Estranei e Maladaptive Daydreaming – I sogni possono intrappolarci

estranei

Estranei, titolo italiano del film All of us strangers, è l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro dell’autore giapponese Taichi Yamada e approdato nei cinema di tutta Italia lo scorso 29 febbraio.

Estranei, la trama completa

La pellicola diretta da Andrew Haigh, già conosciuto per la serie tv Looking (2014), racconta la storia di Adam, interpretato da Andrew Scott (Fleabag), sceneggiatore solitario che sta lavorando a un soggetto riguardante i suoi defunti genitori.
Una notte, il giovane vicino Harry, interpretato dall’attore irlandese Paul Mescal (Normal People), bussa alla sua porta in cerca di compagnia. Nonostante il protagonista appaia interessato al ragazzo, decide di arrendersi alla propria timidezza e desistere, lasciandolo andare via.
Tuttavia, nei giorni successivi, complice la solitudine del condominio semivuoto, i due estranei cominciano una relazione romantica e passionale, durante la quale entrambi condividono traumi che li hanno portati a questo isolamento autoindotto.
Tra le diverse esperienze condivise, Adam rivela a Harry il dolore profondo per la perdita dei suoi genitori, ma sorprendentemente lo invita nella casa d’infanzia per presentarlo a loro. Per lui è come se non avessero mai perso la vita, poiché da tempo trascorre il suo tempo immaginando intere conversazioni con sua madre e suo padre, proprio come se fossero ancora lì con lui.
Harry chiede ad Adam di abbandonare le sue folli fantasie e vivere la sua vita, ma in realtà anche Harry è frutto dell’immaginazione dello sceneggiatore, i due uomini non si sono mai frequentati, perché Adam, imprigionato nella sua solitudine e timidezza, non ha mai permesso ad Harry di entrare nel suo appartamento e nella sua quotidianità.
L’epilogo straziante arriva con la scoperta della morte di Harry, avvenuta proprio dopo il loro unico incontro. Adam si addormenta tra le braccia dello spettro creato dalla sua mente, crogiolandosi nelle sue fantasie rassicuranti.

Il finale di Estranei rivela come Adam sia ingabbiato in una rete di illusioni, che lo dissociano a tal punto dalla realtà da non permettergli di vivere appieno la sua vita, estraniandosi da possibili rapporti e interazioni con il mondo esterno.

Cos’è il Maladaptive daydreaming?

Estranei può considerarsi una rappresentazione del Maladaptive daydreaming (MDD), nome più comune del disturbo della fantasia compulsiva, che intrappola chi ne soffre nella propria immaginazione e in pensieri così vividi, che sembrano rimpiazzare la vita reale.
La differenza tra il sognare ad occhi aperti e il Maladaptive Daydreaming è nell’assorbimento completo nelle proprie fantasie, al punto da sostituire le interazioni umane con la propria immaginazione.
Chi soffre di questo disturbo, solitamente, passa più del 60% delle proprie giornate chiuso nella propria gabbia mentale, come riportato in una ricerca della National Library of Medicine.

Adam, protagonista della pellicola, è completamente avulso dalla realtà, dissociato dalla sua stessa esistenza, trovando rifugio nella sua professione di sceneggiatore e nelle proprie fantasie. Il disturbo è mostrato in maniera impeccabile: lo spettatore non è in grado di comprendere quale sia la verità fino alla fine del film, se non affidandosi alla sua intuizione.
Dai primi minuti l’allegoria con il sogno è sottesa, Paul Mescal appare in un gioco di specchi, in cui è difficile distinguere quale sia la sua immagine reale, allo stesso modo sarà impossibile capire che, a far compagnia ad Adam, è solo la sua immaginazione.
Tutta la pellicola queer Estranei ha un’atmosfera onirica, Haigh riesce perfettamente a restituirla grazie a inquadrature soffuse dei protagonisti immersi nell’euforia delle droghe e delle feste.
La fotografia e il suono esaltano l’ambiguità della storia, rendendo lo spettatore consapevole dell’assuefazione di Adam alle proprie fantasie, ma anche vulnerabile verso un finale inaspettato, la rivelazione effettiva del disturbo di cui è affetto il protagonista, ancora una volta intrappolato nella sua fantasia.

 

immagine a cura di Wikipedia

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A proposito di Dana Cappiello

Classe 1991, laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione. Ho sempre sentito l’esigenza di esprimermi, impiastricciando colori sui fogli. Quando però i pensieri hanno superato le mie maldestre capacità artistiche, ho iniziato a consumare decine di agende. Parlo molto e nel frattempo guardo serie tv e leggo libri.

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