Veloce come il vento: il film debutto di Matilda De Angelis

Veloce come il vento, il film debutto di Matilda De Angeli

Veloce come il vento è il film di debutto di Matilda De Angelis.

Uno tra gli astri nascenti più luminosi del cinema italiano è sicuramente Matilda De Angelis, una delle attrici più promettenti del panorama cinematografico italiano, e probabilmente parlare ancora di promessa del cinema è un appellativo che le sta stretto vista l’ormai ben avviata carriera nel Mondo del cinema. L’attrice originaria di Bologna sta facendo un gran bel percorso, tra le tante produzioni a cui ha partecipato può vantare anche di aver recitato con attori del calibro di Nicole Kidman e Hugh Grant, due pesi massimi del cinema mondiale, nella serie tv The Undoing andata in onda nel 2020.  Matilda ha inoltre lavorato con grandi registi come Sergio Castellitto, Sydney Sibilia, Alessandro Gassmann, Matteo Rovere, ed è stata la protagonista di serie tv che hanno riscosso un grandissimo successo, come Leonardo e La legge di Lidia Poët

La sua carriera sul grande schermo ha inizio nel 2016 con Veloce come il vento, diretto da Matteo Rovere, e liberamente ispirato alla vita del pilota di rally Carlo Capone, in cui l’attrice bolognese è la protagonista insieme al grandissimo Stefano Accorsi il quale interpreta Carlo Capone. Un debutto per niente male da parte della De Angelis, che fa notare sin da subito la sua grande attitudine nella recitazione, in un film che è stato super apprezzato dalla critica cinematografica, in cui lei e Stefano Accorsi si rendono protagonisti di un piccolo gioiello del cinema italiano, non a caso vincitore di ben 6 David di Donatello e 2 Nastri d’Argento.

In Veloce come il vento ritroviamo prepotentemente la Romagna, la Romagna in tutta la sua passione per i motori, il suo cuore e la sua follia. In questo film abbiamo Stefano Accorsi nei panni di Loris, il ballerino, ex grande pilota che si è perso dietro al suo carattere troppo spavaldo, e soprattutto all’eroina. Matilda De Angelis è Giulia, sua sorella, con lo stesso talento ma con la testa salda sulle spalle. Dopo la morte del padre Loris torna a casa, dopo anni di lontananza, per stabilirsi lì con la sua nuova fidanzata, e Giulia che vorrebbe solo badare al fratello minore, deve accettare questa situazione per non finire in mano agli assistenti sociali. Allo stesso tempo la ragazza ha bisogno di un lavoro per poter pagare le ipoteche che incombono sulla casa, e l’unico modo per riuscire in questa impresa sarà vincere il campionato GT, ed in questo sarà fondamentale l’aiuto di Loris. In questo modo i due si riavvicineranno, e dopo tanti litigi riusciranno a ritrovarsi e a volersi bene di nuovo, ricompattando la famiglia

In questa palpitante pellicola, il mondo delle corse si intreccia con la vita di una diciassettenne che improvvisamente deve farsi carico di una famiglia, provando a salvare il salvabile. In questa impresa ha un ruolo determinante Loris, il quale è diventato ormai un tossicodipendente senza scrupoli, che non ha più nulla da perdere, e che potrebbe barattare la sua stessa vita per una dose di eroina. Giulia inconsapevolmente riesce a far riaccendere in lui quel fuoco verso la vita attraverso la sua più grande passione, le corse automobilistiche; quindi Loris, ex prodigio del volante, dovrà allenarla per il campionato GT e lo farà rispolverando la sua vecchia Peugeot 205 turbo 16, il fiore all’occhiello della produzione di Veloce come il vento, messa a disposizione dal Musée de l’Aventure Peugeot di Sochaux.

Questo film viaggia ad un’intensità fortissima, è senza misure, partendo dal carattere di Loris, che come dice in una delle scene iniziali «di disperati veri si è rimasti in pochi» fino al coraggio folle di Giulia, che ad appena diciassette anni prende curve a 200 km orari. Apparentemente nessuno dei due ha ormai nulla da perdere, sono entrambi sul filo del rasoio, e la paura angosciante di trovarsi per l’ennesima volta ad essere risucchiati dalla loro stessa vita, li porta a dare il massimo ed il meglio di sé stessi per arrivare a vincere il campionato GT, anche se Loris continua a drogarsi nonostante Giulia provi a vietarglielo costantemente. Il modo avvolgente in cui viene raccontata questa storia in Veloce come il vento, fa si che lo spettatore non si distragga un attimo, nel film è come se non esistesse la dimensione del tempo, ci si concentra sulla totale assenza delle coordinate temporali, che sospendono la pellicola in un universo emotivo e relazionale in cui sta tutto; un tempo sospeso come le vite dei due protagonisti, come la vita di un pilota in gara, sospeso tra curve e rettilinei che sembrano non finire mai.

L’aspetto che colpisce di più di questo piccolo capolavoro del cinema italiano, è l’attaccamento alla vita, alla sopravvivenza delle proprie emozioni, il modo in cui una passione, un fuoco che arde dentro,  possa essere il motore propulsivo per riprendere in mano un qualcosa che era ormai ridotto in cocci, anche se in maniera del tutto inconsapevole. In questo caso l’amore per l’automobilismo fa svoltare la vita sia di Giulia che di Loris, durante Veloce come il vento il senso di famiglia cresce costantemente senza che gli stessi protagonisti se ne accorgano, quindi grazie alla dedizione ritrovata da Loris e a quella instancabile di Giulia, lentamente si ricompone una famiglia quasi distrutta dalle circostanze della vita.

Il momento più difficile nel film è l’infortunio di Giulia, che impossibilitata a gareggiare perde anche l’occasione di pagare l’ipoteca che incombeva sulla casa, così perde il fratellino più piccolo che viene dato in affidamento. A questo punto sale in cattedra Loris, il quale decide di partecipare alla Italian Race, una corsa illegale e pericolosa, che vincerà schiantandosi poco dopo il traguardo.  Alla fine del film però i debiti sono tutti pagati grazie alla vittoria di Loris, il fratello minore torna a casa e Loris si salva anche da possibili conseguenze gravi dettate dall’incidente, così l’ultimo ciak immortala tutti e tre i fratelli, che in un abbraccio sciolgono definitivamente tutti i rancori e tornano ad essere una famiglia. 

Possiamo dire con assoluta certezza che anche se Veloce come il vento all’epoca era semplicemente il film di debutto di Matilda De Angelis, e quindi l’attenzione era tutta rivolta a Stefano Accorsi, si intravedevano già delle qualità importanti nell’attrice bolognese, e lo stesso Accorsi nelle varie interviste di presentazione del film ha sempre speso parole importanti per lei, difatti, dalla carriera che sta avendo, possiamo confermare che il talento intravisto nel lontano 2016 sta maturando alla grande.

Fonte immagine in evidenza: Prime Video

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