Qual è il manga più antico del mondo: le origini del fumetto

Qual è il manga più antico del mondo?

La tipologia del manga come espressione artistica del fumetto sta crescendo ogni anno in modo esponenziale, tanto che secondo gli ultimi sondaggi sono proprio i fumetti provenienti dal Sol Levante a trainare le vendite di volumi cartacei nelle librerie italiane. Molti non sanno però che le origini del manga sono estremamente antiche e oggetto ancora oggi di vivaci dibattiti fra gli esperti. Scopriamo insieme qual è allora il manga più antico del mondo.

Qual è il manga più antico del mondo: un viaggio alle origini

Il dibattito sul manga più antico

La concezione di manga che conosciamo oggi, quindi fumetti con dialoghi in balloons, risale alla fine del 1800 e fu influenzata dai prodotti europei e americani. Lo stesso termine “manga” fu usato per la prima volta con il suo significato moderno da Kitazawa Rakuten. Le sue origini, però, affondano molto più lontano nel tempo. Molti critici sostengono che i primi esempi di opera fumettistica di questo genere risalgano addirittura al XII secolo.

Candidato Perché è considerato il primo manga (e limiti)
Chōjū-jinbutsu-giga (XII sec.) Considerato il primo esempio di narrazione sequenziale con animali antropomorfi e umorismo. Limite: è un rotolo illustrato senza testo (emakimono)
Hokusai Manga (1814) È la prima opera a usare la parola “manga” nel titolo. Limite: è una raccolta di schizzi e non una storia continua con una trama definita

Gli emakimono del XII secolo: i primi candidati

Il manga più antico del mondo sarebbe più precisamente un emakimono, vale a dire un tipo di opera narrativa illustrata su un lungo rotolo, che vide il suo splendore nell’epoca Heian. I due candidati più papabili sono il Chōjū-jinbutsu-giga (Caricature di persone-animali) e il Shigisan Engi (La leggenda del Monte Shigi).

Il primo, composto da quattro rotoli, ritrae animali antropomorfi in scene di vita quotidiana ed è oggi conservato al tempio Kōzan-ji di Kyōto, come documentato anche dal Kyoto National Museum. Lo Shigisan Engi, invece, narra i miracoli del monaco Myōren. Secondo Takahata Isao, regista e co-fondatore dello Studio Ghibli, non ci sarebbe però alcun legame di discendenza diretto fra gli emakimono e i manga moderni.

Chōjū-jinbutsu-giga, esempio di manga antico

Chōjū-jinbutsu-giga, fonte: Wikipedia

Katsushika Hokusai e la nascita del termine moderno

Colui a cui dobbiamo una vastissima collezione di illustrazioni e fu il primo a chiamarle manga è il famosissimo autore di ukiyo-e Katsushika Hokusai. Sebbene non vi sia un costante filo narrativo a legare i disegni, si possono notare alcune tavole presenti nei quindici volumi di sketch che comunicano come in una storia. I soggetti di questa enorme raccolta, come visibile nelle collezioni del British Museum, vanno dai paesaggi alla flora e fauna, ma includono anche rappresentazioni del folklore giapponese.

I numerosi antenati dei manga

Secondo lo scrittore e traduttore Frederik Schodt, la tecnica ukiyo-e e le opere shunga (illustrazioni a sfondo erotico) avrebbero un collegamento estetico con i manga moderni. Schodt, inoltre, identifica un ulteriore predecessore nel meraviglioso kamishibai, una forma di teatro itinerante in cui i narratori utilizzavano gli emakimono per veicolare storie e insegnamenti morali alla popolazione analfabeta.

Narratore di kamishibai, forma di teatro pre-manga

Narratore di kamishibai, fonte: Wikipedia

Immagine di copertina: Wikipedia

Articolo aggiornato il: 09/09/2025

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A proposito di Sara Napolitano

Ciao! Sono Sara, studentessa iscritta al terzo anno del corso di laurea Lingue e Culture Comparate presso l'università "L'Orientale" di Napoli. Studio inglese e giapponese (strizzando un po' di più l'occhio all'estremo Est del mondo). Le mie passioni ruotano attorno ad anime, manga, libri, musica, sport, ma anche natura e animali! Da sempre un'irriducibile curiosa.

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