Il mobbing è una piaga silenziosa che affligge molti ambienti di lavoro, minando il benessere psicofisico dei lavoratori e compromettendo la produttività delle aziende. Si tratta di una forma di violenza psicologica subdola e persistente, che si manifesta attraverso comportamenti ostili e persecutori, mirati a isolare, emarginare e, in ultima analisi, indurre la vittima a lasciare il lavoro. Questo fenomeno, purtroppo diffuso, necessita di essere compreso a fondo per poter essere efficacemente contrastato. Analizziamo in dettaglio le diverse sfaccettature del mobbing, rispondendo a domande fondamentali per la sua identificazione e gestione.
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Cos’è il mobbing e quali sono le sue caratteristiche
Il termine “mobbing” deriva dall’etologia, dove fu usato per descrivere il comportamento di alcuni animali che si coalizzano per allontanare un membro dal gruppo. In ambito lavorativo, il mobbing si configura come un terrore psicologico esercitato con azioni sistematiche e reiterate, volte a danneggiare la dignità e l’integrità psicofisica della vittima. Non si tratta di semplici conflitti, ma di una persecuzione intenzionale. Per essere considerato tale, deve presentare caratteristiche precise:
- Sistematicità e ripetitività: una serie di comportamenti ripetuti nel tempo.
- Intenzionalità: le azioni mirano a danneggiare la vittima, con l’obiettivo di isolarla o indurla alle dimissioni.
- Durata: si protrae per un periodo significativo, generalmente superiore ai sei mesi.
- Finalità persecutoria: l’obiettivo è emarginare la vittima dal contesto lavorativo.
Esempi concreti di comportamenti mobbizzanti
Per capire meglio, ecco una tabella che collega le tipologie di attacco a esempi pratici che possono verificarsi in ufficio.
Tipologia di azione mobbizzante | Esempio concreto sul posto di lavoro |
---|---|
Attacchi alla persona e alla reputazione | Criticare costantemente e immotivatamente il lavoro svolto, diffondere pettegolezzi o calunnie. |
Isolamento sistematico | Non rivolgere la parola al collega, escluderlo dalle pause caffè o dalle email di gruppo importanti. |
Demansionamento e sabotaggio | Assegnare compiti dequalificanti, inutili, o privare la persona degli strumenti necessari per lavorare. |
Minacce o violenza verbale | Usare toni intimidatori, fare minacce velate riguardo al futuro lavorativo della persona. |
Quali sono i vari tipi di mobbing
La distinzione più comune è quella basata sulla posizione gerarchica dei soggetti coinvolti:
- Mobbing verticale discendente (o bossing): la forma più frequente, esercitata da un superiore verso un dipendente.
- Mobbing verticale ascendente: esercitato da uno o più dipendenti nei confronti di un superiore.
- Mobbing orizzontale: si verifica tra colleghi dello stesso livello gerarchico.
Cos’è il mobbing bianco
Il mobbing bianco, o soft mobbing, è una forma subdola, difficile da individuare perché si manifesta con comportamenti apparentemente innocui, ma che mirano a isolare la vittima. Esempi sono: l’esclusione sistematica dalle informazioni, la mancata considerazione delle opinioni o l’assegnazione di compiti marginali.
Cos’è lo straining sul lavoro
Lo straining è una forma attenuata, caratterizzata da un singolo episodio negativo di particolare gravità, che genera uno stress forzato e può avere conseguenze psicologiche significative. A differenza del mobbing, non presenta la caratteristica della continuità e ripetitività nel tempo.
Quali sono i sintomi del mobbing
Il mobbing può causare una vasta gamma di sintomi psicofisici, definiti dall’INAIL come “stress lavoro-correlato”. Tra questi:
- Disturbi d’ansia e attacchi di panico.
- Depressione e sbalzi d’umore.
- Disturbi del sonno e insonnia.
- Difficoltà di concentrazione e memoria.
- Disturbi psicosomatici (mal di testa, dolori muscolari).
- Calo dell’autostima e senso di isolamento.
Il Ministero della Salute sottolinea l’importanza di riconoscere questi segnali per intervenire tempestivamente.
Come si fa a dimostrare il mobbing
Dimostrare il mobbing non è semplice, ma è fondamentale raccogliere prove concrete. Ecco alcuni elementi utili:
- Diari e appunti: annotare date, orari, luoghi e descrizione dettagliata degli episodi.
- Testimonianze di colleghi.
- Documenti: email, messaggi, memo, valutazioni negative immotivate.
- Certificati medici e perizie psicologiche che attestino il nesso tra il malessere e l’ambiente di lavoro.
Cosa si rischia per una denuncia per mobbing
Chi viene riconosciuto colpevole di mobbing può incorrere in diverse sanzioni: risarcimento del danno (biologico e morale), sanzioni disciplinari (fino al licenziamento) e, nei casi più gravi, condanne penali per reati come ingiuria, diffamazione o lesioni personali.
Conclusione: un fenomeno da non sottovalutare
Il mobbing è un fenomeno complesso e devastante. È fondamentale promuovere una cultura del rispetto negli ambienti di lavoro e fornire strumenti di supporto alle vittime. La consapevolezza e la prevenzione sono le armi più efficaci. Se pensi di essere vittima di mobbing, non esitare a cercare aiuto da professionisti specializzati e a denunciare la situazione. Il silenzio non è una soluzione.
Fonte immagine: Pixabay
Articolo aggiornato il: 07/09/2025
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