Antes que anochezca di Reinaldo Arenas | Recensione

Antes que anochezca di Reinaldo Arenas | Recensione

Pubblicato nel 1992, Antes que anochezca (Prima che sia notte) è il libro autobiografico dello scrittore e poeta cubano Reinaldo Arenas. Quest’ultimo descrive la vita a Cuba, il tempo trascorso in prigione e la fuga verso gli Stati Uniti nel 1980, anno in cui si assiste all’Esodo di Mariel.

Antes que anochezca: la trama

Reinaldo Arenas introduce la lettura di Antes que anochezca con una serie di riflessioni sui suoi ultimi anni di vita, dopo aver scoperto, nel 1987, di aver contratto l’AIDS. Prosegue, poi, con un cospicuo racconto autobiografico, partendo, ovviamente, dall’infanzia, periodo che lui ricorda come il più bello della sua vita. Egli trascorre la fanciullezza in campagna, in uno stato di povertà ma, al tempo stesso, di assoluta felicità e descrive, successivamente, la scoperta della sua omosessualità. Durante la dittatura di Fulgencio Batista, Reinaldo e la sua famiglia si trovano costretti a vendere i propri terreni e a spostarsi in città, a causa di un evidente peggioramento della situazione economica personale. In quegli anni, il protagonista si avvicina al gruppo ribelle che voleva combattere il regime dittatoriale e, per unirsi a loro, decide di scappare di casa. Tuttavia, non molto tardi, nota la facciata ipocrita della Rivoluzione e tutti gli aspetti negativi. Nel frattempo, Reinaldo continua a nascondere la sua omosessualità, frequentando diverse ragazze per non “dare nell’occhio”. Inizia, poi, a lavorare in biblioteca e scrivere libri che vengono pubblicati clandestinamente, destando sospetti nella polizia cubana che, dopo diverso tempo, infatti, lo trae in arresto. La vita in carcere è molto dura e, dopo essere riuscito a trovare una via di fuga, si rifugia per diverso tempo in un bosco. È in questo periodo che inizia a scrivere Antes que anochezca, titolo che egli sceglie proprio perché è costretto a lavorarci durante le ore del giorno, «prima che faccia notte» e che cali il buio. Nuovamente catturato, Reinaldo torna in carcere, per poi essere condotto in un campo di lavoro fino alla fine della pena. Nel 1980, a seguito dell’invasione dell’ambasciata peruviana da parte di più di 10.000 cubani nel tentativo di chiedere asilo politico, Fidel Castro concede ad oltre 100.000 persone la possibilità di partire per gli Stati Uniti D’America. Reinaldo Arenas, dopo aver falsificato il nome sul documento d’identità, riesce ad imbarcarsi e a rifarsi una vita. Tuttavia, le aspettative che aveva riposto in quella che sarebbe stata una nuova vita non coincidono con la realtà con cui si interfaccia, poiché la gente che incontra non crede a ciò che lui ha vissuto sulla sua pelle.

Recensione del libro

Arenas approfitta dei suoi ultimi anni di vita per concludere la sua opera, che è la sua «vendetta contro quasi tutto il genere umano», contro tutte le forme di discriminazione e repressione che visse con terrore, non solo a Cuba, ma anche durante l’esperienza dell’esilio. Risulta patente, quindi, il carattere decisamente avversativo di Antes que Anochezca e, in generale, della sua traiettoria letteraria e il modo in cui il suo mestiere di scrittore assume la forma di una vera e propria lotta politica. L’ultima parte di Antes que anochezca è caratterizzata da sentimenti di nostalgia e gratitudine verso i luoghi e le persone più care. Arenas ricorda la figura materna, si rattrista al pensiero di aver lasciato i suoi amici più cari e intimi, e ricorda con affetto le spiagge cubane e i suoi giorni d’infanzia. La lettera d’addio che Reinaldo pubblica e distribuisce ai suoi amici intimi e affronta temi come la lotta per la libertà e l’attivismo politico, in stretto collegamento con la questione della scrittura, qui intesa come il suo principale strumento per pronunciarsi politicamente a favore della libertà: «Negli ultimi anni […] ho potuto finire la mia opera letteraria […] La lascio dunque come eredità di tutti i miei terrori, ma anche con la speranza che presto Cuba sarà libera […] Il mio messaggio non è un messaggio di sconfitta, ma di lotta e speranza. Cuba sarà libera. Io lo sono già.»

Fonte dell’immagine in evidenza: Amazon 

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