Re:Mind, le Idol nel cinema | Recensione

Re:Mind, le Idol nel cinema | Recensione

Di chi ti puoi fidare? È una domanda che spesso ci poniamo nella vita ed è triste poi scoprire che anche nella tua cerchia di amici più stretti ci possa essere un sospettato che ha rovinato la vostra intera reputazione o vi ha messo nei guai. Dal Giappone vi presentiamo la nostra recensione di Re:Mind, serie TV con protagonista il gruppo Idol Hinatazaka46, incentrata sull’ horror, il mistero e sulla fiducia. 

La prima domanda che uno spettatore si pone è se delle Idol siano capaci di recitare e di fare cinema, la risposta è sì!                     

Le idol in Giappone sono artiste per antonomasia, non devono solo saper cantare e ballare ma devono saper fare tutto, anche il cinema quando serve, e Re:Mind ne è una dimostrazione lampante.

Produzione e trama della serie Re:Mind

Prodotta per Netflix il 13 Ottobre 2017, Re:Mind venne distribuita anche su TV Tokyo a partire dal 19 ottobre. La serie è stata prodotta da Akira Uchikata, Yusuke Ishika e Yusuke Koroyasu, ovvero il management della Hinatazaka46, gruppo alle quali le attrici appartengono. Certamente, da questa premessa non bisogna aspettarsi una recitazione degna da Oscar, ma le ragazze sono riuscite a fare il loro egregiamente.

Re:Mind parla di un mistero che avvolge questa classe di liceali, le ragazze si svegliano tutte all’interno di una stanza in pieno stile occidentale, più simile al vittoriano per intenderci, sono undici e sono legate. La rappresentante di classe intuisce che potrebbe essere collegata alla scomparsa di una loro compagna di classe chiamata Miho. Inizialmente, nel panico dato della situazione, cercano di fuggire, ma si rendono conto che piano piano alcune ragazze cominciano a sparire dopo un mini blackout.

Da allora, si intuisce che la stanza vuole che tutte loro debbano confessare qualcosa e da lì comincia la caccia alla strega. Inizia così una serie di confessioni, tradimenti, fiducia infranta e antipatie tra le compagne. 

Trama apparentemente fin troppo semplice ma che lascia comunque ad un mistero ben scritto e contorto.

Recensione della serie

Nella serie Re:Mind, le Idol utilizzano i loro nomi reali anche all’interno della serie e diciamo che il loro ruolo della classe è coerente con la fama che i fan le hanno dato nel corso del tempo al gruppo. Ad esempio, vi abbiamo la secchiona perchè porta gli occhiali, la bulletta perchè grossa di statura e dalla voce più pesante, la più timida e la più codarda.

Alcuni atteggiamenti potrebbero risultare come dei clichè o degli stereotipi dei dorama nipponici, e in effetti un po’ lo sembra, ma visto il budget utilizzato e il cast composto da delle cantanti non si può pretendere più di tanto. Nonostante ciò, per quello che offrono la serie risulta guardabile e appassionante

Citiamo il budget perchè la serie è stata girata con un cachet relativamente basso, l’80% delle scene sono girate all’interno della stanza, mentre le pochissime location diverse sono la stessa scuola, per cui non c’è stato un grosso movimento delle artiste e della crew. La serie è composta da 13 episodi dalla durata di 30 minuti ciascuno ed è possibile fare binge watching e guardarla in un’intera giornata. Quest’ultima opzione è consigliata per evitare di perdersi dei dettagli della storia di Re:Mind, essendo a tratti complicata ed intricata

La regia è semplice ma ben riuscita, proponendoci un’ottima visione e una fotografia carina. Nonostante la monotonia delle location, non risulta pesante e noiosa, per gli appassionati del mystery potrebbe diventare una piccola droga.

L’ultima menzione d’onore va alla colonna sonora composta da Taro Makito e la sigla iniziale, cantata dallo stesso gruppo idol protagonista della serie.

Vi auguriamo una buona visione!

Fonte immagine in evidenza: Netflix

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A proposito di Alessio Gentile

23 Anni Piccolo Content Creator Tratto di Giappone e Corea, principalmente il lato musicale Fissato con Idol, fumetti e tatuaggi

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