Trigun Stampede | Recensione dell’anime

Trigun Stampede: Recensione dell'anime

«Se mi daranno la caccia, io scapperò e basta. Scapperò, scapperò, scapperò… Continuerò a scappare finché sarà necessario! E quando le acque si calmeranno, tornerò in silenzio dalla loro parte. Io… sono Vash the Stampede»

Trigun Stampede è una serie anime reboot del celeberrimo anime del 1998 Trigun, tratto dall’omonimo manga di Nightow Yasuhiro. Esso si compone di 12 episodi andati in onda su TV Tokyo dal 7 gennaio 2023 al 25 marzo 2023 con cadenza settimanale, prodotti dallo studio Orange. Al termine della prima stagione è stato annunciato che una seconda è attualmente in produzione e porterà a termine la storia. È disponibile sulla piattaforma di streaming Crunchyroll.
Regia: Mutō Keiji
Produzione: Takei Katsuhiro
Character Design: Taijima Kōji
Colonna sonora: Katō Katsuya

Sinossi di Trigun Stampede

Trigun Stampede è ambientato in un lontano futuro in cui la Terra è stata resa completamente inabitabile, e in cui gli esseri umani sono stati costretti ad emigrare a bordo di gigantesche navi spaziali alla ricerca di pianeti più ospitali dove ricostruire l’umanità. Durante la loro permanenza nello spazio, gli umani hanno creato delle forme di vita, chiamate Plant, che potessero alimentare le navicelle come fonti di energia pressoché infinita. I Plant non sono esseri autonomi, quindi hanno bisogno di supporti artificiali per sopravvivere, tranne però due ragazzini nati all’interno di una colonia spaziale: Vash e Nai. Essi assomigliano incredibilmente ai terrestri e vengono definiti Indipendenti, proprio grazie alla loro capacità di restare in vita senza l’intervento degli umani. Tuttavia, la colonia spaziale di Nai e Vash si schianta a causa di un malfunzionamento sul pianeta di Nomad’s Land, causando la morte di quasi l’intero equipaggio, compresa la tutrice di Vash e Nai, Rem. I due bambini si salvano e Vash scopre che il responsabile dietro il disastro è proprio suo fratello gemello, che disprezza l’intera razza umana e desidera annientarla per salvaguardare gli altri Plant.
Decine di anni dopo i sopravvissuti allo schianto e altri umani hanno colonizzato Nomad’s Land ma sono costretti a dipendere del tutto dall’energia dei Plant per far fronte alle condizioni di vita estreme del pianeta. I due reporter Meryl Strife e Roberto De Niro viaggiano per le aride distese di Nomad’s Land alla ricerca del famigerato criminale Vash the Stampede, soprannominato Tifone Umanoide. Nel frattempo, una minaccia alla precaria stabilità della nuova umanità serpeggia nell’ombra ed ha il nome di Millions Knives.

Considerazioni

L’annuncio del progetto di Trigun Stampede fu accolto con molto clamore e anche tanto scetticismo da parte del pubblico internazionale, fermamente affezionato alla precedente versione del ’98, divenuta per i più un vero e proprio anime di culto. Ciò che provocò le maggiori perplessità fu la decisione di optare per una resa grafica in 3DCG, vale a dire in computer grafica 3D. All’interno del pubblico degli anime esiste sin dagli esordi della 3DCG una certa repulsione verso tale tecnica, che poco si adatta, secondo i pareri di molti, ai prodotti di animazione giapponesi, da sempre caratterizzati e conosciuti per la grafica 2D. Trigun Stampede è di certo un caso in cui tale opinione verso la computer grafica 3D lascia il tempo che trova. Il lavoro di animazione dello studio Orange è di livello estremamente alto, dà sfoggio di grande fluidità e dinamismo nelle scene d’azione anche più caotiche; non solo, anche le espressioni dei personaggi sono rese magnificamente, mostrando in numerose occasioni una vasta gamma di dettagli che riescono a rendere i visi dei protagonisti ancor più vividi e coinvolgenti. Le ambientazioni western si mescolano con efficacia a scenari iper-tecnologici e futuristici, ricreando forse in modo persino più particolareggiato le tipiche atmosfere space western dell’anime originale.
Anche la polemica che ruota attorno alla presupposta superiorità dell’opera originale risulta molto sterile; va detto che il team di gestione del progetto aveva già in mente di creare un “Trigun completamente nuovo”, che potesse mantenere il suo nucleo ben delineato e non lo alterasse in modo superficiale, dunque la scelta della 3DCG appariva come un esperimento interessante e che avrebbe donato nuova linfa vitale all’opera. Anche Nightow, padre di Trigun, fu coinvolto nella realizzazione di Stampede dal principio per supervisionare il lavoro del team. Effettivamente, se compariamo le due versioni, non si notano soltanto cambiamenti a livello di trama, ma anche nell’intera atmosfera e nel tono della narrazione. Stampede risulta un anime più serio, cupo e anche particolarmente violento in alcune sequenze rispetto alla versione del ’98, più ricca invece di siparietti comici e momenti di stasi. In Stampede si nota la volontà da parte della produzione di indagare più a fondo nelle origini della leggenda di Vash, del suo rapporto con Nai e la madre acquisita Rem. L’accento è posto principalmente sulla psicologia dei personaggi, sul mostrare e analizzare l’ideologia dietro le loro azioni, più che sui combattimenti. Difatti, questa serie sembra ricoprire un ruolo di prologo, di preludio a quelle che saranno le vicende della seconda e ultima fase.
Sono da evidenziare due ulteriori elementi che si vanno ad aggiungere alla lista di note positive di Trigun Stampede: la colonna sonora di Katō e il doppiaggio originale della serie. Partendo dalla OST (original soundtrack) composta da Katō, essa si distacca quasi nella totalità dalle sonorità folk e rock and roll del vecchio Trigun, prediligendo una mescolanza di sound dal sinfonico all’elettronico e al rap. Emblematico è il tema omonimo dell’antagonista principale, Millions Knives, dallo stile sontuoso e incalzante, e l’evocativa Last Run, che vi invitiamo caldamente ad ascoltare. Per quanto riguarda il doppiaggio, non si possono che elogiare le splendide interpretazioni di Matsuoka Yoshitsugu, che ha saputo proporre un proprio Vash, meno malizioso e buontempone del precedente, ma toccante nella sua purezza di ideali e ingenuità che da sempre lo contraddistinguono; e di Ikeda Jun’ya, doppiatore di Nai, in grado di trasmettere la sua lucida follia, il legame tormentato con il fratello, le profonde convinzioni e la morale contorta del suo personaggio tramite una performance incredibilmente coinvolgente.
Trigun Stampede porta a galla numerose tematiche che risultano attuali e ben più vicine a noi di quanto non ci si possa aspettare da un’opera di finzione. Si analizza il conflitto fra uomo e natura, il tema dello sfruttamento intensivo delle risorse da parte dei superstiti terrestri e della diversa visione dell’intera umanità che divide i due fratelli. Vash, convinto pacifista, nutre una totale fiducia nei confronti degli umani e si schiera dalla loro parte per proteggerli dalla furia di Nai, votato invece alla loro distruzione. Perché degli esseri capaci di uccidere i loro simili e il loro stesso pianeta, creatori di discriminazioni, violenze e ingordi di potere dovrebbero continuare ad esistere?
In conclusione, Trigun Stampede è un anime che conserva lo spirito originario della serie cult del ’98, aggiungendo però elementi innovativi che ne rafforzano i lati positivi e che vi consigliamo di vedere, siate voi nuovi o vecchi fan dell’opera di Nightow!

Immagine di copertina: Trigun Stampede

A proposito di Sara Napolitano

Ciao! Sono Sara, studentessa iscritta al terzo anno del corso di laurea Lingue e Culture Comparate presso l'università "L'Orientale" di Napoli. Studio inglese e giapponese (strizzando un po' di più l'occhio all'estremo Est del mondo). Le mie passioni ruotano attorno ad anime, manga, libri, musica, sport, ma anche natura e animali! Da sempre un'irriducibile curiosa.

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