Registi giapponesi: i 5 iconici, da conoscere

registi giapponesi i 5 iconici

Di tutte le cinematografie non occidentali, quella giapponese è stata indubbiamente quella che ha saputo meglio imporsi nell’ambito dell’intera storia del cinema mondiale. A determinare ciò hanno assunto un ruolo essenziale alcuni autori, come Akira Kurosawa, Yasujiro Ozu, Kenji Mizoguchi, recentemente Takeshi Kitano e sicuramente nell’ambito dell’animazione il celeberrimo Hayao Miyazaki. Scopriamo insieme chi sono questi registi giapponesi che hanno fatto la storia del cinema.

L’influenza del cinema giapponese nel mondo

Sebbene sarebbe un errore pensare al cinema giapponese come ad un casuale fiorire di talenti, bisogna immaginare il cinema giapponese raggiungere un alto successo cinematografico, nel sistema produttivo, già a partire dagli anni ‘60 del 900, traendo modelli di ispirazione che erano chiaramente riconnessi al filone del cinema espressionista tedesco, al noir statunitense e al cinema hollywoodiano.

I principali generi del cinema giapponese

A partire dagli anni ’80, l’espansione delle piccole case di produzione e lo sviluppo del nuovo mercato del video hanno rimodellato il sistema dei generi. I due principali generi del cinema giapponese sono:

Jidai-geki: il dramma storico in costume

Il genere Jidai-geki (時代劇) include film in costume, ambientati in un preciso contesto storico, solitamente prima del periodo Meiji (1868-1912). Il sottogenere più popolare è il chambara (letteralmente “combattimento con le spade”), che si concentra su storie di samurai, ronin e altri guerrieri. Molti film di Kurosawa, come I sette samurai e La fortezza nascosta, sono considerati dei capolavori del genere Jidai-geki.

Gendai-geki: il cinema contemporaneo

Il genere Gendai-geki (現代 劇) comprende invece film di ambientazione contemporanea, intesa come successiva al 1868. All’interno del Gendai-geki troviamo diversi sottogeneri, tra cui il dramma familiare, il poliziesco, il film di yakuza e il film di mostri (kaiju eiga). Un esempio di Gendai-geki è Viaggio a Tokyo di Ozu, mentre Godzilla di Ishiro Honda è un celebre kaiju eiga.

I 5 registi giapponesi più influenti

Ecco i cinque registi giapponesi che più di tutti hanno lasciato un segno indelebile nella storia del cinema, influenzando generazioni di cineasti in tutto il mondo.

Regista Caratteristica distintiva e opera iconica
Akira Kurosawa L’imperatore del cinema, ponte tra oriente e occidente. Opera: I sette samurai (1954).
Yasujiro Ozu Il maestro del quotidiano e dei drammi familiari (shomingeki). Opera: Viaggio a Tokyo (1953).
Kenji Mizoguchi Poeta dell’immagine e cantore della condizione femminile. Opera: I racconti della luna pallida d’agosto (1953).
Takeshi Kitano Genio eclettico, tra violenza stilizzata e poesia surreale. Opera: Hana-bi – Fiori di fuoco (1997).
Hayao Miyazaki Il mago dell’animazione, creatore di mondi fantastici e metaforici. Opera: La città incantata (2001).

1. Akira Kurosawa: l’imperatore del cinema

Tra i più importanti registi giapponesi al mondo, va ricordato Akira Kurosawa. Nato 100 anni fa, il 23 marzo 1910, da una famiglia di guerrieri samurai, è conosciuto come “l’imperatore del cinema giapponese”. Sotto l’influenza del fratello maggiore, la sua passione per la letteratura, in particolare per Shakespeare e i romanzieri russi, viene gradualmente ripresa nella sua vasta filmografia, come analizzato da archivi cinematografici autorevoli come The Criterion Collection. Già dal suo primo film, ‘’Sugata Sanshiro’’ (1943), presentò una perfetta sintesi tra il cinema d’azione americano e l’autentica ricerca psicologica nazionale. Tuttavia, la sua fama internazionale è dovuta a ‘’Rashomon‘’ (1950), che vinse il Leone d’Oro a Venezia e l’Oscar come miglior film straniero. Il suo stile semplice e grandioso è stato venerato da una generazione di cineasti americani come George Lucas e Francis Coppola e ha ispirato direttamente i western di Sergio Leone. La sua influenza è tale da essere celebrata persino nel videogioco ‘’Ghost Of Tsushima‘’ con una specifica “Modalità Kurosawa” in bianco e nero.

2. Yasujiro Ozu: il maestro del quotidiano

Sostenitore del cinema realista, nei suoi film Yasujiro Ozu riassume tradizioni e modernità del suo paese. Girerà sempre dei gendaigeki, in particolare degli shomingeki (drammi della gente comune), film dedicati al mondo della piccola borghesia, alla vita familiare, ai problemi coniugali, ai rapporti fra genitori e figli. Con il passare degli anni, le sue storie si concentrano sempre più sul mondo della famiglia, cogliendo la contraddizione tra la persistenza della tradizione e l’avvento della modernità. Tra gli elementi che caratterizzano il suo stile ci sono la posizione bassa e fissa della macchina da presa (il famoso “tatami shot”), le inquadrature frontali e il fatto che i personaggi sembrino parlare direttamente al pubblico. Il film più famoso e acclamato di Ozu è ‘’Viaggio a Tokyo‘’ (1953), la storia di una coppia di anziani che si reca a Tokyo per visitare i figli e le loro famiglie.

3. Kenji Mizoguchi: il poeta dell’immagine

Quando i suoi film cominciarono ad essere proiettati in Europa negli anni ‘50, fu la modernità del suo stile a sorprendere i critici occidentali, soprattutto i “giovani turchi” dei Cahiers du Cinéma. Kenji Mizoguchi preferiva modelli alternativi di rappresentazione, costruendo immagini complesse con lunghi piani sequenza che invitano lo spettatore a leggerle come quadri. Mizoguchi divenne uno dei principali registi giapponesi già negli anni ‘30. Nei suoi film predomina la rappresentazione del mondo femminile, attraverso la quale egli condanna con franchezza la società patriarcale, rimasta praticamente immutata nei secoli. Un’opera di grande prestigio fu ‘’I racconti della luna pallida d’agosto’’ (1953), film in costume ambientato nel XVI secolo che narra la storia di un artigiano vasaio che abbandona la moglie perché è ammaliato da un’affascinante aristocratica.

4. Takeshi Kitano: il genio eclettico

Nel 1989, Takeshi Kitano debutta alla regia con il poliziesco ‘’Violent Cop‘’, in cui ricopre il doppio ruolo di regista e attore. Si è affermato come autore con uno stile distintivo che combina inquadrature glaciali e fisse, violenza esplosiva e un tocco surreale. Il suo film ‘’Hana-bi – Fiori di fuoco’’ (1997), che ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ha ottenuto il riconoscimento internazionale. A guadagnarsi ulteriore successo è ‘’Sonatine’’ (1993), che sancisce definitivamente il suo talento visionario. Kitano è in grado di combinare gli aspetti fondamentali del cinema di genere con la sua profondità di pensiero e una commovente originalità poetica, riadattando in stile giapponese la Nouvelle vague.

5. Hayao Miyazaki: il mago dell’animazione

Miyazaki è oggi il re indiscusso dell’animazione giapponese, co-fondatore del celebre Studio Ghibli. A differenza di Walt Disney, con cui è stato talvolta paragonato, le storie di Hayao Miyazaki si evolvono lentamente tra realtà immaginaria e metaforica. I suoi personaggi sono rubati ai sogni e la sua immaginazione si sposa con le colonne sonore di Joe Hisaishi. Qui si ritrovano tutti i suoi temi più importanti: da quelli naturalistici e ambientalisti, alla critica del progresso, al pacifismo. Rispondendo al sostegno della critica e del pubblico nazionale, a partire dagli anni ’90 ha conosciuto il successo internazionale con ‘’La città incantata‘’ (Orso d’oro nel 2002 e Oscar per il miglior film d’animazione nel 2003, premio non ritirato per l’opposizione del regista alla guerra in Iraq) e alla carriera (Leone d’oro a Venezia nel 2005 e Oscar nel 2014). Il mondo di Miyazaki è una testimonianza delle contraddizioni del Giappone.

L’eredità duratura dei grandi registi giapponesi

I registi giapponesi hanno dato un contributo fondamentale alla storia del cinema, influenzando cineasti di tutto il mondo con il loro stile unico e le loro storie indimenticabili. Da Kurosawa a Miyazaki, questi maestri hanno saputo raccontare l’animo umano e la società giapponese con una profondità e una sensibilità che continuano ad affascinare il pubblico di oggi.

Fonte immagine in evidenza Registi giapponesi: i 5 iconici : Takeshi Kitano nel film ” Sonatine ” Wikipedia

Articolo aggiornato il: 10/09/2025

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A proposito di Martina Barone

Laureata in Lingue e Culture Comparate presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale e attualmente studentessa magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale all'Università degli Studi di Padova. La mia passione per le arti in tutte le sue forme dal cinema alla letteratura guida il mio percorso accademico e professionale. Ogni aspetto della creatività mi affascina, e credo fermamente nel potere delle storie e delle immagini di trasformare il mondo che ci circonda!

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