Introduzione alla musica classica: 2 artisti per iniziare

Introduzione alla musica classica: 2 artisti per iniziare

La musica classica è uno dei generi musicali più antichi ed ancora in vita mai creati dall’uomo e, nonostante abbia subìto un calo di interesse nell’ultimo secolo, rimane sempre molto ascoltata e con un ampio pubblico in tutto il mondo, in particolar modo in Europa.

Rappresenta tutt’oggi un genere musicale importantissimo, perché è proprio grazie alla sua esistenza che nel XX e XXI secolo sono nati la maggior parte dei generi musicali contemporanei.
Certo che definire “musica classica” come un genere unico crediamo sia alquanto riduttivo, in quanto esistono numerosi compositori anche molto diversi tra loro, con stili ed influenze completamente divergenti. Perciò è giusto definire musica classica come un termine ombrello che racchiude un periodo storico molto importante che riguarda la cultura occidentale che si canonizza generalmente dalla morte di Bach, nel 1750, fino a quella di Beethoven nel 1827, identificando questo lasso di tempo come la Golden Age, dove nacquero tra i più importanti componimenti.

Quando si parla di musica classica però si tende a pensare sempre ai soliti compositori che sono famosi in tutto il mondo come Mozart, Beethoven, Bach, Chopin, Wagner, Verdi, ecc.
Si tende quindi spesso a tralasciare tantissimi compositori che hanno fatto la storia e hanno creato dei veri e propri capolavori immortali che però, per qualche strano motivo, sono molto meno conosciuti.
Ecco perché vogliamo consigliarvi due artisti molto meno noti ma altrettanto importanti che sono ideali per chi è alle prime armi col genere e vorrebbe perciò approcciarcisi per la prima volta:

Antonio Vivaldi

Il compositore italiano più noto ma soprattutto uno dei più importanti nella storia della musica classica, conosciuto per i suoi componimenti per violino. Viene considerato il padre della musica barocca in quanto influenzò tantissimi artisti, tra cui il massimo esponente barocco Johann Sebastian Bach.
Nonostante nel corso della storia molti suoi componenti andarono perduti, adesso abbiamo testimonianza di circa 500 pezzi: 300 sono realizzati per uno o più violini, 40 per fagotto, 25 per violoncello, 15 per oboe e circa 10 per flauto.
Il suo lavoro servì a perfezionare quello che sarebbe poi diventato il famoso concerto in tre movimenti: aiutò a stabilire la nuova struttura veloce-lento-veloce, con quindi un cambio di ritmo. Abbiamo un’apertura con un movimento veloce (ad esempio Presto o Allegro), nella sezione centrale un movimento lento (ad esempio Adagio) ed infine una chiusa con un ritorno ad un movimento veloce.

Basti pensare a questo per capire che anche la maggior parte della musica contemporanea di vario genere (pop, rock, ecc.) segue spesso e volentieri proprio questo iter sinfonico.
Ma ovviamente il componimento per cui Vivaldi è maggiormente ricordato è sicuramente il suo Le Quattro Stagioni, interamente in violino, con ogni concerto che descrive tutte le stagioni all’interno di un anno solare. 

Sergei Rachmaninoff

Compositore russo, pianista e conduttore. Poco popolare durante la sua epoca, criticato da gran parte dei suoi contemporanei, addirittura bandito durante l’URSS con l’accusa «Questa musica è un violento nemico dell’Unione Sovietica».
Infatti la Prima Sinfonia, composta nel 1896, venne pesantemente sommersa di critiche e questo causò lo stesso Rachmaninoff a cadere in una profonda depressione.
Per questo lui decide di lasciare la Russia e da lì in poi comincia questo suo viaggio artistico dove raggiunge il suo apice con Concerto n.2 nel 1901, definito da molti come il suo capolavoro definitivo ed uno dei concerti per pianoforte più famoso di sempre.

Come ogni concerto, anche qui abbiamo una struttura tripartita che ricalca appieno il concerto barocco vivaldiano, con il primo movimento che è Moderato, il secondo è un Adagio sostenuto ed il terzo riprende il tono iniziale con un Allegro scherzando. La parte più celebre è proprio l’ultima, Allegro scherzando, che presenta un tema molto vivace e saltellante ma con un’atmosfera più ironica, che coinvolge non solo il pianoforte ma anche viole ed oboe che si alternano ad un accompagnamento musicale a piena orchestra.

Immagine in evidenza: pixabay.com

A proposito di Bassano Vincenzo

Laureato in Lingue e Culture Comparate presso l'università L'Orientale di Napoli. Specializzato in lingua e letteratura inglese e giapponese. Grande appassionato di cinema, videogiochi, anime e fumetti.

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