Mockumentary: il genere delle sitcom inventato da W. Allen

Mockumentary: il genere delle sitcom inventato da W. Allen

Il filone narrativo del Mockumentary nasce negli anni ’60, crasi delle parole “mock” (to moke, letteralmente: deridere, canzonare, prendere in giro) e “documentary”. Diventa popolare, invece, negli anni ’80, quando il regista Rob Reiner lo utilizza per descrivere il suo film This Is Spinal Tap (1984), nient’altro che una parodia di Rockumentary, il termine che viene utilizzato per definire documentari sulla musica e sui musicisti rock.

Il film di Reiner e, più in generale, questo tipo di pellicola racconta una storia di fantasia, satira o parodia facendogli assumere i tratti di un vero e proprio documentario che discute eventi della vita reale. Tratto distintivo del mockumentary è l’irriverenza e l’esagerazione, infatti la maggior parte dei prodotti sono commedie con stereotipi esasperati.

Questo genere cinematografico nasce dall’intenzione di criticare gli eventi di attualità, le tendenze della cultura pop, la società moderna, gli stili di vita, la religione e la politica. Stilisticamente, vengono pensati per assomigliare in tutti gli aspetti tecnici a un documentario. Gli espedienti cinematografici più utilizzati in progetti di questo genere, infatti, prediligono interviste, scene di “telecamere nascoste” e riprese di telecamere a mano. È interessante sottolineare che, spesso, molti di questi, non sono completamente opera di sceneggiature già scritte, bensì pura improvvisazione da parte degli attori. Non è raro, in effetti, trovare situazioni in cui gli attori sono anche sceneggiatori e/o registi. Così come non è raro vedere anche in tv, oltre che al cinema, esempi di mockumentary. Nello specifico, le sitcom sono quelle che più hanno beneficiato dell’adozione di questo stile cinematografico, ne sono un esempio The Office e Modern Family.

Lo stile del Mockumentary

Come già anticipato, questo genere di commedia si serve di tecniche narrative alternative, che rompono la metaforica quarta parete – quella che, in un progetto teatrale o cinematografico separa lo spettatore dai protagonisti – parlando direttamente al pubblico davanti alla telecamera o tramite una voce fuori campo. Potrebbe capitare, per esempio, che il regista/documentarista svolga un ruolo nella storia e fornisca qualche retroscena sul documentario che sta raccontando. Nonostante la grande diffusione del termine risalva solo agli anni ’80, uno dei primi esempi di mockumentary la ritroviamo nel 1969 con Take the Money and Run di Woody Allen. Nella pellicola, viene raccontata la carriera del maldestro rapinatore di banche Virgil Starkwell che viene interpretato dallo stesso Allen, che in questo progetto ha anche co-sceneggiato il film. Il film non ebbe particolare successo di pubblico, tuttavia riuscì a influenzare lo stile dei mockumentary prodotti negli anni successivi.

A proposito di Cinzia Esposito

Classe ’96 e studentessa magistrale in Corporate communication e media all’Università di Salerno. Vengo da una di quelle periferie di Napoli dove si pensa che anche le giornate di sole vadano meritate, perché nessuno ti regala niente. Per passione scrivo della realtà che mi circonda sperando che da grande (no, non lo sono ancora) possa diventare il mio lavoro.

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