Poesie per la mamma. Cinque da leggere

Poesie per la mamma

La mamma è la prima figura che gli occhi di un essere umano appena nato incontrano. Che sia una severa autorità o una saggia guida nelle percorso della vita, questa figura ha ispirato poeti di ogni tempo  che le hanno dedicato versi su versi. Le poesie per la mamma, che anche noi abbiamo scritto alle elementari costretti dalle nostre maestre, si possono considerare alla stregua di un sottogenere poetico.

In questo articolo abbiamo selezionato cinque tra le tante poesie per la mamma, scritte da autori celebri o meno. Per alcuni di voi si tratterà di componimenti già noti, per altri un po’ meno. In ogni caso potrebbero tornarvi utili per descrivere il rapporto che avete con le vostre madri e i sentimenti derivanti.

Poesie per la mamma, le nostre scelte

Supplica a mia madre – Pier Paolo Pasolini

È difficile dire con parole di figlio

ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,

ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:

è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata

alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame

d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu

sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso

alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l’unico modo per sentire la vita,

l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione

di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.

Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

Tratto dalla raccolta Poesia in forma di rosa, questo componimento descrive il rapporto stretto che Pasolini ebbe con la madre Susanna Colussi, originaria di una famiglia contadina del Friuli. Nel 1950 Pasolini si trasferisce con la madre a Roma e, dopo le iniziali difficoltà, riesce ad ottenere una cattedra a Ciampino che gli permette di mantenere lui e la propria genitrice.

Dal componimento si può evincere come Pasolini fosse un uomo molto legato alla propria madre e il cui rapporto divenne stretto quando il fratello dell’autore, Guido, morì durante la seconda guerra mondiale. Qui la madre è descritta come l’unica conoscitrice dei sentimenti del poeta, di tutte quelle paure e angosce che lo tormentano e che non gli permette di immaginare un’esistenza senza di lei.

Purtroppo fu Susanna a dover sopravvivere all’assassinio del figlio nel 1975, prima di spegnersi sei anni dopo.

La mammaAda Negri

La mamma non è più giovane

e ha già molti capelli

grigi: ma la sua voce è squillante

di ragazzetta e tutto in lei è chiaro

ed energico: il passo, il movimento,

lo sguardo, la parola.

Breve, semplice ed essenziale questa poesia di Ada Negri, scrittrice originaria di Lodi che scrive per la madre Vittoria. Pochi versi che disegnano l’immagine di una donna anziana nel fisico, ma ancora giovane e vitale nell’animo. Questa è la dimostrazione che bastano poche e semplici parole per descrivere un sentimento profondo come l’amore materno.

A cchiù sinceraTotò

Tengo na ‘nnammurata

ca è tutt’ ‘a vita mia.

Mo tene sittant’anne, povera mamma mia!

Cu chella faccia ‘e cera,

sotto ‘e capille janche,

me pare na sant’Anna

cu ll’uocchie triste e stanche.

Me legge dint’ ‘o penziero,

me guarda e m’anduvina

si tengo nu dulore

si tengo quacche spina…

Proseguiamo questa rassegna sulle poesie per la mamma con Antonio de Curtis, il principe della risata noto ai più come Totò. Oltre alla celeberrima A livella, l’artista partenopeo scrisse anche questa bellissima poesia per la madre Anna Clemente.

Quello che colpisce di più è il fatto che Totò la definisca con l’aggettivo ‘nnamurata, ovvero “fidanzata”, delineando il rapporto madre-figlio quasi come un rapporto d’amore. Anche qui viene delineata la figura di una donna che, nonostante gli acciacchi dell’età, riesce a scrutare nella profondità dell’animo del figlio.

La madre – Giuseppe Ungaretti

E il cuore quando d’un ultimo battito

Avrà fatto cadere il muro d’ombra,

Per condurmi, Madre, sino al Signore,

Come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,

Sarai una statua davanti all’Eterno,

Come già ti vedeva

Quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,

Come quando spirasti

Dicendo: Mio Dio, eccomi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,

E avrai negli occhi un rapido sospiro.

Contenuta all’interno della raccolta Sentimento del tempo, Ungaretti scrisse questa poesia all’indomani della morte della propria madre. Il poeta immagina di trovarsi in Paradiso dove, dopo essersi liberato di quel limite terreno che lo tiene distante da Dio, potrà finalmente ricongiungersi con la madre.

Tra tutte le poesie per la mamma, questa rientra tra le più toccanti e sincere che siano mai state scritte.

Madre di niente – Giovanna Nuvoletti

Madre di niente,

madre crudele bella

indifferente,

madre mia morta

che non sei nei cieli

madre mia le cui colpe

le sconto tutte io nella mia vita

madre, mia ferita,

apri la mano

rendimi la vita –

e certe volte

nella luce incerta

la tua

per quanto instabile

presenza

di cui son quasi certa.

Fino ad ora abbiamo visto come nelle poesie per la mamma questa figura venga celebrata come una figura di amore e di sincero affetto. Tuttavia sappiamo che non sempre i rapporti tra madre e figlio sono idilliaci: i genitori non si possono scegliere e se un figlio ha un rapporto duro e anaffettivo con la madre, è indubbio che questo lo segnerà profondamente per il resto della vita.

È quello che possiamo notare leggendo Madre di niente, poesia scritta dalla giornalista e fotografa Giovanna Nuvoletti e comparsa all’interno del sito letterario La rivista intelligente. Intervistata dalla dottoressa Paola Cipriano la giornalista ricorda il rapporto con la madre Adriana, privato di quell’amore materno e che degenera tragicamente con il suo suicidio. In pochi versi la poesia riporta tutta l’assenza di affetto del rapporto, con il ritratto di una madre tanto bella quanto distante, la cui mancanza si fa comunque sentire.

Come si è già detto, i genitori non si possono scegliere. Ma, nel bene e nel male, rimangono pur sempre genitori.

Ciro Gianluigi Barbato

A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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