Mercante in fiera: come si gioca, regole e storia di un classico

Mercante in fiera: come si gioca, regole e storia di un classico

Il Mercante in Fiera, conosciuto in Italia come gioco televisivo, è andato in onda già nel 2006 sulla rete Italia 1. Riproposto nell’anno corrente su Rai 3 come terza edizione, è da sempre un divertimento per grandi e piccini. I presentatori, assieme alle figure colorate sulle carte, hanno attirato l’attenzione degli spettatori, i quali restano incollati allo schermo della loro televisione per uno spettacolo divertente ed interessante. In realtà la storia del Mercante in Fiera risale a un gioco da tavolo ben più antico rispetto alla riproposta del game show

Come si gioca al Mercante in Fiera?

La trasmissione televisiva precedentemente citata, proviene da un gioco di carte già presente. Il numero di partecipanti non ha importanza poiché il maggior numero di giocatori promette il divertimento assicurato.
Il gioco di carte presenta due mazzi da 40 carte, ben distinte sia sul dorso che dal lato opposto sul quale sono presentate le medesime figure replicandole per i due mazzi. Si distribuiscono le carte, trovando un numero adeguato di carte; un po’ come il gioco della tombola ogni carta ha un valore stabilito dai giocatori. Nel gioco del Mercante in Fiera si sceglie un nuovo personaggio, il banditore, prende un numero di carte e lo pone a vista degli altri giocatori. I giocatori, quando vengono presentate le carte, iniziano l’asta, dove viene posta l’offerta per le carte presentate.
Dopo la vendita delle carte rimaste “invendute”, dall’altro mazzo vengono tolte alcune carte che costituiscono quelle vincenti. Ogni carta vincente viene ben disposta con il suo montepremi, e si ha la possibilità di vendere tra i giocatori le carte e scambiarsele se lo si reputa opportuno. L’esclusione della carta da parte del giocatore prescelto, costringe gli altri giocatori a eliminare le carte uscite dal mazzo.
Alla fine del gioco, le carte prescelte al di fuori del marzo – che fungono da montepremi – vengono scoperte e definiscono chi è il vincitore del gioco del Mercante in fiera.

Le origini del Mercante in Fiera si attribuiscono al nord Italia, precisamente in Lombardia. Si è affermato più volte che il gioco sia ispirato alle trattative dei commercianti, impiegati nella vendita di oggetti e nel baratto; azionando l’astuzia di un buon mercante che sa di aver fatto un ottimo affare scambiando la carta giusta.
L’origine del gioco da tavolo si aggiudica intorno al diciannovesimo secolo, ma si ritiene esso abbia delle radici che risalgono a Wolfgang Amadeus Mozart, il quale citò il gioco del Mercante in Fiera e cos’è, in una lettera del 1700.
Come è stato già citato precedentemente, il gioco prese un risvolto televisivo con il presentatore Pino Insegno assieme alla Gatta nera. La figura della Gatta nera ha da subito suscitato un cattivo responso dal pubblico, nel 2006 ruolo attribuito a Ainett Stephans, modella e showgirl. La Gatta nera ha suscitato molte critiche, poiché il vecchio conduttore l’aveva definita non idonea al ruolo poiché erano passati molti anni. Di fatto Ainett rispose che Pino le stava facendo Age-shaming, ovvero «l’essere troppo vecchia per interpretare la Gatta nera».
Il programma televisivo è stato un trampolino di lancio per le famiglie spettatrici, che in fretta e furia hanno acquistato la loro versione e in alcune serate natalizie è divenuta una vera e propria tradizione come tombola.

Al giorno d’oggi sono state riproposte anche delle versioni digitali del Mercante in Fiera, che permettono di giocare tramite vari dispositivi anche a distanza.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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