Believe – Conversazioni con Fabrizio Poggi, proposto dalle Edizioni Arcana e scritto da Serena Simula, giornalista e collaboratrice de La Provincia Pavese, è molto più di una lunga e piacevole intervista con il grande armonicista italiano. Il libro si propone di delineare un ritratto accurato e spontaneo dello straordinario cantante-musicista-scrittore Fabrizio Poggi, acclamato dal popolo del blues di ogni dove, ma rimasto integro nella sua disarmante umiltà.
BELIEVE – Conversazioni con Fabrizio Poggi – La recensione
Il curriculum di Fabrizio Poggi vanta una nutrita discografia, una lunga serie di prestigiose collaborazioni – tra le quali quelle con Blind Boys of Alabama, Charlie Musselwhite, Garth Hudson of THE BAND and Bob Dylan, Guy Davis (con cui ha inciso Juba Dance, ben otto settimane al primo posto della classifica dei dischi blues più trasmessi dalle radio americane e nominato ai Blues Music Award come miglior disco acustico del 2022), Eric Bibb, Otis Taylor, Mike Zito, Flaco Jiménez, Bob Brozman, Eric Andersen, The Original Blues Brothers Band (il cui leader Dan Aykroyd ha detto di lui che «è un armonicista da paura!»), Eugenio Finardi, Enrico Ruggeri, Francesco De Gregori, Nomadi e Francesco Baccini -, nonché diversi riconoscimenti tra cui le candidature a Grammy Awards, Blues Music Awards, Hohner Harmonicas Award e Jimi Awards dove, nel 2016, conquista il podio con l’album Texas Blues Voices. Ma Fabrizio Poggi è anche un narratore entusiasta di ciò che vive ed ama condividere, mettendo a nudo la propria anima in queste Conversazioni esattamente come riesce a fare, da anni, sui palchi più prestigiosi del mondo attraverso il suo blues.
Believe è quasi un diario, in cui l’autrice, Serena Simula, è ispirata naturalmente a conversare con Fabrizio Poggi mediante una forma di indagine delicata quanto incisiva, spesso diretta verso l’introspezione. In presenza di un intervistato la cui autenticità non è mai stata minata dai successi raccolti con sudore e passione, il controcanto intimo e mai troppo distaccato dell’intervistatrice rivela l’anima di un’opera osmotica, tra impressioni, sensazioni e riflessioni prive di sovrastrutture.
Sin dall’infanzia di Fabrizio Poggi, sembra che il destino stia già tracciando per l’artista dei solchi decisivi. Le influenze ed incomprensioni familiari, la prima, malconcia armonica conquistata dopo un singolare baratto, un incidente in fabbrica determinante per la riscoperta dei dieci fori, l’incontro fondamentale con Angelina, le esperienze con i vari gruppi tra cui i Chicken Mambo, le delusioni, la depressione e la rinascita: tutto in Believe viene condiviso a due voci e raccontato alla preziosa presenza proprio di Angelina, scrittrice, compagna di vita e di lavoro dell’artista, co-artefice delle più importanti svolte nella storia umana e musicale di Fabrizio.
Oltre che conversatore molto brillante e piacevole, Fabrizio Poggi si rivela ancora una volta un grande conoscitore della storia del blues, citando storia, espressioni idiomatiche ed aneddoti della tradizione musicale afroamericana, tra l’altro confluiti in Angeli Perduti del Mississippi, volume scritto dallo stesso artista e la cui copertina, disegnata da Robert Crumb, è curiosamente legata a un episodio live condiviso con lo stesso genio del fumetto, che Poggi, in Believe, non omette di raccontare.
Believe – Conversazioni con Fabrizio Poggi è infine un libro destinato a risvegliare in ogni lettore un innato e personalissimo senso del blues, rivelando pagina dopo pagina la luminosa forza delle più intime e profonde motivazioni umane e risvegliando il coraggio di inseguirle, saltando su treni immaginari verso il Mississippi, felicemente avvolti dal suono di un’armonica che, come l’arte di questo immenso artista, continua a vibrare dentro e fuori dai dischi.
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