Antropocene: come riflettere sul tema

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L’SOS ambientale, lanciato ormai da svariati anni da tutte le organizzazioni mondiali, e i cambiamenti climatici sono ormai tematiche masticate un po’ da tutti e di cui tutti siamo a conoscenza a causa della crescente drasticità delle conseguenze a cui l’umanità sta andando incontro. Ma avete mai sentito parlare di Antropocene?

Il termine Antropocene deriva da due parole greche: anthropos (“uomo) e cene (“recente”; “epoca”) e viene utilizzato per indicare il periodo storico corrente in cui l’impatto umano è così determinante da star apportando cambiamenti irreversibili al nostro pianeta, sia per quanto concerne l’ambiente che gli ecosistemi

Secondo gli studiosi, l’Antropocene è la fase ultima e degenerata dell’Olocene, un’età cominciata dopo l’ultima era glaciale, ben 11.500 anni fa. L’Olocene è l’età che ha permesso alla civiltà così come la conosciamo noi di formarsi, grazie ad un’autoregolazione del clima che ha favorito, a sua volta, il presentarsi ciclico e sistematico delle stagioni. Ma qual è stato l’evento che ha marcato l’inizio della fine? A livello storico possiamo identificare alcune date che possono aiutarci con la collocazione temporale del fenomeno dell’Antropocene. 

  • 1610 – Il 1610 ha registrato i livelli più bassi di emissione di anidride carbonica nell’aria. Una conquista positiva per il genere umano dettata, però, dalla focalizzazione da parte delle potenze europee non tanto nell’agricoltura quanto nel genocidio di più di 50 milioni di indigeni in America;
  • 1776 – L’anno della svolta, l’anno in cui James Watt inventò la macchina a vapore che diede il via alla Rivoluzione Industriale ed al successivo colonialismo inglese che da lì a poco sarebbe sorto;
  • 1945 – Anno funesto per il genere umano che da lì a poco avrebbe assistito alla devastazione territoriale e non solo, a causa delle bombe atomiche sganciate dagli Stati Uniti sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, rispettivamente il 6 ed il 9 agosto 1945. Il 1945 è ricordato anche come l’anno del test Trinity che, svoltosi nel deserto della Jornada del Muerto in Nuovo Messico, fu il primo di una lunga serie di test volti a studiare la bomba nucleare. 

Date, queste, che hanno visto il crescente e dannoso impatto dell’essere umano sul pianeta terra, segnando l’inizio dell’Antropocene. Molti sono gli scienziati e gli studiosi che da tempo scrivono e divulgano sul tema dell’Antropocene e, più in generale, sulla necessità di agire per frenare delle conseguenze altrimenti irreversibili.  Proponiamo, qui di seguito, una lista di letture e di documentari che potranno accompagnarvi per mano verso la strada della consapevolezza, per attuare un cambio di rotta necessario per la salvezza dell’intero genere umano. 

  • Superare i limiti: la scienza del nostro pianeta (2021)

Attraverso le parole di David Attenborough e gli studi dello scienziato Johan Rockström, il film pone in rilievo il concetto di punto di non ritorno (“tipping point’”) nei vari sistemi che regolano il funzionamento del nostro paese: il clima, la biosfera, la biodiversità e le cosiddette nuove entità (ovvero nuovi materiali creati dagli essere umani i cui impatti sono ancora sconosciuti). l film mette in luce, inoltre, l’interconnessione fra tutti i sistemi sopracitati; nel momento in cui danneggiamo in maniera irreversibile una delle aree biofisiche, tutte le altre collasseranno di conseguenza. 

  • Il dilemma dell’onnivoro di Micheal Pollan

Micheal Pollan ne Il dilemma dell’onnivoro ci mette davanti ad uno scenario che in molti scelgono volontariamente di ignorare: per combattere l’Antropocene è fondamentale anche la scelta del cibo che decidiamo di mangiare. Per dilemma dell’onnivoro s’intende la difficoltà nello scegliere cosa inserire nella nostra dieta dal momento che la maggior parte di cibi che ingeriamo sono potenzialmente nocivi e la loro produzione dannosa per l’ambiente. Il fenomeno fu esaminato per la prima volta da scrittori del calibro di Rousseau e Jean Anthelme Brillat-Savarin. Micheal Pollan prende in analisi anche il caso degli americani, in cui il dilemma dell’onnivoro e la sensazione di ansia e perdizione rispetto al cibo è alimentata dal fatto che gli americani mancano totalmente di una tradizione e di una cultura culinaria, mettendo in rilievo il fatto che mangiare è un atto vitale, culturale ed anche politico.

  • Kiss the ground (2020)

Combattere l’Antropocene si può e per farlo si può cominciare ad operare nel nostro piccolo, prestando attenzione a qualcosa che da sempre viene dato per scontato: l’importanza e la cura del suolo; è questo ciò a cui il documentario Kiss the ground aspira. Inoltre, il documentario, per la prima volta, distrugge davanti ai nostri stessi occhi la convinzione che il carbonio non possa essere altro che un nemico nella lotta contro l’Antropocene. Difatti, il carbonio è alla base di un suolo sano e più ne verrà ricondotto nel suolo attraverso la traspirazione delle piante, più l’anidride carbonica presente nell’aria diminuirà. Vogliamo far del bene al nostro pianeta? È ora di piantare un albero, allora!

  • Liberazione animale di Peter Singer

L’ultima lettura che proponiamo qui per prendere consapevolezza in merito alla tematica dell’Antropocene è il saggio Liberazione animale a cura di Peter Singer. Nel saggio Singer cerca di rispondere ad uno dei quesiti più richiesti della storia: gli animali soffrono? Dalla lettura del saggio sembrerebbe proprio che sì, gli animali soffrono e gli esseri umani ne sembrerebbero anche essere ben consapevoli. Attraverso uno sguardo critico che spazia dal linguaggio all’atteggiamento comportamentale, dai casi di esperimenti fatti sugli animali all’agricoltura eccessivamente industrializzata, Singer afferma, in ultima istanza, che la “liberazione animale” potrà essere conquistata solo se cambiamo il nostro atteggiamento, smettendo di mangiare carne e prodotti derivanti da animali. Un gesto che richiederebbe la dimostrazione di un grande altruismo da parte degli esseri umani: pretendere la liberazione degli animali che non possono, da soli, combattere per richiederla. La domanda è: l’essere umano ne sarà capace?

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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