Suicidio nel K-pop, perché è così frequente per gli idols?

suicidio nel k-pop

La Corea del Sud è da anni ai vertici delle classifiche dei paesi sviluppati con il più alto tasso di suicidi, secondo i dati dell’OCSE. Questa tragica realtà si riflette in modo amplificato nell’industria dell’intrattenimento, dove il fenomeno del suicidio nel K-POP è diventato un problema allarmante. Affronteremo questo tema esaminando la pressione a cui sono sottoposti gli idol, le cause sistemiche e le storie dei giovani artisti che l’industria ha perso nel corso degli anni.

Cosa comporta essere un idol?

Gli idol sono le pop-star coreane, artisti dal talento smisurato che hanno portato il K-pop a essere un fenomeno globale. Diventano le stelle della musica coreana, ma la loro vita è estremamente difficile. Non sono padroni di se stessi: nel momento in cui firmano il contratto con un’agenzia, la loro esistenza viene quasi interamente controllata. La strada per il successo è lunga e complessa, partendo dalla durissima preparazione come “trainee” fino al debutto. Questo percorso impone sacrifici fisici e soprattutto mentali che possono causare disturbi gravi come ansia e depressione.

Fattori di pressione e conseguenze psicologiche

La vita di un idol è un circolo vizioso di successo e sofferenza. Questa tabella riassume le principali fonti di stress.

Fattore di fressione Conseguenza psicologica
Sistema dei Trainee Competizione estrema, isolamento sociale, sviluppo di ansia da prestazione.
Cyberbullismo e Haters Depressione, attacchi di panico, dismorfofobia, ideazione suicidaria.
Standard Estetici e Diete Disturbi alimentari (anoressia, bulimia), bassa autostima, esaurimento fisico.
Mancanza di Privacy Burnout, paranoia, incapacità di mantenere relazioni personali sane.

Le cause principali della crisi psicologica

Il malessere degli idol deriva da un sistema tossico. I fan possono essere un supporto, ma gli haters sono spesso la causa principale del disagio, alimentando un circolo vizioso fatto di spettacolo e odio. Le pressioni includono diete estenuanti, razzismo, bullismo e orari di lavoro disumani. In una società che valorizza il collettivo, l’individuo spesso soccombe. Le principali cause sistemiche sono:

Cyberbullismo costante

Gli idol sono esposti a un flusso incessante di commenti online. Gli haters non si limitano a criticare, ma spesso organizzano campagne d’odio mirate, diffondendo notizie false e minacce. Questo attacco costante, 24 ore su 24, erode la salute mentale anche delle persone più forti.

Lo stigma sulla salute mentale

Nella società sudcoreana, ammettere di soffrire di disturbi mentali è ancora un grande tabù. Viene visto come un segno di debolezza, incompatibile con l’immagine di perfezione che un idol deve proiettare. Questo impedisce a molti artisti di cercare l’aiuto professionale di cui avrebbero disperatamente bisogno.

Alcuni casi di suicidio che hanno scosso l’industria K-POP

Negli anni, diverse giovani stelle si sono tolte la vita, evidenziando le crepe del sistema.

  • Kim Jonghyun (SHINee): Nel 2017, il cantante 27enne si è tolto la vita per avvelenamento da monossido di carbonio. Nella sua lettera d’addio, lasciata a un’amica, ha descritto una depressione divorante che la sua fama non poteva curare, scrivendo: “Sono rotto dentro”.
  • Sulli (f(x)): Nell’ottobre 2019, la cantante e attrice di 25 anni, nota per le sue posizioni non convenzionali e femministe, è stata trovata morta. Era stata a lungo vittima di un feroce cyberbullismo per le sue scelte di vita.
  • Goo Hara (Kara): Appena un mese dopo la morte della sua cara amica Sulli, nel novembre 2019, anche Goo Hara, 28 anni, si è tolta la vita. Era vittima di ricatti e abusi da parte di un ex fidanzato e perseguitata online.
  • Cha In-ha (SURPRISE U): Nel dicembre 2019, l’attore e cantante 27enne è stato trovato morto, aggiungendosi alla tragica scia di suicidi di quell’anno.
  • Moonbin (Astro): Una delle morti più recenti. Il cantante è stato trovato morto a Seoul il 19 aprile 2023, a soli 25 anni. Sebbene la causa ufficiale non sia stata confermata, le autorità hanno ipotizzato il suicidio, riaccendendo il dibattito sulla salute mentale degli idol.

Altre informazioni sul mondo del K-POP

Com’è la vita di un trainee?

La vita di un “trainee” (apprendista) è estenuante. Inizia in giovanissima età e consiste in anni di allenamenti intensivi di canto, ballo e lingue, spesso per più di 12 ore al giorno. I trainee vivono in dormitori controllati dalle agenzie, con contatti limitati con le famiglie, diete ferree e una competizione spietata con gli altri apprendisti per avere una possibilità di debuttare.

Cosa sono i “contratti capestro” (slave contracts)?

Sono contratti a lungo termine (spesso 7-15 anni) che legano un idol a un’agenzia. Questi contratti prevedono che l’artista ripaghi all’agenzia tutte le spese sostenute durante il periodo di training (lezioni, vitto, alloggio). Questo significa che, anche dopo il debutto, per anni un idol può non guadagnare quasi nulla, rimanendo indebitato e senza la libertà di lasciare l’agenzia.

Tutto questo porta alcuni artisti coreani a compiere l’insano gesto di suicidarsi, per mettere fine alla loro sofferenza nel modo più atroce che esista.

Fonte immagine: Wikimedia Commons

Articolo aggiornato il: 03/09/2025

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