Affinché un’azienda possa perdurare e svilupparsi in un ambiente esterno dinamico è necessario che operi rispettando il principio di economicità della gestione: le combinazioni produttive devono generare ricavi superiori ai costi. Il conseguimento e il mantenimento dell’equilibrio economico, in condizioni di incertezza, richiede che le decisioni siano il frutto di una consapevole pianificazione strategica.
Tale processo si sviluppa attraverso una previsione dei futuri mutamenti delle condizioni ambientali, una programmazione dell’azione aziendale e un rigoroso controllo dei risultati. La qualità della pianificazione sta nella sua capacità di configurare con chiarezza gli indirizzi di sviluppo del sistema aziendale.
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Le 4 fasi del processo di pianificazione strategica
La pianificazione strategica è il processo con il quale si definiscono gli obiettivi di lungo termine e si elaborano le strategie per conseguirli. È per sua natura dinamico e si articola tipicamente in quattro fasi fondamentali.
Fase | Descrizione dell’attività |
---|---|
1. Analisi strategica | Studio dell’ambiente esterno (mercato, concorrenti) e interno (risorse, competenze). |
2. Formulazione della strategia | Definizione della mission, degli obiettivi e delle strategie per raggiungerli. |
3. Implementazione della strategia | Traduzione dei piani in azioni concrete, allocando risorse e definendo responsabilità. |
4. Controllo e valutazione | Monitoraggio dei risultati per verificare la conformità con gli obiettivi e apportare correzioni. |
L’analisi swot: conoscere l’interno e l’esterno
Uno strumento fondamentale nella fase di analisi è la matrice SWOT. Essa permette di analizzare l’ambiente interno ed esterno per identificare i fattori chiave che influenzano la performance aziendale. È importante analizzare l’ambiente esterno consultando dati ufficiali, come quelli forniti da enti istituzionali quali Unioncamere, per valutare minacce e opportunità.
- Punti di forza (Strengths): i fattori interni che determinano un successo. Spesso risiedono nella qualità del prodotto, nel posizionamento del marchio o in competenze distintive.
- Punti di debolezza (Weaknesses): i fattori interni che rappresentano uno svantaggio rispetto alla concorrenza e che necessitano di miglioramento, ad esempio a livello tecnologico.
- Opportunità (Opportunities): le condizioni esterne favorevoli che l’azienda può sfruttare a proprio vantaggio (es. nuove tendenze di mercato).
- Minacce (Threats): le condizioni esterne sfavorevoli che possono mettere a rischio la redditività dell’impresa (es. nuovi competitor).
Il vantaggio competitivo: l’obiettivo finale della strategia
Il fine ultimo della pianificazione strategica è ottenere un vantaggio competitivo, ovvero la capacità dell’impresa di raggiungere una redditività superiore a quella media del settore. Secondo il modello di Michael Porter, descritto in opere fondamentali come “Competitive Advantage”, esistono due modi principali per ottenerlo:
- Vantaggio di costo: si ottiene offrendo un prodotto identico a quello dei concorrenti ma a un prezzo inferiore, grazie a una maggiore efficienza operativa.
- Vantaggio di differenziazione: si ottiene offrendo un prodotto percepito come unico dal cliente, che per questo è disposto a pagare un prezzo superiore (premium price).
A fronte dei continui mutamenti, la strategia deve essere costantemente aggiornata. Come evidenziato da fonti autorevoli come la Harvard Business Review, la strategia non è un piano statico ma un processo continuo di adattamento. In conclusione, per un’azienda è necessario essere sempre aggiornati sulle dinamiche interne ed esterne per poter prosperare.
Fonte Immagine: Pixabay
Articolo aggiornato il: 15/09/2025