Alfred Hitchcock: maestro del brivido e del sospetto

Alfred Hitchcock, maestro del brivido e del sospetto

Alfred Hitchcock, maestro del brivido e del sospetto

Alfred Hitchcock è considerato uno dei registi più influenti e iconici del cinema mondiale. Nato in Inghilterra nel 1899, Hitchcock iniziò la sua carriera cinematografica negli anni ‘20 come sceneggiatore e assistente alla regia, ma in seguito divenne famoso soprattutto per i suoi thriller psicologici e horror. Egli divenne noto soprattutto per i suoi ritratti psicologici e per i thriller horror, questo grazie ad un innovativo uso della macchina da presa, dell’inquadratura e della colonna sonora per creare tensione e suspense, portando uno stile unico e ad un’espressione poetica. L’idea che Hitchcock è maestro della suspense, capace di terrorizzare, eccitare e divertire il suo pubblico è stata attivamente coltivata dallo stesso regista, che ha abilmente gestito la sua immagine pubblica: in particolare, quando ha partecipato alla serie televisiva ‘’Alfred Hitchcock Presents’’ (1955-1962), dove introduceva tutti gli episodi con un breve prologo e poneva domande direttamente al pubblico per dimostrare il suo gusto per l’horror e il suo umorismo tipicamente britannico e facendo apparizioni in diversi film in alcuni camei. Il suo nome è diventato sinonimo di suspense e mistero e ha avuto una grande influenza su registi successivi come Brian De Palma, David Fincher, M. Night Shyamalan, Christopher Nolan e il famoso Quentin Tarantino.

La chiave del successo perdurante del cinema di Alfred Hitchcock sta nella capacità del regista di articolare intrecci formidabili carichi di tensione, conciliando l’armonia stilistica e narrativa del cinema classico (un cinema pieno, avvolgente, che cattura la fantasia dello spettatore catapultandolo nel mondo diegetico con forza mitopoietica) e lo sperimentalismo spericolato del cinema moderno (un cinema più intellettuale, autoriflessivo, che tramite ardite scelte stilistiche mette lo spettatore a parte del processo costruttivo della macchina finzionale).

Perché Hitchcock può essere considerato un maestro del sospetto?

Hitchcock può essere considerato un maestro del sospetto perché grazie alla sua straordinaria capacità di creare tensione e suspense nei suoi film tramite tecniche innovative di regia, fotografia e montaggio, è stato in grado di creare un’atmosfera di incertezza e ambiguità che ha catturato l’attenzione del pubblico e lo ha fatto sentire in qualche modo coinvolto nell’azione. Un esempio delle molte tecniche utilizzate da Hitchcock è la tecnica del ‘’Mcguffin’’. Si tratta di un espediente ampiamente utilizzato nel cinema e nella letteratura per distogliere l’attenzione del lettore o dello spettatore dalla trama principale da una determinata azione, oggetto o personaggio. In sintesi, si può dire che questa tecnica ha un significato importante per i personaggi, attorno ai quali si creano enfasi e azioni, ma non ha un vero e proprio significato per lo spettatore o il lettore, perché secondo questa tecnica non è importante ciò che è, ma ciò che riesce a provocare. Un altro motivo per definire Hitchcock come il ‘’ maestro del sospetto ‘’ è il suo talento nel creare personaggi complessi e ambigui, spesso con segreti e motivazioni oscure, creando un senso di insicurezza e di sospetto nei confronti dei personaggi, rendendo difficile per il pubblico capire se sono veramente credibili.

La filosofia in ‘’La finestra sul cortile ‘’(1954)

Sebbene Alfred Hitchcock non fosse un filosofo, alcuni dei temi dei suoi film possono essere considerati come se seguissero alcune correnti filosofiche e quindi farlo rientrare nella categoria di  maestro del sospetto e del brivido (nel cinema). In primo luogo, Hitchcock ha spesso esplorato nei suoi film i temi dell’identità e dell’alterità. Molte delle sue storie ruotano attorno a personaggi che affrontano ostacoli e inganni mentre cercano di scoprire la verità su sé stessi e su coloro che li circondano. Questo tema si ricollega alla filosofia dell’identità personale, che si occupa di capire cosa rende le persone ciò che sono e come le persone possono conoscere sé stesse e gli altri. Hitchcock esplora spesso la psicologia dei suoi personaggi, evidenziandone le emozioni, le paure e le motivazioni. In questo senso, i suoi film possono essere interpretati in linea con la psicologia del profondo, che si occupa di comprendere i meccanismi psicologici che operano sotto la superficie della mente inconscia e cosciente.

La finestra sul cortile può essere un perfetto esempio di film che tratta diversi temi filosofici. In primo luogo, il film pone l’accento sui temi dell’osservazione e della conoscenza. La trama di questo film ci presenta un fotoreporter d’azione di nome Jeff (interpretato da James Stewart) che dopo essersi rotto una gamba in un incidente sul lavoro, è costretto a stare sulla sedia a rotelle passando le sue giornate a monitorare i vicini con un teleobiettivo. I suoi vicini lasciano le finestre aperte a tutte le ore del giorno e della notte, permettendogli di vedere cosa succede nelle loro stanze e nel frattempo, la sua fidanzata, Lisa Fremont (interpretata dalla splendida Grace Kelly) una sofisticata modella dell’alta società, gli fa regolarmente visita e lo convince a sposarla.

Il film è una vera e propria ‘’apoteosi dell’inquadratura in soggettiva’’, elaborata in diverse versioni dalle panoramiche attraverso le finestre, agli effetti cannocchiale e dai raccordi d’asse agli zoom. Il protagonista, come il pubblico del cinema, si trova in uno stato di mobilità limitata (sedia a rotelle o poltrona) e di iper-percezione. Jeff, come il pubblico, deve osservare una serie di indizi distanti e parziali, ipotizzarli e collegarli, e farsi un’idea dei personaggi. La soggettività che rende lo sguardo di Jeff è simbolica del lavoro mentale del pubblico.

Quali sono gli aspetti filosofici riscontrabili in “La finestra sul cortile”?

  • Filosofia della conoscenza: affronta i limiti e le possibilità della conoscenza umana e comprende le diverse forme di conoscenza, tra cui l’esperienza diretta, la ragione e l’intuizione.

  • Questioni di moralità e giustizia: Jeff è convinto che uno dei suoi vicini abbia commesso un omicidio, ma non ha prove per dimostrarlo. Questo lo porta a chiedersi se sia giusto interferire nella vita degli altri e se esista una giustizia superiore che possa essere applicata.

  • Filosofia morale e politica: essa riguarda la comprensione del bene e del male, della giustizia e delle diverse forme di governo e di organizzazione sociale.

  • Identità e dell’alterità: Jeff osserva i suoi vicini dalla finestra e si accorge di non conoscerli bene e di formarsi delle idee basandosi solo su ciò che vede. Di conseguenza, inizia a riflettere sulla natura dell’identità personale e sulla difficoltà di comprendere gli altri. Questo tema si ricollega alla filosofia dell’identità personale e alla filosofia della mente, che si occupa di comprendere la natura dell’individuo e i processi spirituali.

  • Psicoanalisi e voyeurismo: in particolare, è essenziale il concetto di voyeurismo, cioè il piacere speciale che deriva dal guardare l’oggetto del desiderio senza essere visti. Nel cinema classico, il soggetto dello sguardo è generalmente l’uomo e la donna è solo l’oggetto da vedere, un feticcio erotico esposto per il piacere del personaggio maschile e del pubblico. I film di Hitchcock a volte confermano questa struttura dello sguardo, a volte la sovvertono dando alle donne un ruolo più attivo. Il voyeurismo è inoltre caratterizzato dalla subordinazione e dall’ipersensibilità del soggetto, che prova il piacere di guardare in modo completamente svincolato dal desiderio di contatto o di relazione. Nel caso di Jeff, egli era un voyeur prima dell’indagine (a differenza di Stella e Lisa). Quest’ultima diventa veramente interessante per lui solo quando entra nella tana del colpevole e si cala in uno scenario fantastico di pericolo e spettacolo.

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Fonte immagine in evidenza: Tratta dal film ‘’La finestra sul cortile (1954) ‘’, WikiPedia

A proposito di Martina Barone

Laureata in Lingue e Culture Comparate presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale. Appassionata di cultura giapponese, letteratura, arte, teatro e cinematografia.

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