Film Ferrari di Michael Mann | Recensione

Ferrari

Recensione del film Ferrari di Michael Mann, sceneggiato da Troy Kennedy Martin, con Adam Driver, Penélope Cruz e Shailene Woodley.

Ferrari è un film drammatico e sportivo diretto da Michael Mann (l’autore di Heat-La sfida, L’ultimo dei mohicani, Collateral, Alì, Nemico Pubblico-Public Enemies e la serie tv Miami Vice), sceneggiato da Troy Kennedy Martin, con Adam Driver, Penélope Cruz, Shailene Woodley, Patrick Dempsey, Jack O’ Connell, Sarah Gadon e Gabriel Leone nei rispettivi panni di Enzo Ferrari, Laura Ferrari, Lina Lardi, Piero Taruffi, Peter Collins, Linda Christian e Alfonso de Portago. Basato sul libro biografico Enzo Ferrari: the Man and the Machine del giornalista statunitense Brock Yates, è disponibile nelle sale cinematografiche italiane dal 14 dicembre grazie alla distribuzione di Rai Cinema e 01 Distribuition.

Trama del film Ferrari

Il film Ferrari di Mann e Kennedy Martin si ambienta nel 1957. Enzo Ferrari, ex-pilota e adesso imprenditore di una delle maggiori aziende dell’Italia post-bellica, deve risolvere diversi problemi.

Primo tra questi, il figlio illegittimo Piero, nato dalla relazione con Lina Lardi, la quale non è accettata dalla moglie Laura. E mentre i conflitti  tra le due donne lo feriscono, si aggiunge il dolore per la perdita del figlio Dino (avuto con Laura) e una crisi della propria azienda. In questa situazione critica, Enzo decide di puntare tutto sull’ex-aristocratico spagnolo Alfonso de Portago, divenuto pilota di auto da corsa, per vincere la competizione di corsa Mille Miglia e battere le aziende rivali Jaguar e Maserati, mentre all’orizzonte si profila un possibile accordo con Henry Ford o Gianni Agnelli.

Penélope Cruz è la (vera) protagonista del film Ferrari, nonostante l’impegno di Adam Driver

Anziché presentarci una biografia completa del protagonista, così come hanno fatto Christopher Nolan con Robert Oppenheimer in Oppenheimer e Ridley Scott con Napoleone Bonaparte in Napoleon, Michael Mann e Troy Kennedy Martin scelgono di narrare soltanto un anno della vita di Enzo Ferrari.

La pellicola presenta due figure diverse di Enzo Ferrari: da una parte abbiamo il grande imprenditore, il simbolo del Made in Italy nel mondo, colui che ha saputo far rinascere una nazione dalle ceneri della Seconda Guerra mondiale, l’uomo appassionato di motori e di corse d’auto; invece, dall’altra parte, c’è colui che vuole tutelare il figlio illegittimo Piero, al quale mostra il suo amore (ad esempio, quando il bimbo gli chiede l’autografo del pilota iberico), diviso fra la moglie Laura (con la quale dirige l’azienda) e l’amante Lina (con la quale vive in una campagna idilliaca nella provincia di Modena, lontano dal trambusto delle corse e della fabbrica).

Il personaggio di Driver appare freddo, metodico, ingegnoso, un genio dell’imprenditoria, ma colei che brilla davvero è Penélope Cruz. La deuteragonista del film di Mann è una moglie ferita nel proprio animo da quella relazione clandestina che tutta Modena conosce. Nonostante le ferite nel suo animo, costei non si abbatte e  provvede continuamente all’attività inaugurata assieme al marito, mostrando di condividere la sua medesima passione per i motori e di avere a cuore un’azienda, divenuta vero e proprio motivo di orgoglio per la città di Modena. I personaggi interpretati da  Woodley, Dempsey,  Leone e Gadon, invece, non riescono a brillare: li vediamo quando sono felici, sorridono, quando fanno festa, esaltano, piangono, sudano e quando urlano, eppure non riusciamo veramente a creare una connessione, così restano delle semplici figure di contorno.

L’Italia come colei che ha generato i protagonisti e la passione per i motori che anima i personaggi

L’altra protagonista del film Ferrari, dietro Enzo Ferrari e Laura, è l’Italia dell’immediato boom economico, che arrivò soltanto pochi anni dopo gli eventi narrati nella pellicola. La campagna modenese con le sue distese di erba, i contadini intenti al lavoro e le donne che indossano lo scialle, rappresenta la componente folk ed etnica del film, quella parte di paese che ancora non ha conosciuto questa nuova ondata di modernizzazione (rispetto al resto delle scene urbane, dove possiamo vedere il centro del capoluogo di provincia dell’Emilia-Romagna), ma anche un luogo per Enzo e Lina in cui appartarsi, una sorta di locus amoenus riscoperto dall’imprenditore per concedersi una tregua dalla frenetica vita da direttore d’azienda.  Modena, Brescia, Monza, Roma e il Gran Sasso non sono dei semplici scenari per il film di Mann, piuttosto sono il cuore pulsante del film Ferrari, dato che Enzo, Piero, Laura, Lina e Piero Taruffi sono il prodotto socioculturale del Belpaese.

Il regista  mette in scena la sua maestria registica, abbandonando il thriller per il genere sportivo. Le corse d’auto sono ben dirette, emerge la passione della scuderia Ferrari per i motori, quella passione che diventa l’unico scopo di vita, quella che anima e scalda i corpi di questi ingegneri e meccanici.

I difetti del film Ferrari: dalla CGI (usata in poche scene) ad una narrazione priva di ambizione

Il film, presentato alla Mostra del cinema di Venezia, non è privo di difetti.  A parte qualche scena con una CGI poco curata e frettolosa, dovuta al fatto di essere un prodotto con un budget ridotto, il film poteva ambire a qualcosa in più. La mancanza di ambizione è associata al fatto che il regista Michael Mann abbia voluto narrare solo una vicenda di Enzo. Se da una parte questo è stato un bene per evitare di presentare troppi eventi frettolosamente (come nel caso di Napoleon di Scott), dall’altra parte non offre un ritratto completo della vita dei protagonisti. 

Ferrari di Michael Mann si rivela un buon film, ben diretto e con una buona scrittura dei personaggi, eppure al regista, allo sceneggiatore e ad Adam Driver non è stata fornita la possibilità di superarsi e di riuscire a realizzare qualcosa di unico e irripetibile da vedere, come Rush di Ron Howard o Le Mans ’66- La grande sfida di James Mangold.

Fonte immagine: Wikipedia 

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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