Il lato oscuro dei videogiochi: quando bisogna stare in guardia

Il lato oscuro dei videogiochi

Qual è il lato oscuro dei videogiochi nei confronti del quale bisogna stare in guardia?

I videogiochi sono oggigiorno uno dei medium d’intrattenimento più utilizzato nel mondo, sia dai più giovani ma spesso e volentieri anche dai più grandi. Tra i non addetti ai lavori, ovvero i non videogiocatori, non è raro sentire molte opinioni e teorie assolutamente non edificanti per quanto concerne il mezzo videoludico, spesso delle vere e proprie menzogne, spesso delle iperboli ma che forse, nel loro nucleo più profondo nascondono un pizzico di verità.
Partiamo dal presupposto che è stato provato da numerosi studi in ambito scientifico e psicologico che i videogiochi portano, nella maggior parte dei casi, a dei benefici sia fisici che mentali. 

I giochi possono sicuramente essere istruttivi.

  • Molti videogiochi necessitano di una comprensione abbastanza avanzata dell’inglese, in particolare i GDR che spesso sono privi di adattamento in italiano, e quindi spingono il videogiocatore a migliorarsi e a imparare nuovi vocaboli, espressioni, forme grammaticali;
  • Non è raro inoltre imparare intere nozioni di storia grazie ad alcuni videogiochi come la famosa saga di Assassin’s Creed, che ripercorre con incredibile fedeltà particolari periodi storici come la Rivoluzione francese, il Rinascimento italiano, la Londra Vittoriana in piena Rivoluzione industriale, così come molti ragazzi si sono appassionati alle varie guerre mondiali giocando a titoli come Call of Duty e Battlefield;
  • È stato provato scientificamente che giocare ai videogiochi competitivi o comunque molto frenetici aumenta di un certo range i riflessi dando quindi delle agevolazioni anche nella sfera fisica;
  • Molti titoli servono a fare una grandissima sensibilizzazione su tematiche che spesso vengono accantonate nell’educazione come le conseguenze che derivano dalla guerra come nel videogioco This War of Mine, che si focalizza non tanto sull’aspetto militare e politico delle battaglie ma sull’esperienza dei civili che vengono coinvolti in queste stragi e fa comprendere realmente cosa significa sopravvivere ad uno scontro armato;
  • Con lo sviluppo recente della realtà virtuale continuano ad essere creati nuovi videogiochi e software che trovano un reale utilizzo in campo medico e tantissime aree professionali e che permettono quindi l’evoluzione in tutti questi settori.

Questi sono solo alcuni dei lati positivi che derivano dai videogiochi. Riteniamo però opportuno approfondire, per coloro che non hanno una grande conoscenza relativa al mezzo, quelli che potrebbero essere i rischi e i pericoli legati ad essi.
Partiamo dal presupposto che anche i coltelli che noi abbiamo in cucina potrebbero essere utilizzati per fare del male. Il tutto dipende semplicemente dall’utilizzo che noi ne facciamo. Non bisogna quindi demonizzare il mezzo, piuttosto bisogna prendere consapevolezza sul suo giusto utilizzo. Di seguito il lato oscuro dei videogiochi del quale si sente troppo poco parlare.

“Smetto quando voglio”
Una frase che si sente spesso in varie situazioni: un fumatore, un soggetto affetto da obesità, un videogiocatore. Ebbene sì, purtroppo è un fenomeno che può effettivamente succedere (specialmente in alcune popolazioni come quella asiatica): videogiocatori che, consapevolmente ma spesso anche inconsapevolmente, spendono ogni singolo giorno svariate ore, arrivando anche alla doppia cifra, incollati allo schermo di un pc o davanti ad una console.
Come viene riportato da vari studi scientifici i videogiochi possono creare dipendenza su alcuni soggetti particolarmente fragili e talvolta finire anche in tragedia. Molto famoso fu il caso mediatico di Lee Seung Seop, un uomo sudcoreano che amava giocare a World of Warcraft, ogni giorno per svariate ore. Più avanti, cominciò a giocare compulsivamente ad un altro titolo chiamato Starfield, nel quale, dopo una sessione continua di 50 ore senza bere o mangiare, il ragazzo si accasciò sulla sedia e morì.
Casi che sono capitati molto raramente, ma quanto basta per attirare l’attenzione del mondo su questa particolare tematica. Infatti, nel maggio del 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato ufficialmente la dipendenza da videogiochi come una vera e propria patologia mentale. I soggetti più vulnerabili sono giovani ragazzi di un’età compresa tra i 13 e i 25 anni e, anche se si parla di percentuali estremamente piccole, è giusto mettere in guardia i genitori su eventuali rischi di questo lato oscuro dei videogiochi: la dipendenza.

Le micro-transazioni
Fenomeno che colpisce ormai gran parte dei videogiochi, soprattutto la categoria dei free-to-play online. Tramite uno shop interno, il gioco stesso invoglia spesso il videogiocatore a comprare degli items di varia natura per avere delle agevolazioni rispetto agli altri players, oppure per assegnare al proprio personaggio un aspetto diverso che gli permette di distinguersi dalla massa. Finché si tratta di pochi euro non c’è assolutamente nulla di male ma, come ogni cosa, l’eccesso porta inevitabilmente a vari problemi.
Anche qui sono stati registrati casi di persone che, perdendo totalmente il controllo, sono arrivate a spendere anche gran parte del proprio stipendio o di quello dei genitori senza nessun tipo di freno inibitorio causando ovviamente gravi difficoltà anche alla famiglia. Si tratta decisamente di un lato oscuro dei videogiochi.

Inattività fisica
Nonostante il discorso relativo al miglioramento dei riflessi, spesso è anche vero che un videogiocatore, spinto dal grande divertimento, decida di tralasciare completamente l’attività fisica a discapito ovviamente del proprio corpo. È giusto perciò alternare la passione videoludica ad attività motorie per evitare di incombere in problemi che sempre più ragazzi presentano, come scoliosi, ernie, malformazioni di varia natura legate alla colonna vertebrale, peggioramento repentino della vista. Rappresenta sicuramente il lato oscuro dei videogiochi più comune.

Isolamento
Soprattutto nei ragazzi di giovane età è possibile che un eccessivo utilizzo dei videogiochi possa portare a isolamento e a una fortissima tendenza all’introversione. Giovani particolarmente fragili che, di fronte a difficoltà nella vita come problemi nella sfera scolastica, nelle relazioni interpersonali, anche in seguito a episodi di bullismo o cyberbullismo, possano trovare un rifugio confortevole e sicuro proprio nei loro giochi preferiti. È ormai molto famosa la figura giapponese dell’hikikomori, “ragazzo tartaruga”, individuo per lo più adolescente che decide spontaneamente di vivere solo ed esclusivamente all’interno delle mura della proprio cameretta eliminando ogni contatto col mondo esterno. Ovviamente anche in questi casi estremi non bisogna  assolutamente demonizzare i videogiochi che, come precedentemente detto, sono solo un mezzo. Come sappiamo infatti, si parla di soggetti spesso molto fragili e mentalmente instabili con tantissimi problemi pregressi che vedono questo mezzo come unico modo di salvezza. L’isolamento costituisce quindi un pericoloso lato oscuro dei videogiochi.

Oggigiorno, anche nelle generazioni dei cosiddetti boomer, si sta sempre più comprendendo che i videogiochi sono una forma d’arte estremamente complessa e che quindi non bisogna assolutamente confondere la passione con l’ossessione. Ci sono tanti aspetti positivi accanto al lato oscuro dei videogiochi.
Se tuo figlio sta passando 2-3 ore su di un videogioco non c’è sicuramente bisogno di allarmarsi. Se però le ore dedicate cominciano a salire a discapito delle relazioni umane e delle performance scolastiche è giusto bacchettarlo ed esortarlo ad altre attività, magari altrettanto salutari.
Moderazione: questa è sicuramente la parola chiave. Anche se quella determinata cosa ci sta portando una grande dose di divertimento, è necessario sempre adottare una via di mezzo. 

Fonte immagine dell’articolo sul lato oscuro dei videogiochi: Wikipedia

A proposito di Bassano Vincenzo

Laureato in Lingue e Culture Comparate presso l'università L'Orientale di Napoli. Specializzato in lingua e letteratura inglese e giapponese. Grande appassionato di cinema, videogiochi, anime e fumetti.

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