Il film Alive: un gamer fra gli zombie | Recensione

Alive, un gamer fra gli zombie | Recensione

La Corea del Sud ci ha da sempre dimostrato di essere ormai i maestri degli zombie movie dopo Train to Busan, Kingdom e All of Us are Dead hanno imposto sul mercato lo zombie moderno, corridori infetti che mangiano persone a destra e manca, senza tagli e con scene anche abbastanza  crude. Durante il pieno della pandemia Covid19 nel 2020 si è pensato di girare un film sempre di zombie ma con l’aggiunta dell’isolamento a noi tanto familiare, nasce il film Alive e vi presentiamo la nostra recensione.

Il film Alive è stato prodotto nel 2020, diretto da Cho Il-yung con soggetto di Matt Naylor. La pellicola è basata sul webtoon del 2014 intitolato Dead Days di Matt Naylor, di genere horror e a tema zombie il film ci racconta la storia di Oh Joon-woo (Yoo Ah-in) un ragazzo che come lavoro svolge quello dello streamer videoludico e lo vediamo sin da subito cimentarsi in una sessione streaming di Player Unknown Battlegrounds e durante il momento clue sull’orlo di vincere la partita la connessione si interrompe. Con i genitori e sorella fuori casa egli è da solo con il notiziario acceso e comincia a sentire una notizia sconcertante, ossia la diffusione di una malattia che porta aggressività verso gli altri individui e inizialmente non pensandoci si affaccia fuori la finestra notando subito dopo l’assenza anche del segnale. Poco dopo inizia a vedere dal vivo le atrocità di questa malattia e spaventato decide di seguire alla lettera ciò che le autorità suggeriscono, ovvero il restare chiusi in casa e di armarsi di provviste e non lasciar entrare nessuno. La preoccupazione nei confronti della sua famiglia è altissima ma purtroppo senza segnale e connessione è impossibile contattarli, dovrà cavarsela da solo. La sua esperienza diretta con uno zombie è dopo un breve stacco di scena, il suo vicino di casa bussa alla porta ferito spiegando di aver bisogno del bagno perchè aggredito dal fratello, titubante pensa di cacciarlo ma si lascia convincere per poi purtroppo notare come il suo comportamento stesse cambiando. Finisce nel trasformarsi in bagno e dopo una scena e sequenza action girata magistralmente riesce ad espellerlo dalle mura di cosa bloccando la porta d’ingresso con il frigorifero. Il tempo passa e la malattia continua a diffondersi, gli zombie sono ovunque e uscire di casa equivale al suicidio, grazie all’utilizzo del suo drone riesce a scovare la nostra seconda protagonista del film Alive, una ragazza che vive a qualche isolato più in là. Kim Yoo-bin (Park Shin-hye) ragazza determinata e campeggiatrice. Grazie ad una serie di comunicazioni attraverso dei cartelli iniziano a scambiarsi delle provviste tramite un filo improvvisato che passa dai balconi dei palazzi per poi cercare un modo di incontrarsi e collaborare.

Il resto del film Alive lo lasciamo a voi spettatori, vi garantiamo però che questo prodotto nonostante sia girato per lo più all’interno di una casa, ci mostra una apocalisse zombie perfettamente realistica, dimenticatevi gli eroi che escono e falciano montagne di non morti come se nulla fosse, qui parliamo di un sopravvissuto che si comporta come chiunque farebbe, chiudersi in casa e sperare nell’aiuto dei militari. La minaccia degli zombie è onnipresente e dimostrano di essere un costante pericolo specialmente con l’assenza di armi. Certo sembra un po’ irrealistico il fatto che Joon-woo da gamer incallito che è non conoscente minimamente gli zombie, ma è un piccolo difetto che si può sorvolare in cambio di una fotografia e recitazione eccellente. L’ansia e la paura sono costanti e le scene di violenza data dagli infetti sono crude e meravigliose ricordando per un certo aspetto quelle di Train to Busan. Anzi all’inizio quando il film fu rilasciato girava una teoria online dove si pensava che Train to Busan e Alive fossero collegati e ambientati in città differenti ed è effettivamente pensabile vista l’incredibile somiglianza con gli zombie. 

La scelta di rendere gran parte delle vicende all’interno delle mura domestiche non è un caso. Che sia per questione di realismo ed inettitudine del protagonista la motivazione principale è per rifarsi al Covid19, dove tutti si sono rinchiusi all’interno delle proprie abitazioni; per un certo senso ci è fin troppo familiare. Il film Alive fu inizialmente distribuito nelle sale sudcoreane il 24 giugno 2020 per poi essere acquisito nell’agosto 2020 da Netflix per la distribuzione internazionale, a livello di share ed incassi fu un successone con ben 14,7 milioni di dollari complessivi di incasso e l’86% di valutazioni positive su Rotten Tomatoes.

Fonte immagine in evidenza: Netflix copertina ufficiale

A proposito di Alessio Gentile

23 Anni Piccolo Content Creator Tratto di Giappone e Corea, principalmente il lato musicale Fissato con Idol, fumetti e tatuaggi

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