Cortometraggio Le Pupille: un canto di ribellione | Recensione

Cortometraggio Le Pupille: un canto di ribellione

Qual è la mente che si cela dietro l’arte visiva e metaforica del cortometraggio Le Pupille? Nata nel dicembre 1971 in provincia di Firenze, la giovane regista Alice Rohrwacher fa parlare molto di sé nel mondo cinematografico. Il suo singolare talento si è distinto nella direzione di cortometraggi, serie tv e film acclamati dalla critica: LAmica Geniale (seconda stagione), Le Meraviglie (2014) e la storia dei tombaroli ne La Chimera (2023). Corre l’anno 2022 e sulle piattaforme streaming viene lanciato il capolavoro Le Pupille, nominato alla 95ª edizione degli Oscar nella categoria «miglior cortometraggio».

Esaminiamo in dettaglio la trama e i messaggi che Rohrwacher comunica tramite l’opera cinematografica.

Il cortometraggio Le Pupille: trama 

Così come enuncia l’introduzione del corto, Le Pupille è «un film maldestramente e liberamente ispirato ad una lettera che la scrittrice Elsa Morante inviò al suo amico Goffredo Fofi». Ebbene sì: la trama proietta un simpatico aneddoto che la celebre autrice racconta in un biglietto d’auguri (Natale 1971) destinato al suo amico di lunga data. Ci troviamo nel pieno della seconda guerra mondiale in un rigoroso collegio femminile religioso, la mattina di un 24 dicembre, e  sono mostrate allo spettatore le tradizioni dell’istituto: il presepe vivente, l’atteso ascolto della radio sulle sorti della guerra e le regole indiscutibili delle suore. Serafina, una piccola pupilla, non fa altro che cacciarsi nei guai, ottenendo così l’antipatia della madre superiora.

La ribellione di Serafina

Qual è l’origine di tale avversione? Uno degli elementi principali del cortometraggio Le Pupille è una fiabesca zuppa inglese, regalata da una signora come dono alle creature dell’orfanotrofio. È la mattina del 25 dicembre e, come è abitudine dire, a Natale tutti son più buoni, vero? Ciò non conta per le monache solitarie, le quali scivolano nel vortice della corruzione adultera e della povertà bellica, intenta a non fare sconti neanche ai fedeli di Dio. La madre superiora, infatti, propone alle pupille un fioretto a Gesù: rinunciare alla golosa torta di Natale, al fine di pregare per i bambini meno fortunati. Fiduciosa del comportamento delle allieve, la suora comanda «Si alzino tutte le bambine buone che accettano la proposta». Serafina è l’unica a disobbedire e, desiderosa di assaggiare il meraviglioso dolce rosa, esordisce dicendo: «Io sono cattiva, me lo avete detto voi». Il cortometraggio Le Pupille offre uno sguardo maldestro, innocente e trasgressivo attraverso il percorso di ribellione della bambina, al fine di poter raggiungere la spensieratezza infantile.

Cortometraggio Le Pupille, un viaggio di ribellione | RecensioneFonte immagine: screenshot del trailer sul canale Youtube di Disney+

Quello della madre superiora, invece, è un espediente per pagare le pretese di un goloso sacerdote, sostenitore delle spese dell’orfanotrofio. L’etichetta che ha associato alla pupilla, definita con dolenti espressioni come «Serafina pensa di essere innocente, ma è ancora più grave la sua colpa. La cattiveria a volte è involontaria. Serafina è, dunque, cattiva!», ha giocato contro la sua stessa morale, poiché non riuscirà a contrastare la risposta della piccola fanciulla. La fetta di torta viene mangiata e condivisa, mentre il resto del dolce è donato a un gruppo di spazzacamini, i cui morsi di carestia dimostrano i tempi difficili della Seconda Guerra Mondiale. Il cortometraggio Le Pupille offre una dimensione morale ambigua, ma allo stesso tempo chiarita da Alice Rohrwacher: «Lo dedico alle bambine cattive, che cattive non sono affatto e che sono in lotta continua nel mondo. Auguro che le bambine possano rompere la torta e condividerla tra di loro».

Cortometraggio Le Pupille, un viaggio di ribellione | RecensioneFonte immagine: screenshot del trailer sul canale Youtube di Disney+

 

Fonte immagine in evidenza: copertina ufficiale da Disney+

 

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