I villaggi Potëmkin sarebbero stati dei villaggi fittizi, fatti costruire dal principe russo Grigorij Aleksandrovič Potëmkin per impressionare l’imperatrice Caterina II la Grande durante il suo viaggio in Crimea del 1787. Da allora, l’espressione viene usata per definire l’atto di convincere qualcuno di un presunto benessere che nasconde una realtà ben diversa. Potremmo sostituire l’espressione villaggi Potëmkin con le parole farsa o messa in scena.
Indice dei contenuti
Dalla leggenda al significato moderno
Contesto | Significato dell’espressione |
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La leggenda storica | La costruzione di facciate di villaggi prosperi per ingannare l’imperatrice Caterina II sulla reale condizione della Crimea. |
Il significato moderno | Qualsiasi iniziativa (fisica o concettuale) usata per creare una falsa apparenza di benessere e nascondere una situazione negativa. |
La leggenda storica e le sue origini
Non sapremo mai con certezza se la storia sia vera. La convinzione che i villaggi Potëmkin fossero esistiti viene dallo schizzo biografico Potëmkin-Tavriceskij, scritto dal diplomatico sassone Georg Helbig. Il tedesco scrisse che, per meravigliare la zarina Caterina II la Grande, Grigorij Potëmkin avrebbe fatto costruire lungo il fiume Dnepr villaggi di cartapesta con attori che fingevano una vita felice. Helbig accusa Potëmkin anche di aver sottratto denaro destinato alla nuova provincia sudoccidentale, conquistata all’Impero Ottomano.
«A una certa distanza dalla costa si potevano vedere i villaggi, ma le case e i campanili erano dipinti su tavole come una scenografia. I villaggi vicini alla strada erano costruiti frettolosamente e sembravano abitati; ma quei presunti abitanti erano stati portati con la forza a quindici o addirittura ottanta verste di distanza.»
La vicenda è ritenuta da molti storici moderni solo una leggenda, poiché se ne parla quasi esclusivamente nell’opera del diplomatico sassone, un noto oppositore di Potëmkin. La sua eredità però arriva fino ad oggi, perché il successo dell’opera in Europa ha portato la gente a credere che il fatto fosse realmente accaduto, tanto che nelle principali lingue europee è in uso ancora oggi l’espressione villaggi Potëmkin.
I villaggi Potëmkin oggi: esempi moderni
L’idea della farsa e della messa in scena non è un concetto astratto. Un esempio emblematico è quello di Enniskillen in Irlanda del Nord. Nel 2013, in preparazione del vertice G8, la città è stata “abbellita” con fotografie e adesivi per coprire negozi chiusi e abbandonati, creando di fatto un villaggio Potëmkin per mostrare un’immagine di florida economia.
Un altro interessante esempio si trova in Corea del Nord. Kijong-dong è un paese situato nella parte nord della zona demilitarizzata. Conosciuto come Peace Village (“Villaggio della Pace”), è spesso citato come un paese di propaganda. Come documentato da numerosi reportage internazionali, il villaggio è caratterizzato da edifici moderni e colorati su cui svetta un’enorme bandiera nordcoreana. Tuttavia, un’analisi più attenta rivela che i palazzi sono gusci vuoti, senza finestre vere o arredi, e le luci si accendono e spengono a orari prestabiliti per simulare un’attività inesistente.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 12/09/2025