Psicologia dei sogni, cosa dice Freud?

Psicologia dei sogni, cosa dice Freud?

Sognare è da sempre un’incognita per l’uomo ed in esso ha sempre cercato una risposta. Perché sogniamo? Perché questo sogno è ricorrente? Che significato può avere? Sono domande assolutamente frequenti e che tutti ci siamo fatti almeno una volta nella vita. Nessuno di noi può ricordarsi ogni singolo sogno, ma ci sono sogni che hanno lasciato un segno indelebile, non tanto per le immagini evocate, quanto per l’emozione che ci hanno suscitato: angoscia, paura, dolore, desiderio, rabbia, gioia. Ci sono suoni che seppur passati da tempo, ne ricordiamo alcune parti di intensità emotiva evidente e sono proprio questi sogni ad avere un messaggio, un significato intrinseco. Ma qual è questo messaggio? Vediamo cosa dice Freud attraverso la psicologia dei sogni.

Freud e la psicologia dei sogni

Sigmund Freud, dopo la pubblicazione degli studi sull’ isteria, continuò il suo lavoro circa l’analisi sui pazienti. La vera svolta, però, ci fu in seguito ad un tragico evento che permise a Sigmund di scavare molto a fondo nella sua mente e, grazie a questa autoanalisi, di risalire a quella che considererà per sempre la sua più grande scoperta.

Nella notte seguente al funerale di suo padre, Sigmund segnò di trovarsi in un locale e di aver letto su un cartello “Si prega di chiudere gli occhi”. La morte di suo padre, così inaspettata quanto angosciosa, creò in Freud un senso di smarrimento e di vuoto conducendolo verso un periodo di grande sofferenza, durante il quale diversi sogni creavano in lui la sensazione di qualcosa di irrisolto. Dopo questo avvenimento, Freud cominciò ad analizzare sistematicamente i suoi sogni e ad intraprendere un’auto-analisi, rimuginando giorno e notte sull’apparato psicologico e sull’origine della nevrosi. Scriveva continuamente al suo caro amico Fliesse, cercando in lui conforto, ma anche una risposta razionale circa le sue prime scoperte riguardo i sogni.

Freud era particolarmente affascinato dalle popolazioni antiche: Greci, Romani, Maya, e aveva una collezione privata di ceramiche e statue risalente le diverse epoche. La stessa urna dove sono conservate le sue ceneri, regalo della paziente aristocratica Marie Bonaparte pronipote di Napoleone che divenne poi lei stessa a una psicanalista, è un’antica anfora greca risalente al III secolo a.C., in cui vi è rappresentata una scena gioviale con Dioniso ed una baccante. Dioniso è il dio greco degli impulsi selvaggi ed irrazionali. Sebbene Freud abbia sempre sostenuto con assoluta fermezza di essere uno scienziato, un medico razionale, ha sempre fatto riferimento al potere irrazionale dell’inconscio, scavando nelle leggende e nelle credenze popolari per poi conferire, attraverso ciò che ogni suo paziente diceva in stanza d’analisi, un significato eziologico alle nuove ipotesi ad esse associate. Nella Grecia antica, i sogni rivestivano una grande importanza anche per la salute: infatti, conoscevano bene il legame tra fisiologia e sogno e, tra i vari modi per curarsi, annoveravano anche il cosiddetto “sogno incubatoio”, ovvero una visione notturna auto provocata che si verificava durante il rituale incubatorio. All’interno dei tempi del dio Asclepio, il dio della salute, il malato veniva fatto sdraiare ed intorno a lui i sacerdoti attendevano il sogno che avrebbe fornito informazioni per una corretta terapia e condotto il paziente verso la guarigione. Freud deve avere attinto la sua idea iniziale di autoanalisi proprio da questa antica pratica, e difatti durante questo lungo e faticoso periodo era costantemente impegnato in una ricerca di una risposta circa il suo stato d’animo, annotando su un diario giorno dopo giorno. Fu così che nel 1899 pubblicò “L’interpretazione dei sogni”, (o psicologia dei sogni) riportando, però, come data di pubblicazione, il 1900. Con questo espediente affermava che le teorie contenute nel saggio avrebbero definito il ventesimo secolo.

Cosa sono i sogni, e la loro psicologia, secondo l’antica teoria psicoanalitica?

I sogni sono l’appagamento camuffato di desideri inconsci, inaccettabili con la massa delle idee dominanti dell’individuo. Il sogno è il custode del sonno: mentre dormiamo, le nostre difese, attive durante il giorno, si allentano, permettendo così il passaggio di ciò che è irrisolto e mantenuto quotidianamente nell’inconscio, di risalire alla coscienza, camuffato grazie al lavoro onirico. Questo lavoro onirico è indispensabile, poiché se sognassimo direttamente ciò che desideriamo, ci sveglieremmo a causa delle resistenze che si riattivano essendo questo desiderio ovviamente inaccettabile per la nostra coscienza. I sogni ci aiutano a scaricare quella massa di effetti negativi nascosti nel nostro subconscio, che spingono incessantemente per essere appagati. Dunque, il sogno, è la via regina che conduce all’inconscio. Gli elementi onirici che concorrono nel sogno, secondo le teorie di Freud, sono stimoli somatici, resti diurni (ossia pezzi di giornata che ci hanno disturbato o reso molto felici) e pensieri onirici i quali sono per la maggior parte delle volte ricordi infantili. Il sogno così come si presenta agli occhi del sognatore, non si può considerare “puro”: le resistenze, sebbene indebolite, sono ancora attive e funzionanti. Ne deriva che, nonostante alla base ci sia la soddisfazione di una funzione, l’immagine onirica non la rappresenterà mai in modo diretto ed è perciò necessario un lavoro di interpretazione da parte del terapeuta. Questo comporta, quindi, l’identificazione di due livelli differenti di contenuto onirico: il contenuto onirico manifesto e il contenuto onirico latente.

Il contenuto onirico manifesto ed il contenuto onirico latente attraverso la psicologia dei sogni

Il contenuto onirico manifesto si identifica nel sogno così come si presenta agli occhi dell’individuo. I suoi contenuti possono essere i più bizzarri e generalmente sono tratti da episodi recenti della vita quotidiana. Il contenuto latente, invece, è il messaggio chiave: è ciò che deve essere scoperto, analizzato.

L’interpretazione del materiale onirico

La trasformazione del materiale onirico è effettuata ricorrendo a quattro meccanismi, secondo Freud, ovvero condensazione, spostamento, raffigurabilità ed interpretazione secondaria.

La condensazione

Un’unica immagine rappresenta diverse catene associative.

Lo spostamento

Permette che gli elementi più importanti del contenuto latente vengano sostituiti da un’allusione, che passa da rilevante a irrilevante.

La raffigurabilità o rappresentazione plastica

Questo processo permette alle pulsioni di essere espresse in immagini oniriche in forma drammatica, platealizzandole. Una pulsione aggressiva, ad esempio, potrebbe manifestarsi con lo sferrare un pugno; sentimenti di paura potrebbero essere rappresentati da un animale selvaggio e feroce pronto a divorare il soggetto: si passa quindi da un’idea astratta al concreto. Un elemento può, inoltre, rappresentare qualcosa che è il suo contrario.

L’elaborazione secondaria

Avviene nel momento in cui, una volta sveglio, l’individuo racconta il sogno. Elaborazione perché il convertire le immagini in parole attraverso cui esprimerle, implica, appunto, un elaborazione. Questo lo si può osservare quando il sogno viene espresso secondo una continuità temporale che gli conferisce una coerenza intrinseca; in realtà, però, il sogno è privo di tale continuità, poiché esso si manifesta sotto forma di immagini frammentarie e talvolta contraddittorie, che solo nel momento della verbalizzazione formano un corpo coerente.

Caratteristiche dei sogni e la loro psicologia

Si può quindi dedurre che alla base del sogno operi globalmente un meccanismo che Freud, a differenza di Jung, definisce “censura onirica”. La censura onirica presiede tutte le manifestazioni del contenuto latente all’interno del sogno manifesto, censurandone letteralmente alcune e simbolizzandone altre. Altra caratteristica dei sogni è il loro carattere estremamente autoreferenziale: il contenuto onirico latente è riferito sempre e solo al soggetto mai ad altre persone. Se, ad esempio, nel sogno manifesto un conoscente appare malvagio, questo non ha nessuna implicazione sulla sua reale natura: non significa che egli sia effettivamente così. L’interpretazione, infatti, può svelare che il soggetto lo recepisca come tale o che proietti su di lui delle proprie caratteristiche di cui ha paura. Freud ha inoltre suggerito una serie di indizi circa il simbolismo dei sogni, riconducendo gran parte di questi ad allusioni circa le aree genitali maschili e femminili.

Egli, inoltre, raccomanda attenzione riguardo all’analisi ed alla psicologia dei sogni poiché in esso si trovano migliaia di significati nascosti conoscibili solo da chi ha sognato; perciò il terapeuta deve svolgere un lavoro analitico insieme al paziente e, attraverso l’uso della tecnica delle libera associazione, risalire al contenuto latente che si cela dietro ogni ricordo onirico, attraverso il sogno. Quindi, le pulsioni, possono essere espresse per liberarsi così dall’angoscia, ma non in forma tale da restarne turbati, e così assolta la loro funzione, citando Freud, “i sogni cedono il posto alle impressioni di un nuovo giorno così come lo splendore delle stelle cede alla luce del sole.”

Fonte immagine: Pixabay

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