Luther: verso l’Inferno di Jaime Payne | La Recensione

Luther: verso l'Inferno

Luther: verso l’Inferno di Jaime Payne, la recensione del film con Idris Elba su Netflix, seguito della la serie tv della BBC

Luther: verso l’Inferno (Luther: The Fallen Sun)  è un film originale di Netlix disponibile da venerdì 10 marzo sulla  piattaforma streaming, seguito della serie tv Luther (creata da Neil Cross per BBC).

Gli attori Idris Elba e Dermot Crowley tornano a interpretare i rispettivi personaggi di John Luther e Martin Schenk; mentre, si aggiungono al cast anche Andy Serkis (noto per i suoi ruoli in motion-capture ne Il Signore degli Anelli, King Kong, Lo Hobbit, L’alba del pianeta delle scimmie, Le avventure di Tintin- Il segreto dell’Unicorno e dal vivo in Black Panther e The Batman), Cynthia Erivo (Widows- Eredità criminale, 7 sconosciuti a El Royale e Pinocchio), Hattie Morahan, Lauryn Ajufo e Vincent Regan. 

Luther: verso l’Inferno, il detective di Idris Elba torna per risolvere un nuovo caso 

La vicenda è ambientata nella Londra odierna, dopo gli eventi dell’ultima stagione della serie tv della BBC. Il poliziotto John Luther è stato accusato di aver abusato del suo potere, manipolato diverse indagini e contraffatto prove; così viene rinchiuso in prigione. Nel frattempo, una serie di omicidi e rapimenti sconvolgono la Gran Bretagna e il tutto si collega ad un misterioso magnate della tecnologia, di nome David Robey. La polizia di Londra ha sostituito il loro precedente agente con Odette Raine, la quale deve occuparsi del caso. Quando Luther riesce ad evadere dalla galera, decide di ingaggiare una battaglia personale con il suo nuovo nemico. 

Il mio nome è Luther, John Luther ! 

Luther: verso l’Inferno pone la seguente domanda: e se Idris Elba avesse interpretato l’agente segreto James Bond ? Il film prova a risolvere questo quesito, dal momento che è diviso in due parti: una prima parte in salsa poliziesca e noir (che si ricollega alle puntate dello show televisivo di Neil Cross) e l’altra in salsa spionistica (che sembra condividere la trama di un film o un romanzo di 007). Ed è proprio la sua seconda natura che cambia totalmente la natura della trama; Luther: verso l’Inferno si allontana dallo stile originario della serie tv precedente. Proprio come James Bond, John Luther deve vedersela contro un ricco miliardario sociopatico e bramoso di potere, il quale utilizza la tecnologia come asso nella manica. In questo caso, sembra che lo stesso Cross abbia voluto aumentare la posta in gioco del suo detective: affrontare un industriale maniaco anziché  un serial killer, un omicida o uno sfruttatore di prostitute come nello show televisivo. 

Sherlock Holmes e James Mortiarty sono ritornati a Londra

Nonostante il suo difetto, che consiste nel voler uscire fuori dai temi originari, il duo John Luther e David Robey è il punto forte della pellicola. Vedendo il detective di Elba affrontare il genio del male di Serkis,  sembra che lo sceneggiatore  riproponga lo scontro tra Sherlock Holmes e il suo acerrimo nemico (ossia il professor James Moriarty) sul piccolo schermo aggiornandolo negli anni Venti del XXI secolo. Il poliziotto fedele alla sua missione, spesso accusato di essere più un vigilante che un uomo di legge, e il miliardario cervellone sono il duo perfetto che suscita interesse e curiosità dello spettatore. Invece, gli altri personaggi (ad eccezione di Schenk, interpretato da Crowley) non riescono a imporsi sulla scena e restano, in gran parte, anonimi.  Dal punto di vista tecnico, sono eccezionali le scene d’azione (molto vicine a quelle dei film hollywoodiani), la fotografia, le scenografie (da Piccadilly Circus nel cuore della capitale inglese fino alle lande ghiacciate della Norvegia) e le musiche di Lorne Balfe. 

Luther: verso l’Inferno, un film piuttosto deludente per la svolta verso lo spionaggio 

Luther: verso l’Inferno è piuttosto deludente. Dalla BBC (autrice di cult televisivi come Peaky Blinders, Merlin, Taboo e lo stesso Luther) le aspettative erano alte, accresciute dall’idea di poter riprendere  i temi e allo stile della serie tv per un film. La pellicola riesce a intrattenere e può essere vista anche da coloro che non conoscono la serie originaria (nonostante l’inizio in media res); eppure ci aspettavamo qualcosa di diverso rispetto al tentativo di passare dal genere noir-giallo ad una banale spy-story. 

Fonte immagine di copertina: si ringrazia Netflix Italia per la foto 

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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