Romeo e Giulietta, in versione 3.0 al Sannazaro

Romeo e Giulietta, una versione 3.0 al Sannazaro

Dal 13 al 15 gennaio al teatro Sannazaro ha debuttato lo spettacolo “Alla festa di Romeo e Giulietta, una versione 3.0 di un classico del teatro di tutti i tempi.

La recensione

Lo spettacolo “Alla festa di Romeo e Giulietta” di Benedetto Sicca e Emanuele D’Errico, tratto da una delle più famose tragedie di William Shakespeare, ha ricevuto molti apprezzamenti  soprattutto da parte del pubblico più giovane.

Nel cast sono presenti giovani e talentuosi attori ( Francesco Aricò, Clara Bocchino, Marialuisa Bosso, Emanuele D’Errico, Teresa Raiano, Dario Rea, Francesco Roccasecca) affiancati dai ragazzi del laboratorio di teatro di Putéca Celidònia, la collettiva di artisti, nata nel 2008 da ex allievi del Teatro Stabile di Napoli e di cui Emanuele D’Errico è uno dei cofondatori e referente artistico.

Alla Festa di Romeo e Giulietta” – dice l’autore e regista Benedetto Sicca – è uno spettacolo/festa che parla di come le emozioni possano diventare il motore dei nostri pensieri e delle nostre azioni che va in scena dopo tre anni dal suo concepimento per problemi legati alla pandemia.

Io sono profondamente grato a Puteca Celidonia per l’enorme profusione di energie artistiche e politiche donate a questo progetto, senza cui nulla avrebbe avuto senso. E altrettanto grato al Teatro Sannazaro che ha radici così tanto profonde nella Tradizione, di permettere a questo spettacolo – che rilegge un classico in chiave contemporanea – di nascere e crescere proprio al centro della platea dove fino a pochi giorni fa c’era il mitico Cafè Chantant. Il mio auspicio sarebbe che gli stessi spettatori del cafè venissero a partecipare a quest’altra festa. E che tutti, ma proprio tutti, possano ridere e piangere con questo grandioso testo.

La sinossi dell’opera

Il pubblico entra ad una festa in cui un gruppo di ragazzi, parlando fra di loro delle proprie vite, spiegano il perché si trovano lì in quel momento. Nel divenire dell’azione, i ragazzi mettono in scena i momenti salienti del testo di Romeo e Giulietta di Shakespeare, ma portano anche avanti il loro desiderio di celebrare, attraverso lo spettacolo/festa a cui il pubblico sta assistendo/partecipando, la perdita di un loro amato collega e amico che ha perso la vita prematuramente.

Ma che c’entra la festa con un funerale?

Ce lo  spiega il regista Benedetto SicaIl punto da cui il lavoro è partito è che all’interno del testo ogni festa sfocia in un funerale: la festa in cui i due innamorati si incontrano per la prima volta sfocia nel funerale di Mercuzio; la festa (mancata) delle nozze tra Giulietta e Paride sfocia nel funerale di Romeo e Giulietta… Partendo dall’assunto che ogni festa finisce con un funerale, abbiamo immaginato di fare una festa per il funerale di Romeo e Giulietta -.

La messa in scena in versione 3.0

Dopo aver affrontato un ciclo di residenze nell’ambito del “Cantiere Sartoria” del teatro Sannazaro sulla tragedia di William Shakespeare e aver sperimentato, in maniera molto libera, le diverse possibilità di mettere in scena questo grande classico, Benedetto Sicca e Emanuele D’Errico hanno optato per una rilettura in chiave moderna dell’opera.

Fin dall’inizio gli spettatori/invitati, entrati nel bel mezzo di una festa ambientata ai giorni nostri, vengono coinvolti emotivamente attraverso gli strumenti del teatro contemporaneo: l’azione si svolge con un dialogo intenso, schietto e aperto degli attori con il pubblico e mescolando, in un’alternanza di fiction e non-fiction, la trama della tragedia con l’ordito delle esperienze realmente vissute dalla compagnia. 

Fungono da efficiente supporto alla regia un mix ben miscelato di elementi:  l’accurato spazio scenico a pianta circolare allestito come una vera opera contemporanea site-specific (che posto al centro della platea del piccolo e accogliente teatro  rievoca in qualche modo il tipico teatro elisabettiano);  e ancora, il mood e l’atmosfera creata dalle luci, dai costumi dei personaggi e dalla musica elettronica suonata a palla dal dj/musicista presente in scena, che fanno venir voglia di ballare e di partecipare attivamente allo spettacolo. 

Viene così a compiersi quello che è lo scopo principale di un classico e di una sua rilettura in chiave moderna;  perché, ricorrendo a una frase del grande Italo Calvino, “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire”

E  se due grandi artisti quali Benedetto Sicca e Emanuele D’Errico, con una scelta decisamente coraggiosa e in un modo che può apparire dissacrante per gli appassionati della versione originale dell’opera,  sentono la necessità e la responsabilità di riproporre un classico del teatro con un linguaggio più vicino a noi contemporanei, per aiutarci a comprendere meglio  la complessa realtà che ci circonda, non ci resta che lodarli.

Spunti di riflessione 

Alla fine dello spettacolo diversi sono gli spunti di riflessione per gli spettatori/invitati;  in primis  l’idea che se esiste una felicità possibile, questa è rovinata dall’ incapacità stessa dell’individuo, che non sapendo riconoscere in tempo le proprie emozioni e gestirle in modo adeguato, è portato talvolta a compiere azioni scellerate, come accade proprio in questo caso ai personaggi di  “Alla festa di Romeo e Giulietta”, vittime di emozioni e di passioni violente che non riescono a controllare.

Lo spettacolo/festa è infatti  un dispositivo costruito ad hoc dal regista per parlare al pubblico di questo e di altri  temi, suggeriti dal testo stesso, ancora attualissimi in una società  individualista, consumista e fortemente competitiva come la nostra: l’edonismo, il nichilismo, l’odio gratuito verso chi è diverso da noi, il valore centrale dell’amicizia come fondante dell’individuo.

In che modo c’entra tutto questo con l’amore?

Questa è la domanda che a fine spettacolo viene posta agli invitati/spettatori. Può chiamarsi amore un sentimento che ci porta alla morte? che non ci rende liberi?

A ciascuno di voi, cari lettori, trovare la giusta risposta! 

 

Alla festa di Romeo e Giulietta

di D’Errico/Sicca/Shakespeare

regia Benedetto Sicca

con Francesco Aricò, Clara Bocchino, Marialuisa Bosso, Emanuele D’Errico, Teresa Raiano, Francesco Roccasecca, Dario Rea

scenografia Luigi Ferrigno

costumi Giuseppe Avallone

disegno luci Luigi della Monica

musiche e live set Tommy Grieco

assistente alla regia Sara Palmieri

assistente scenografa Rosita Vallefuoco

assistente costumista Mariacarmen Falanga

produzione Tradizione e Turismo – Putéca Celidònia

 Teatro Sannazaro via Chiaia 157 Napoli

Fonte immagini: Teatro Sannazaro

 

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A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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