Film di Akira Kurosawa: 5 da non perdere

Film di Akira Kurosawa: 5 da non perdere

Akira Kurosawa (Tokyo, 23 marzo 1910) è uno dei cineasti più influenti nella storia del cinema, riconosciuto per la sua profonda innovazione tecnica, la complessità psicologica dei suoi personaggi e la sua capacità di fondere la cultura giapponese con narrazioni universali. La sua carriera, iniziata come assistente regista nel 1935 dopo una formazione da pittore, ha lasciato un’impronta indelebile, influenzando generazioni di registi in tutto il mondo. I suoi film sono un patrimonio artistico inestimabile, capaci ancora oggi di comunicare con straordinaria potenza.

Il punto di svolta internazionale avvenne nel 1951, quando il suo capolavoro Rashomon vinse il Leone d’Oro al Festival di Venezia, aprendo le porte del cinema giapponese all’Occidente. Questo successo fu coronato da un Premio Oscar onorario nel 1990, un riconoscimento a una carriera di quasi cinquant’anni che ha cambiato per sempre il linguaggio cinematografico.

Lo stile inconfondibile di Kurosawa

Lo stile di Kurosawa è caratterizzato da un’estetica visiva potente e da una meticolosa attenzione ai dettagli. È celebre per l’uso di teleobiettivi per appiattire l’immagine e concentrare l’attenzione sull’azione, e per l’impiego di molteplici cineprese per catturare le scene da diverse angolazioni simultaneamente. Gli elementi atmosferici, come la pioggia torrenziale, il vento impetuoso e la nebbia fitta, non sono mai semplici sfondi, ma diventano protagonisti attivi che amplificano le emozioni dei personaggi. La sua produzione spazia tra due generi principali: i jidaigeki, film storici in costume ambientati nel Giappone feudale, e i gendai-geki, drammi di ambientazione contemporanea.

I 5 film di Akira Kurosawa da non perdere

Selezionare solo alcuni titoli è un compito arduo, ma i seguenti cinque film rappresentano punti di accesso perfetti per comprendere la grandezza del suo cinema.

Capolavoro Descrizione e importanza
Rashomon (1950) Ha introdotto il cinema giapponese in occidente e il concetto di narrazione inaffidabile (“effetto Rashomon”).
Vivere (ikiru) (1952) Un’opera umanista commovente sulla ricerca del senso della vita di fronte alla malattia e alla morte.
I sette samurai (1954) Ha definito la struttura del film d’azione corale, diventando uno dei film più influenti e citati di sempre.
Trono di sangue (1957) Magistrale trasposizione del Macbeth di Shakespeare, che unisce il dramma classico all’estetica del teatro nō giapponese.
Ran (1985) Kolossal epico basato sul Re Lear, celebre per il suo uso maestoso del colore e le grandiose scene di battaglia.

1. Rashomon (1950)

Rashomon è il film che ha rivelato Kurosawa al mondo. Basato su racconti di Ryūnosuke Akutagawa, narra un delitto attraverso i flashback contraddittori di quattro testimoni. L’opera esplora la soggettività della verità e la complessità della natura umana, lasciando un’eredità tale da coniare l’espressione “effetto Rashomon”. Oltre al Leone d’Oro, vinse un Oscar come miglior film straniero nel 1952, consacrando anche il suo attore feticcio, il carismatico Toshirō Mifune.

2. Vivere (1952)

Vivere (Ikiru) è un’opera profondamente toccante, ispirata alla novella La morte di Ivan Il’ic di Lev Tolstoj. Racconta la storia di Kanji Watanabe, un burocrate di mezza età che, dopo aver scoperto di avere un cancro terminale, cerca disperatamente di dare un senso ai suoi ultimi mesi di vita. È un film che indaga con delicatezza e potenza i temi della mortalità, della burocrazia e della redenzione personale.

3. I sette samurai (1954)

I sette samurai è considerato uno dei più grandi film mai realizzati. Questo epico jidaigeki, vincitore del Leone d’Argento a Venezia, narra di un villaggio di contadini che assolda sette samurai senza padrone (rōnin) per difendersi dai banditi. Con una durata di quasi tre ore e mezza, il film è un capolavoro di azione, caratterizzazione e dramma umano. La sua struttura narrativa è stata un modello per innumerevoli film successivi, tra cui il celebre remake western di John Sturges, I magnifici sette.

4. Trono di sangue (1957)

Con Trono di sangue, Kurosawa traspone il Macbeth di Shakespeare nel Giappone feudale del XVI secolo. Il film è un tour de force visivo, che integra elementi stilistici del teatro Nō giapponese per creare un’atmosfera spettrale e opprimente. La performance di Toshiro Mifune nel ruolo del generale Washizu è indimenticabile, così come la celebre e terrificante scena finale.

5. Ran (1985)

Ran (che significa “caos”, “disordine”) è l’adattamento monumentale del Re Lear di Shakespeare, un dramma storico di portata epica. La trama segue Hidetora Ichimonji, un anziano signore della guerra che, abdicando e dividendo il suo regno tra i tre figli, scatena una spirale di tradimenti e conflitti. È uno dei film più celebrati della sua tarda carriera, lodato per la fotografia, i costumi (che valsero un Oscar a Emi Wada) e le imponenti scene di battaglia, orchestrate con una precisione cromatica quasi pittorica.

Eredità e influenza sul cinema mondiale

L’influenza di Akira Kurosawa sul cinema è immensa e trasversale. Molti registi di fama mondiale hanno dichiarato il loro debito nei suoi confronti. George Lucas ha basato la trama di Star Wars su La fortezza nascosta (1958), mentre Sergio Leone ha preso spunto da La sfida del samurai (1961) per il suo western Per un pugno di dollari. Anche registi come Francis Ford Coppola e Martin Scorsese lo hanno sempre citato come una fonte primaria di ispirazione. Ancora oggi, Kurosawa è studiato e celebrato come uno dei più grandi maestri, un vero “imperatore” del cinema. Per tutti gli amanti della settima arte, i suoi film rimangono una visione imprescindibile. Le informazioni sui suoi premi sono verificabili presso l’archivio ufficiale dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences e il portale del Festival di Venezia.

Articolo aggiornato il: 18/10/2025

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