Cos’è un’eco chamber: il fenomeno dell’informazione digitale

Cos’è un’eco chamber: il fenomeno dell’informazione digitale

Nell’Antropocene, l’attuale epoca geologica della Terra, l’avvento della tecnologia e di internet ha ridotto drasticamente la comunicazione face-to-face tra le persone, fino quasi ad abrogarla del tutto; di conseguenza, gli individui si rifugiano nelle proprie convinzioni, sottraendosi da ogni tipo di analisi critica della situazione e dando luogo alle cosiddette camere dell’eco. Ma cos’è un’eco chamber?

Cos’è un’eco chamber?

Questo termine deriva dal fenomeno fisico dell’eco, dove le onde sonore si espandono e rimbombano in un recinto cavo, per indicare metaforicamente una situazione in cui l’utente viene bombardato da informazioni che rafforzano il suo punto di vista e vengono amplificate all’interno di un sistema definito. Cos’è che prevede il meccanismo di un’eco chamber è la censura delle fonti, che veicolano punti di visita contrastanti, per eludere la possibilità che le risorse fornite vengano messe in dubbio.

L’effetto prodotto è, quindi, una polarizzazione dell’informazione, ossia una concentrazione di informazioni interne ormai radicate nella mente dell’individuo, che impedisce un’apertura verso l’esterno e la formazione di un pensiero critico.

Eco chamber nei social media

Cos’è che alimenta la formazione dell’eco chamber sono proprio i social media, perché gli algoritmi delle piattaforme social sono in grado di filtrare le notizie che interessano l’utente e di proporgli contenuti pari o simili a quest’ultime. In questo modo, nel feed degli utenti compariranno notizie, articoli e commenti che si presteranno a rafforzare una visione univoca ed acritica su quell’argomento.

Diffusione delle fake news

Il fenomeno dell’eco chamber ha, inoltre, contribuito alla diffusione delle bufale. Cos’è che lo rende possibile sono gli algoritmi dei social network, che delimitano una cerchia di informazioni da proliferare in base a ciò a cui l’utente ha già mostrato interesse in precedenza, così da delineare un’eco chamber adatta allo user in questione. Al loro interno, le opinioni si amplificano, al punto tale da radicalizzarsi ed estremizzarsi, e condurre più facilmente ad episodi di diffusione di fake news. L’utente fatica a discernere la verità dei fatti dalle bufale e così facendo favorisce lo sviluppo della disinformazione. Inoltre, smascherare le fake news non è soltanto un’impresa difficile, ma talvolta si manifesta anche controproducente

Per tal motivo, questo fenomeno non colpisce solo il singolo destinatario, ma agisce a svantaggio anche dei gruppi di persone, che scambiano e condividono informazioni l’uno con l’altro. Nel momento in cui un determinato numero di persone sembra credere ad una diceria, quest’ultimo potrebbe convincere altre persone a sostenerla. Si parla di una vera e propria crisi dell’informazione in rete.

Cos’è che accomuna un filter bubble con un’eco chamber?

Il fenomeno della bolla di filtraggio si sovrappone in molti punti a quello della camera dell’eco; ma, cos’è che rende un’eco chamber così simile ad un filter bubble? Così come la prima nell’ambito dei social media, quest’ultima è il risultato del sistema di personalizzazione dei risultati di ricerche su siti, che registrano la storia del comportamento dell’utente. Gli algoritmi di questi siti sono in grado di sfruttare le informazioni sull’utente, ricavate da click precedenti, per selezionare contenuti simili a quelli con cui gli utenti di solito interagiscono e farli apparire nel loro feed.

L’effetto è di escludere il destinatario da informazioni che sono in contrasto con il suo punto di vista e farlo accedere a contenuti che non fanno altro che confermare le sue opinioni, isolandolo intellettualmente nella sua bolla culturale o ideologica

Questo continuo proliferare di informazioni ci mette sull’attenti ogni qualvolta veniamo a contatto con una notizia, perché è necessario accertarci della sua veridicità, nonostante spesso questo si rilevi un’impresa alquanto ardua, prima di diffonderla e contribuire, eventualmente, al propagarsi della disinformazione.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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