Gruppi sanguigni in Giappone: dimmi che sangue hai e ti dirò chi sei
Ketsuekigata: perché in Giappone ti chiedono il gruppo sanguigno?
Se parlando con una persona giapponese vi sentite porre la domanda “Qual è il tuo gruppo sanguigno?“, non stupitevi. È una domanda comune che, per trovare un equivalente nella nostra cultura, potremmo paragonare a “Di che segno sei?”. Questa curiosità deriva da una credenza molto radicata secondo cui la personalità, il carattere e persino l’affinità di coppia dipendano dal proprio gruppo sanguigno. Questo sistema, noto come 血液型 (ketsuekigata), non ha alcuna base scientifica. Nonostante ciò, è così popolare che in televisione vengono trasmessi oroscopi basati proprio sui gruppi sanguigni in Giappone.
Le origini del ketsuekigata: da studio scientifico a credenza popolare
Tutto ebbe inizio quando il medico austriaco Karl Landsteiner scoprì i gruppi sanguigni nel 1901. Successivi studi etnologici, purtroppo, furono distorti per alimentare teorie di supremazia razziale. Anche il Giappone imperiale cavalcò quest’onda, incaricando il professore Takeji Furukawa di approfondire l’argomento per scopi politici e militari. In uno studio controverso, Furukawa tentò di spiegare la ribellione della popolazione di Taiwan (all’epoca colonia giapponese) rispetto alla docilità del popolo Ainu attraverso la diversa distribuzione dei gruppi sanguigni. Questa teoria perse credibilità negli anni ’30, ma fu riportata in auge negli anni ’70 da un giornalista che, pur non avendo competenze mediche, pubblicò libri di enorme successo sulla correlazione tra gruppi sanguigni e personalità, trasformando un’idea pseudoscientifica in un fenomeno culturale di massa.
Personalità e gruppi sanguigni in Giappone: le 4 tipologie
Nonostante la totale assenza di prove scientifiche, la credenza è ancora viva e vegeta. Vediamo quali caratteristiche vengono associate ai diversi gruppi sanguigni in Giappone.
Gruppo A (a-gata): il coltivatore preciso e ansioso
Coloro che appartengono al gruppo A sono considerati persone serie, fedeli e precise. Vengono associati all’archetipo del “coltivatore” (nomin), per il loro carattere gentile, riservato e rispettoso delle regole. Tuttavia, sotto questa facciata calma si nasconde un’anima fragile e una tendenza al nervosismo. È il gruppo sanguigno più comune tra la popolazione giapponese.
Gruppo B (b-gata): il nomade creativo ed egoista
Chi appartiene al gruppo B è visto come intraprendente, energico e passionale, l’archetipo del “nomade” (yubokumin). Sono individui creativi e curiosi, ma i loro difetti includono una certa inaffidabilità e una mancanza di rispetto per le regole, rendendoli l’esatto opposto del gruppo A. Vengono spesso etichettati come egoisti e imprevedibili.
Gruppo AB (ab-gata): l’enigma razionale e ingegnoso
Il gruppo AB è un mix enigmatico dei tratti di A e B. Sono persone dotate di grande raziocinio, che riescono a vivere in armonia con la società pur mantenendo un tocco di originalità. Considerati misteriosi, a volte doppiogiochisti, sono anche visti come i più ingegnosi, capaci di un pensiero logico e creativo. Sono il gruppo sanguigno più raro.
Gruppo 0 (o-gata): il guerriero sociale e leader nato
In Giappone, il gruppo 0 è spesso considerato il migliore, l’archetipo del “guerriero” (senshi). Le persone con questo gruppo sanguigno sono descritte come socievoli, ottimiste, comprensive e carismatiche. La loro naturale inclinazione a prendere il comando delle situazioni li rende dei leader nati, generosi e resilienti, sebbene a volte possano risultare un po’ arroganti.
Bura-hara: la discriminazione basata sui gruppi sanguigni
Come per ogni stereotipo, anche la credenza dei gruppi sanguigni in Giappone ha un lato oscuro e spiacevole. Si è arrivati a parlare di bura-hara (ブラハラ), una forma di molestia e discriminazione basata sul sangue. Questo pregiudizio può influenzare la scelta di un partner o, ancora più grave, le decisioni in alcuni luoghi di lavoro, dove può capitare che i datori di lavoro assumano dipendenti basandosi su queste infondate teorie. Questa pratica, sebbene illegale, dimostra quanto profondamente questa credenza possa influenzare negativamente la vita delle persone, in particolare quelle con sangue di tipo B, spesso etichettate ingiustamente. Perciò, la prossima volta che vi capiterà di parlare con un giapponese, siate pronti a rispondere, ma anche a riconoscere la complessità culturale che si cela dietro una domanda così semplice.
Fonte in evidenza dell’articolo Gruppi sanguigni in Giappone: personalità e non solo: Pixabay