Hazbin Hotel: l’Inferno di Vivziepop conquista il pubblico | Recensione

Hazbin Hotel

Correva l’anno 2019 quando Vivienne Medrano, conosciuta sul web come Vivziepop, ha pubblicato sul proprio canale YouTube l’episodio pilota di una serie animata per adulti da lei ideata, animando personaggi già presenti nel suo webcomic Zoophobia e dando vita a personaggi completamente nuovi: Hazbin Hotel approda quindi sul web, riuscendo a raggiungere decine di migliaia di spettatori. Il successo impressionante del pilot è riuscito ad attirare l’attenzione della casa di produzione A24 che, nel 2020, ha deciso di scommettere su Hazbin Hotel producendone una serie completa: si è fatta attendere per ben 4 anni, ma a gennaio 2024 la prima stagione di quello che era un fenomeno web è stata resa disponibile su Amazon Prime Video, diventando in breve tempo il fenomeno dell’anno, quantomeno per quanto riguarda le serie d’animazione.

Ma di cosa parla Hazbin Hotel e cosa l’ha resa la serie d’animazione del momento a così poco tempo dalla sua uscita? 

C’era una volta una principessa con un grande sogno…

La narrazione di Hazbin Hotel si apre con un racconto che potrebbe suonare parecchio familiare ai più: c’era una volta il Paradiso, un luogo grandioso oltre ogni tipo di immaginazione, il cui equilibrio era mantenuto dagli angeli, esseri meravigliosi che consentivano al bene di regnare e prosperare, tenendo ben lontano il male dalle porte del proprio regno. Dalla polvere della Terra furono creati Adamo e Lilith, il primo uomo e la prima donna, destinati a vivere nel Giardino dell’Eden. Sebbene i due furono creati per essere pari, Adamo desiderava esercitare il suo controllo su Lilith; la donna si oppose e fuggì dall’Eden. Il cammino di Lilith incrociò quello di Lucifero, un angelo ribelle e anticonformista, mal visto dai grandi saggi del Paradiso a causa delle sue idee controcorrente riguardo il creato. I due si innamorarono, ma non solo: avendo in comune gli stessi ideali sul libero arbitrio, decisero di condividerli con la nascente umanità, a partire da Eva, nuova moglie di Adamo, a cui offrirono il frutto proibito della conoscenza, che la donna accettò di buon grado. Questo atto di disubbidienza da parte di Eva, però, fece sì che il male riuscisse a insinuarsi sulla Terra, dando vita a un nuovo regno che sorse al di sotto del Paradiso: l’Inferno, dove Lucifero e Lilith furono condannati a vivere per l’eternità. A causa dei peccati commessi dall’umanità, l’Inferno divenne sempre più popoloso, al punto da risultare una minaccia per l’ordine del Paradiso: per ovviare a questo problema e tenere sotto controllo i demoni, gli angeli decisero di mandare annualmente un gruppo di angeli sterminatori, guidati dallo stesso Adamo, a eliminare definitivamente centinaia di anime dannate.

Questa soluzione, però, appare un po’ eccessivamente cruenta alla principessa dell’Inferno, Charlie, figlia di Lucifero e Lilith. La ragazza, inguaribile sognatrice che riesce a vedere il bene in ogni creatura (dannati inclusi), ha un piano tutto suo per sfollare l’Inferno: con l’aiuto della sua fidanzata Vaggie, decide di costruire l’Happy Hotel, luogo in cui le anime dannate hanno l’opportunità di provare a riabilitarsi, in modo da poter abbandonare l’abisso infernale e accedere alle porte del Paradiso – oltre alla possibilità di soggiornare gratis durante il proprio percorso di redenzione. Il sogno di Charlie, inizialmente, sembra non essere destinato a diventare realtà: l’accoglienza da parte del pubblico è tutt’altro che entusiasta, e l’unico ospite dell’hotel, la star del cinema a luci rosse Angel Dust, sembra avere interesse solo per la parte del piano che riguarda il soggiorno gratuito. Nonostante il clamoroso insuccesso, l’idea di Charlie riesce ad attirare l’interesse del misterioso demone della radio Alastor, che decide di aiutare la ragazza rendendo il suo hotel più appetibile alle anime dannate – a partire dal nome, che diventa Hazbin Hotel, gioco di parole che richiama la locuzione has been.

«Today is gonna be a fuckin’ happy day in Hell!»

Sebbene fosse solo un abbozzo di cosa sarebbe diventata in seguito Hazbin Hotel, era chiaro fin dal pilot quali sarebbero stati i punti di forza di questa serie: non tanto la trama in sé, quanto il vortice di colori e emozioni in cui l’opera di ViviziePop riesce a trascinare lo spettatore attraverso i suoi personaggi, le sue canzoni e il suo umorismo irriverente.

La prima cosa che colpisce è l’aspetto estetico della serie, curato in ogni minimo dettaglio, dalle palette di colori che cambiano a seconda delle ambientazioni all’estetica dei personaggi: l’aspetto assunto dalle anime dannate rimanda sia al contesto storico in cui queste hanno vissuto quando erano ancora umani (soprattutto attraverso l’abbigliamento), sia alla loro personalità, oltre a suggerire alcuni indizi riguardo il come siano morti – cosa di cui ancora non si è a conoscenza al termine della prima stagione della serie. Ma la cura impiegata da Vivienne Medrano nel character design delle proprie creature non si limita all’aspetto grafico: tutti i personaggi di Hazbin Hotel sono perfettamente sfaccettati anche dal punto di vista psicologico, con un’identità definita che viene ribadita – in caso ce ne fosse bisogno – attraverso il linguaggio e lo stile delle canzoni a cui prendono parte. Ad esempio, la protagonista Charlie ha tutta l’aria di essere una principessa Disney catapultata in uno scenario infernale: a suggerire ciò non è solo lo sguardo sognante, la lunga chioma bionda, il fatto che l’intera trama della serie si sviluppi a partire dai suoi intenti ottimisti e altruistici, ma gli elementi fiabeschi che la caratterizzano si estendono allo stile delle sue canzoni, con una sonorità che rimanda molto a brani come Part of your world (La Sirenetta) o Belle (La Bella e la Bestia). Gli intermezzi musicali di Alastor, demone della radio assai legato alla tradizione dell’epoca pre-televisiva, rimandano allo swing jazz, mentre la famosissima Poison/Veleno di Angel Dust, star del cinema per adulti con atteggiamenti maliziosi e movenze provocatorie, è caratterizzata da una musicalità assai vicina a quella delle hit di dive del pop quali Britney Spears o Madonna. Questa incredibile cura nei dettagli coinvolge anche i personaggi secondari: ad esempio, l’Overlord Zestial, apparso in un solo episodio della prima stagione, si esprime in un dialetto arcaico che ricorda l’inglese della prima età moderna, elemento volto a sottolineare la sua antichità e il suo prestigio.

Ma torniamo all’aspetto musicale: le (numerose) canzoni, composte e scritte appositamente per la serie, possono essere definite – assieme ai personaggi – come il vero e proprio cuore pulsante di Hazbin Hotel. Gli intervalli musicali presenti all’interno degli episodi non sono mai fini a sé stessi: i testi riflettono le personalità dei personaggi, ne raccontano la storia, e addirittura capita spesso che rivelazioni fondamentali ai fini della trama si svolgano proprio all’interno delle canzoni – come nel caso di You didn’t know/Quindi non sai o Whatever it takes/Di tutto farei. Ed è questo, forse, il motivo per cui la serie, pur essendo un vero e proprio musical, sia riuscita a conquistare anche i cuori di chi generalmente non ama i musical.

Quello che, invece, può essere definito come un’arma a doppio taglio è il tipo di umorismo che caratterizza Hazbin Hotel: irriverente, diretto e a tratti volgare, che non si risparmia in quanto a turpiloquio e allusioni sessuali. Il che è assolutamente giustificato dal contesto in cui la serie si svolge – sia per l’ambientazione infernale e caotica, sia per l’identità web del prodotto -, ma potrebbe risultare comunque troppo alle orecchie di qualche spettatore.

Ciliegina sulla torta è il fatto che, a fare da sfondo alle vicende in cui si svolge la narrazione, vi sia un world building spettacolare: la cittadina in cui è situato l’hotel di Charlie è solo una piccola parte del mondo ultraterreno completamente riadattato dall’immaginario di Vivziepop, con una propria struttura e delle proprie gerarchie (riprese solo in parte dagli scritti religiosi). Questo aspetto viene meglio approfondito in Helluva Boss, webserie ambientata nello stesso universo di Hazbin Hotel (ma con una trama e un cast principale di personaggi diverso) in cui la Medrano approfondisce «personaggi e società che esistono già all’Inferno», focalizzandosi sui rapporti che intercorrono tra essi.

«L’inferno è per sempre»? Dalla morale religiosa alla critica sociale

(Attenzione! Questo paragrafo contiene alcuni spoiler sulla prima stagione di Hazbin Hotel)

Tematica principale discussa all’interno della serie è quella della redenzione: il sogno di Charlie si fonda sull’idea che un’anima dannata possa redimersi; attraverso ciò, Hazbin Hotel mette in luce una riflessione riguardo la morale cristiana, il concetto di peccato e la rigidità di alcuni metri di giudizio, basati sulla dicotomia tra bianco e nero, senza lasciare spazio ad alcuna sfumatura. Effettivamente, nel corso della storia veniamo a conoscenza di alcuni demoni che non risultano poi così malvagi: sappiamo che sono all’Inferno e che sono stati dei peccatori nel corso della vita, ma il peccato che hanno commesso è così grave da condannarli a un’eternità di tormento e sofferenza? Tutte queste anime dannate sono state cattive persone quando erano in vita, o basta aver commesso un errore per essere condannati per l’eternità? La risposta che ci dà Adamo è che funziona esattamente così: si vive una volta sola, e un solo sbaglio può tramutarsi in una condanna eterna. Risposta che alle orecchie di Charlie e Emily suona parecchio ingiusta: come si può ridurre la morale a una contrapposizione tra bene e male, tra bianco e nero? E come può la vita terrena, svoltasi in un lasso di tempo decisamente limitato rispetto all’eternità a cui un’anima è destinata, essere l’unico elemento determinante? Allo stesso modo, vediamo angeli assumere comportamenti decisamente discutibili dal punto di vista etico – in primis Adamo – che sembrano però essere certi di avere un posto in Paradiso assicurato, mentre altri vengono condannati all’Inferno per essersi opposti all’ordine imposto, nonostante le buone intenzioni – come nel caso di Vaggie.

Ciò che la serie lascia intendere attraverso il discorso riguardo la redenzione, la morale e le regole apre a una profonda riflessione riguardo la morale imposta dalle religioni – a partire dall’idea del peccato originale, che consiste in un singolo atto di disubbidienza -, ma non si limita a questo. La contrapposizione tra angeli e dannati, infatti, può risultare come un’allegoria a una società ancora troppo perbenista e etichettante; questo tipo di critica non è di certo particolarmente innovativo, ma il fatto che faccia ancora discutere lascia intendere che potrebbe essere ancora fondamentale.  

Italians do it better?

L’adattamento italiano di Hazbin Hotel è stato parecchio lodato dalla critica e dal pubblico, ottenendo reazioni entusiaste anche dalla stessa Vivienne Medrano: effettivamente il doppiaggio italiano è riuscito a rendere pienamente giustizia alla personalità dei personaggi e ha riadattato egregiamente giochi di parole e tratti linguistici distintivi. Sono stati in molti a definire la versione italiana della serie addirittura migliore di quella originale, e ciò può essere dovuto non solo ai grandi nomi del doppiaggio di cui vanta il cast, ma anche alla resa di alcune battute e giochi di parole – sarà che per quanto riguarda il turpiloquio, probabilmente, la nostra lingua è imbattibile. Unica pecca dell’adattamento italiano è nelle parti musicali: sebbene il lavoro di Rossa Caputo, doppiatrice di Charlie e fan appassionata della serie, sia stato ottimo nel riarrangiare i brani e adattare i testi, dal punto di vista canoro il cast italiano non risulta all’altezza di quello originale, che fa affidamento su diversi nomi noti nell’ambito del musical di Broadway.

Hazbin Hotel: la serie del momento che è ancora una serie di nicchia

Naturalmente, nonostante qualcuno l’abbia definita un capolavoro, Hazbin Hotel non è una serie esente da difetti. E il suo difetto più grande è, probabilmente, quello che per certi versi ha rappresentato anche il suo più grande punto di forza al momento del lancio su Prime Video, ovvero il fatto che la narrazione non si esaurisca agli episodi mandati in onda, ma prosegua attraverso gli account di social media della sua ideatrice.

Ma procediamo con ordine: come abbiamo già accennato, il pilot di Hazbin Hotel è stato pubblicato su YouTube, ed è stato prodotto grazie alle donazioni ricevute da Vivienne Medrano su Patreon. Il progetto, quindi, è stato appoggiato fin dalla sua ideazione da un pubblico parecchio numeroso e affezionato, che VivziePop è riuscita a costruirsi nel corso degli anni attraverso fanwork e creazioni originali, pubblicate su YouTube e su altri account social. Ed è a questo pubblico che la Medrano ha continuato a rivolgersi nel corso degli anni, condividendo dettagli e anticipazioni riguardo Hazbin Hotel e i suoi personaggi, che hanno tenuto vivo l’interesse delle persone nei cinque anni di attesa tra la pubblicazione dell’episodio pilota e il lancio della serie su Prime Video. La serie aveva, insomma, una fanbase solida pronta ad accoglierla e già consapevole di alcune dinamiche interne alla narrazione; ma se ciò da un lato ha consentito ad Hazbin Hotel di ricevere un’accoglienza particolarmente calorosa fin dal giorno zero, dall’altro il dare per scontato che le persone già sappiano determinate cose rischia di tagliare fuori potenziali nuovi spettatori, che potrebbero considerare alcune dinamiche poco chiare o credere che nella serie siano presenti buchi di trama. Anche a seguito del lancio della serie su Prime Video, infatti, Vivienne Medrano ha continuato a colmare alcune lacune narrative presenti nella prima stagione tramite post sui propri profili social o tramite interviste, facendo sì che per comprendere pienamente la serie non basti guardare gli episodi, ma sia necessario seguire attivamente la sua ideatrice e/o cercare approfondimenti online. Questa estrema multimedialità di Hazbin Hotel fa sì che, quantomeno a primo impatto, la serie possa risultare confusionaria e la narrazione parecchio affrettata: sicuramente il tutto risulta positivo se si vuole suscitare curiosità per tutto ciò che si trova dietro ciò che vediamo sulla piattaforma di streaming, ma il rischio di rilegarla alla nicchia potrebbe rappresentare un pericolo per il futuro della serie stessa.

Quando uscirà la seconda stagione di Hazbin Hotel?

Grazie al successo ottenuto dagli otto episodi che compongono la prima stagione di Hazbin Hotel, Prime Video ha già confermato la pubblicazione di una seconda stagione; sebbene gli interpreti stiano già lavorando al doppiaggio, però, non si ha ancora una data precisa per il lancio sulla piattaforma. Vivienne Medrano si è premurata di rassicurare i fan, che già temevano di dover attendere per altri cinque anni o giù di lì: secondo la creatrice, la stagione dovrebbe veder la luce entro la fine del 2025. Nel frattempo, per approfondire ulteriormente l’universo in cui si svolgono le vicende di Hazbin Hotel, potete recuperare la sopracitata Helluva Boss, webserie prodotta dalla stessa Medrano in cui conoscere altri dei suoi personaggi: i nuovi episodi della seconda stagione verranno pubblicati da maggio a dicembre 2024 sul canale YouTube ufficiale di VivziePop!

Immagine in evidenza da Wikipedia

A proposito di Paola Cannatà

Studentessa magistrale presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale". Le mie più grandi passioni sono i peluche e i film d'animazione Disney, ma adoro anche cinema, serie TV e anime (soprattutto di genere sci-fi), i videogiochi e il buon cibo.

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