Di morte e d’amore, di Stefania Crepaldi | Recensione

di morte e d'amore

Di morte e d’amore. La prima indagine di Fortunata, tanatoesteta è il romanzo d’esordio di Stefania Crepaldi, editor, consulente editoriale e blogger. L’opera è tra le vincitrici del prestigioso torneo letterario IoScrittore, del Gruppo editoriale Mauri Spagnol.

Di morte e d’amore, il libro

“TIOZZO PIZZEGAMORTI E&F. RENDIAMO ONORE ALLA STORIA DI UNA VITA” è lo slogan delle pompe funebri gestite da Emilio, che Fortunata, sua figlia, chiama “Signor M.”: Signor Morte. Perché Emilio Tiozzo Pizzegamorti è un becchino che ama il suo lavoro, l’atmosfera cupa che aleggia nei funerali, è fiero di muoversi nel funereo mondo della morte. Non come la figlia, che pure lo affianca occupandosi di rendere presentabili i defunti. Fortunata, infatti, è una valida tanatoesteta, dal tocco delicato e dalla sapiente professionalità.
Al contrario del padre, Fortunata (protagonista di Di morte e d’amore) soffre di quel continuo contatto col dolore, odia essere associata al lutto. A Chioggia, dove vive con il padre e l’amata nonna – di cui porta il nome –, sente il peso degli sguardi dei suoi concittadini, nota i loro gestacci, le maldicenze e le grattatine scaramantiche che si sprecano a ogni suo passaggio. Percepisce di appartenere alle “reiette della società”.

In casa la situazione non migliora. Anche lì il lutto è costante. Emilio vede nella figlia i connotati della moglie, Elisa, persa tanti anni prima. La sua è una lotta continua – e ossessiva – per non perdere anche sua figlia.

“Sospiro affranta, perché il punto sta tutto qui: mio padre non riuscirà mai a piangere del tutto la mamma visto che non condivide con nessuno il peso della sua morte. Dovrei essere io quel qualcuno, ma non la ricordo abbastanza. Il mio vuoto è stato colmato dalla presenza materna e generosa della nonna.
Alla sua, di morte, non posso pensare nemmeno lontanamente.
«Mi dispiace» sussurro a fior di labbra. Una delusione, ecco quello che sono per mio padre”.

L’occasione per cambiare vita arriva quando Fortunata viene scelta per un periodo di apprendistato presso il miglior catering di Venezia, quello dei fratelli Lorenzo e Lucio Mengolin.
Il grande sogno di Fortunata, infatti, è la pasticceria, passione coltivata grazie ai preziosi insegnamenti dell’amico Mario, pasticciere settantenne. Tuttavia, deve farne segreto, perché non può creare deliziosi pasticcini chi con quelle mani trucca i morti. A tal punto che, per candidarsi, è costretta a camuffare la sua identità.
Nonostante le cattive premesse, Fortunata riesce a farsi notare per la sua bravura durante un importante evento presso l’hotel Danieli: il matrimonio tra la figlia di una famiglia nobile veneziana e il giovane rampollo di un magnate di Padova.
Durante i festeggiamenti, subito dopo l’assaggio della torta, il padre della sposa si sente male e muore. L’uomo è Antonio Forcola, sessantenne di Chioggia, proprietario e socio fondatore della Boscolo Spa. Possedeva decine di aziende, era famoso per il commercio del pesce in Italia e nell’Est Europa. La sua azienda, però, come la sua famiglia, nasconde molti segreti e ha molti nemici…

È su questi che Fortunata, suo malgrado, dovrà indagare. È stata costretta dagli eventi, perché, nella confusione del momento, per una sorta di deformazione professionale, ha toccato il corpo del defunto. Per rendere anche lui “presentabile”. Con quel gesto è finita nella lista degli indiziati. Anzi, sembra proprio che qualcuno voglia incastrarla.
Dovrà muoversi con cautela, come un’infiltrata, per ricostruire i fatti e provare la sua innocenza.
In questa delicata missione sarà affiancata da Vito Sabelli, giovane e avvenente finanziere pugliese, dal quale sarà complicato staccarsi…

Genere e stile

Di morte e d’amore, edito IoScrittore, è un thriller o, come propone l’autrice, una commedia nera:

«È stata la mia editor la prima a definire il romanzo “black comedy” e devo dire che mi ha inorgoglito parecchio, perché non avevo pensato a questo preciso sottogenere. In breve, la commedia nera è un tipo di storia in cui si fa largo uso di umorismo nero, un modo per spingere i lettori a ragionare su tematiche impegnative e scomode, come la morte nel mio caso. Ovviamente la parte della commedia smorza i toni drammatici del tema».

In effetti, la protagonista, pur travolta da giornate dettate dall’attesa del prossimo funerale e pur vittima dell’infelicità, riesce sempre a risollevarsi, talvolta con lucida autoironia. A tratti, anzi, appare anche buffa.
L’incontro con Vito, poi, dà all’opera le sfumature del romance.

La penna della Crepaldi è attenta, sapiente, ordinata; e geniale, lì dove rende Chioggia personaggio a tutti gli effetti. Si chiama Clodia, antico nome della città, e parla, con un tono quasi poetico, negli intermezzi tra i capitoli. La “piccola Venezia” di Carlo Goldoni partecipa attivamente agli eventi e offre al lettore una panoramica storica della città. Ne spiega i movimenti culturali, i bagliori del passato, le evoluzioni linguistiche.
Oltre alla trama originale, lo stile dell’autrice è apprezzabile per i dialoghi, non posticci, ma che rispecchiano il parlato quotidiano.

L’autrice

Stefania Crepaldi è nata ad Adria nel 1987. Laureata all’Università degli Studi di Pisa, è da sempre appassionata di letteratura e scrittura, al punto da farne il suo lavoro. Ha aperto un blog, www.editorromanzi.it, propone corsi e video tutorial; oggi dirige l’agenzia editoriale Editor Romanzi, dove lavora come chief editor di narrativa e consulente editoriale. È autrice del manuale “Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo” (Dino Audino Editore, 2021). Nel 2020, con Di morte e d’amore. La prima indagine di Fortunata, tanatoesteta, ha vinto il prestigioso torneo letterario IoScrittore (Gruppo GeMS).

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A proposito di Irene De Dominicis

Nata nel 1996, diplomata al liceo classico, laureata in Filologia Moderna alla Federico II. Appassionata di libri, editoria e scrittura creativa. Mi occupo di editing, correzioni di bozze e valutazioni editoriali. Scrivo, tentando di farlo per mestiere.

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