Haiku di Matsuo Basho: la poesia del periodo Edo

Haiku di Matsuo Basho: la poesia del periodo Edo

L’Haiku (o haikai no renga) nasce nel 17° secolo nel paese del Sol Levante, si contraddistingue dagli altri tipi di poesie come il Renga (poesia a catena con tematiche serie ed eleganti) per la sua comicità e l’uso di un linguaggio vicino al quotidiano. L’haiku di Matsuo Basho è il più famoso della letteratura giapponese.

L’Haiku di Matsuo Basho è composto da 3 versi con uno schema di 5/7/5 more. Per il suo essere di uso popolare e caratterizzata da toni leggeri, viene riconosciuta come forma d’arte a tutti gli effetti solo con Basho, che la renderà più seria..

Durante il periodo Edo in Giappone era presenti ben 2 scuole di Haikai no renga: 

  1. Scuola Teimon: è la scuola di tipo conservatrice, a metà tra i toni solenni delle altre poesie e la leggerezza che arriverà con l’Haiku di Matsuo Basho. A capo di questa scuola c’era Matsunaga Teitoku che nonostante volesse diventare famoso per il renga o per il waka, finirà per diventarlo con l’Haikai. Nella sua poesia sono presenti citazioni a classici letterari come l’Heike Monogatari:

    in song and warfare, both civil and martial arts, the frog excels”

    Leggendo l’inizio di questo componimento, potremmo pensare che l’autore stia parlando di un guerriero, ma alla fine scopriremo che si trattava di una rana.

  2. Scuola Danrin: il maggiore esponente di questa scuola fu Ihara Saikaku, celebre per la sua improvvisazione e per la sua capacità di produrre una gran quantità di Haiku (pare che ne sia riuscito a comporre 4000 in un giorno). In generale chi apparteneva a questa scuola era in contrapposizione al tradizionalismo della scuola Teimon: i suoi temi erano legati ad esperienze di vita quotidiana che venivano presentati con un lessico esuberante. 

Con l’Haiku di Matsuo Basho, questo genere poetico tornerà ad acquisire un’aura di eleganza e serietà. L’autore divenuto monaco, nei suoi Haiku descrive le avventure dei suo numerosi viaggi. Tra i concetti estetici introdotti da Basho troviamo il Fueki Ryuko (combinare elementi attuali con elementi dell’antichità), il Karumi (“leggerezza”, indica lo stile contraddistinto dalla semplicità), Fuga e Zoka (letteralmente arte e creazione naturale, con questi termini Basho legava la creazione artistica con i processi della natura). 

Tra gli Haiku di Matsuo Basho più famosi troviamo quelli dedicati alle quattro stagioni, primavera, estate, autunno ed inverno:

Nello stagno antico si tuffa una rana: eco dell’acqua.

Silenzio: penetra la roccia il canto delle cicale.

Un corvo si è poggiato sul ramo spoglio tramonto d’autunno.

Suono del remo che batte le onde: si gelano le viscere nella notte di lacrime.

Ormai malato, nel 1694 l’autore lasciò Tokyo per recarsi ad Osaka dove morì per un problema allo stomaco. 

Ammalatomi in viaggio, il mio sogno corre ancora qua e là nei campi spogli.” 

Questo fu l’ultimo Haiku di Matsuo Basho, scritto 4 giorni prima della sua morte.

 

Immagine in evidenza: Wikipedia

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