed è fatto di contatto, di mani che si sfiorano e corpi che dialogano, con il risultato di una messa in scena «grezza», che ha proprio nella sua sperimentalità il suo fascino. Gli attori, infatti, hanno messo in scena il frutto di esercizi in cui hanno imparato a mettere a nudo la loro emotività ed a relazionarsi gli uni con gli altri, senza seguire un copione predefinito, ma semplicemente sentendo le vibrazioni emanate dai compagni di scena. Il teatro, allora, diventa ascolto: «Ascoltare la luce è la stessa cosa che ascoltare una persona».

Prova aperta Magnifico Visbaal

Il Magnifico Visbaal Teatro nasce nel 2005 e ha la sua sede a Benevento, luogo in cui la compagnia è arrivata a costo di non pochi sforzi dopo una terribile alluvione nel 2015 che li ha costretti a trovare un nuovo posto. Considerato un presidio culturale attivo nel territorio sannita e, più in generale, in quello campano, il Magnifico Visbaal prende forma in spazi non convenzionali, realizzando progetti didattici e inseriti anch’essi nel sociale per affiancare realtà non così facilmente vicine al potere fare teatro.

La compagnia ha lavorato con i registi provenienti dal Belgio Axelle Verkempinck e Farbod Fathinejadfard, insieme a Peppe Fonzo che gestisce il teatro. La prova aperta nasce dal concetto di casa: gli attori interpretano quel sentimento di inadeguatezza nel non sentirsi veramente a casa in un determinato spazio e, nel mentre, costruiscono i loro abitacoli sicuri. Le loro case sono costruite con le loro mani, con le loro emozioni, parlano delle loro storie che hanno scelto di condividere. Il teatro di Magnifico Visbaal è itinerante e  ha in questo il suo punto di forza: abbraccia culture e lingue diverse, diventando uno spazio in cui, attraverso il gioco e le emozioni, potersi ritrovare.

Prova aperta Cooperativa Sociale Immaginaria

La Cooperativa Sociale Immaginaria nasce nel 2012 e opera a Sant’Angelo a Cupolo, in provincia di Benevento, ma agisce anche a livello europeo. Il suo obbiettivo è quello di «fornire animazione culturale e socio – educativa» per includere socialmente e per responsabilizzare gruppi vulnerabili come migranti, rifugiati e anche disabili.

La messa in scena è stata realizzata con Charlotte Pfeifer, dalla Germania, con il regista sannita Enzo Mirone. Entrambi hanno lavorato insieme a ragazzi disabili, che sono stati proprio loro i protagonisti della prova aperta. E non poteva esserci conclusione migliore della giornata: mai come qui il teatro si apre in tutto il suo immenso potere e diventa un luogo inclusivo in cui giocando si impara ad affacciarsi alla vita.

Quartieri di vita e l’idea di ampliare il dialogo artistico

«QUARTIERI DI VITA rafforza, quest’anno, la dinamica del dialogo con le eccezioni umane e artistiche, ricorrendo al teatro come alla forma di civiltà più alta e completa per occuparsi di ogni individuo come se fosse il mondo intero» – Ruggero Cappuccio, direttore artistico della Fondazione Campania dei Festival.

Con QUARTIERI DI VITA si ascoltano e si includono realtà difficili sia umane che ambientali. Il teatro diventa lo strumento in grado di accogliere spazi che altrimenti non avrebbero una voce abbastanza forte per farsi sentire. Sono state ascoltate storie di persone che operano in contesti difficili, spesso non per loro scelta, ed è stata data loro l’opportunità di esprimere la propria luce. QUARTIERI DI VITA è un progetto fatto da persone coraggiose, che portano avanti l’idea pura di un teatro che significa casa, che giocando educa al contatto con l’altro, all’ascolto e all’inclusività.   

Fonte immagine: QUARTIERI DI VITA 

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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