Spesso, immersi nella routine quotidiana, non ci accorgiamo davvero di come funzioni la nostra mente e di come essa reagisca all’ambiente esterno. Potremmo pensare semplicemente che il nostro cervello sia influenzato da ciò che viviamo, e in parte ne siamo consapevoli, ma in realtà la mente opera autonomamente, attraverso meccanismi che sfuggono alla nostra attenzione. Si potrebbe dire che la mente esercita un controllo su se stessa, elaborando continuamente le informazioni che riceve. Anche se non ne abbiamo piena coscienza, la nostra mente può generare quello che viene definito “effetto cognitivo”, un fenomeno sorprendente e, talvolta, misterioso.
Effetto cognitivo Baader Meinhof
L’effetto cognitivo Baader Meinhof consiste in un’illusione cognitiva secondo cui dopo che abbiamo visto o notato un qualcosa di cui prima non eravamo a conoscenza, iniziamo improvvisamente a notarla ovunque.
Il nome Baader-Meinhof si riferisce a uno dei modi in cui veniva chiamata la Frazione dell’Armata Rossa, un noto gruppo terroristico di estrema sinistra attivo nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale. L’origine del termine, in ambito psicologico, risale a uno strano episodio in cui si palesò per la prima volta questa illusione cognitiva: uno scrittore di una testata giornalistica degli anni ’90 scrisse una lettera in cui affermava di aver sentito per la prima volta il nome di questo gruppo terroristico e di averlo poi notato ripetutamente nei giorni successivi.
Effetto cognitivo Dunning Kruger
Il Dunning Kruger è un effetto cognitivo secondo cui le persone con scarse competenze in un determinato ambito tendono a sopravvalutare le proprie abilità, mentre chi possiede un alto livello di competenza tende, al contrario, a sottovalutarsi. La causa di questo effetto può derivare dall’incapacità delle persone di riconoscere carenze o mancanza di capacità.
Il nome deriva dai due psicologi sociali, che ne hanno condotto studi approfonditi sull’argomento, collegando i loro risultati a circostanze e citazioni del passato, come ad esempio Socrate. Con la famosa frase di Socrate «So di non sapere» si può sostenere la teoria di questo effetto cognitivo, ovvero una persona come il filosofo sa di non avere una determinata conoscenza, che lo spinge al voler conoscere ancora di più.
Effetto placebo
Il placebo è una sostanza priva di reali proprietà curative. Nonostante non sia un farmaco vero e proprio, viene comunque utilizzato in ambito medico, somministrato solitamente sotto forma di pillola o soluzione liquida. Da qui l’effetto placebo: le condizioni del paziente che assume tale sostanza, priva di efficacia farmacologica, possono effettivamente migliorare, e questo perché il paziente ripone fiducia nella terapia e assume un atteggiamento mentale positivo. Di conseguenza, partendo da questo presupposto, il malato si autoconvince che il placebo abbia realmente proprietà curative che possano guarirlo, attivando meccanismi psicologici e fisiologici che contribuiscono al miglioramento. Tuttavia, il fenomeno può anche manifestarsi in senso opposto, dando origine al cosiddetto effetto nocebo: in questo caso, la convinzione che un trattamento possa causare effetti negativi può effettivamente peggiorare il quadro clinico, dimostrando ancora una volta quanto la mente influenzi profondamente il corpo.
Effetto Mandela
L’effetto Mandela è un fenomeno psicologico secondo cui una gran parte di persone afferma di avere dei ricordi simili o ricordi di eventi che però non sono mai accaduti o esistiti.
Questi falsi ricordi, per la maggior parte delle volte, li abbiamo su film, serie tv, canzoni o loghi di marchi importati: varie persone ricordano un dettaglio preciso della scena di un film, che in realtà non è mai esistito. La spiegazione del perché la nostra mente agisca così potrebbe risiedere nel fatto che i falsi ricordi sono, in parte, reali: sono ricordi alterati oppure un risultato della combinazione di vari frammenti provenienti da diverse esperienze, che danno origine a ricordi di eventi mai realmente accaduti.
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