La mamma è la prima figura che gli occhi di un essere umano appena nato incontrano. Che sia una severa autorità o una saggia guida, questa figura ha ispirato poeti di ogni tempo. Le poesie per la mamma, che anche noi abbiamo scritto alle elementari, si possono considerare un vero e proprio sottogenere poetico. Abbiamo selezionato cinque tra le tante poesie dedicate a questa figura, scritte da autori celebri e meno noti.
Indice dei contenuti
Supplica a mia madre – Pier Paolo Pasolini
È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
Tratto dalla raccolta Poesia in forma di rosa (1964), questo componimento descrive il rapporto strettissimo che Pasolini ebbe con la madre Susanna Colussi. Nel 1950 Pasolini si trasferì con lei a Roma e, dopo iniziali difficoltà, riuscì a mantenerla. Dal componimento si evince come il rapporto divenne ancora più stretto dopo la morte del fratello Guido. Qui la madre è descritta come l’unica conoscitrice dei sentimenti del poeta, delle sue paure e angosce, al punto da rendere inimmaginabile un’esistenza senza di lei.
Leggi anche: Com’è nata la festa della mamma?
La mamma – Ada Negri
La mamma non è più giovane
e ha già molti capelli
grigi: ma la sua voce è squillante
di ragazzetta e tutto in lei è chiaro
ed energico: il passo, il movimento,
lo sguardo, la parola.
Breve, semplice ed essenziale questa poesia di Ada Negri, scrittrice originaria di Lodi che scrive per la madre Vittoria. Pochi versi che disegnano l’immagine di una donna anziana nel fisico, ma ancora giovane e vitale nell’animo. Questa è la dimostrazione che bastano poche e semplici parole per descrivere un sentimento profondo come l’amore materno.
A cchiù sincera – Totò
Tengo na ‘nnammurata
ca è tutt’ ‘a vita mia.
Mo tene sittant’anne, povera mamma mia!
Cu chella faccia ‘e cera,
sotto ‘e capille janche,
me pare na sant’Anna
cu ll’uocchie triste e stanche.
Me legge dint’ ‘o penziero,
me guarda e m’anduvina
si tengo nu dulore
si tengo quacche spina…
Proseguiamo con Antonio de Curtis, il principe della risata noto come Totò. Oltre alla celeberrima A livella, l’artista scrisse questa poesia per la madre Anna Clemente. Quello che colpisce è il fatto che Totò la definisca ‘nnamurata, ovvero “fidanzata”, delineando il rapporto madre-figlio quasi come un rapporto d’amore. Anche qui viene descritta una donna che, nonostante l’età, riesce a scrutare nell’animo del figlio.
La madre – Giuseppe Ungaretti
E il cuore quando d’un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d’ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.E solo quando m’avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d’avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.
Contenuta nella raccolta Sentimento del tempo (1933), questa poesia fu scritta da Ungaretti dopo la morte della madre. Il poeta immagina di trovarsi in Paradiso dove, dopo essersi liberato dei limiti terreni, potrà finalmente ricongiungersi con lei, che lo condurrà per mano di fronte a Dio. Tra tutte le poesie per la mamma, questa rientra tra le più toccanti.
Madre di niente – Giovanna Nuvoletti
Madre di niente,
madre crudele bella
indifferente,
madre mia morta
che non sei nei cieli
madre mia le cui colpe
le sconto tutte io nella mia vita
madre, mia ferita,
apri la mano
rendimi la vita –e certe volte
nella luce incerta
la tua
per quanto instabile
presenza
di cui son quasi certa.
Fino ad ora abbiamo visto poesie che celebrano l’amore. Tuttavia, non sempre i rapporti tra madre e figlio sono idilliaci. È quello che notiamo in Madre di niente, della giornalista Giovanna Nuvoletti. Come raccontato in un’intervista alla dottoressa Paola Cipriano, la giornalista ricorda un rapporto privato di amore materno, degenerato tragicamente con il suicidio della madre. La poesia riporta tutta l’assenza di affetto, con il ritratto di una madre tanto bella quanto distante, la cui mancanza si fa comunque sentire. Come si è già detto, i genitori non si possono scegliere. Ma, nel bene e nel male, rimangono pur sempre genitori.
Ciro Gianluigi Barbato
Articolo aggiornato il: 29/08/2025