Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone | Recensione

Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone

Dove non mi hai portata è un romanzo pubblicato nel 2022 dalla poetessa, scrittrice, giornalista, interprete (e molto altro) Maria Grazia Calandrone. L’opera ha avuto un successo immediato che l’ha portato a ricevere importanti riconoscimenti come il Premio Einaudi Supercoralli 2022, finalista al Premio Strega, il Premio Sila, il Premio Vittorini e il Premio Pozzale. Inoltre Maria Grazia Calandrone scrive sul giornale il Corriere della Sera e in numerose riviste di poesia

La trama de Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone

Dove non mi hai portata ricostruisce la vita di Lucia, madre biologica della stessa autrice Maria Grazia Calandrone, e del suo compagno Giuseppe. Il romanzo autobiografico inizia come un vero e proprio reportage sulla cronaca che ha portato la madre dell’autrice ad abbandonarla a Villa Borghese a soli 8 mesi, per poi suicidarsi nelle acque del Tevere. La giovane coppia, infatti, nel 1965, scappava dal sadico marito di Lucia ma, arrivati a Roma, per circostanze ignote scelgono di uccidersi nella speranza che Maria Grazia possa trovare una famiglia che si prenda cura di lei. Più di 50 anni dopo quell’orfana è diventata una donna e una madre, alle prese con un passato traumatico. Decide quindi di mettersi in viaggio per ricostruire pezzo per pezzo quell‘infanzia tradita e cercare di capire cosa sia realmente accaduto a sua madre

La recensione de Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone

Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone potrebbe essere esplicato dal suo semplicissimo sottotitolo: Mia madre, un caso di cronaca. Perché l’autrice sceglie di partire proprio dalla cronaca dei fatti, creando un vero e proprio reportage lirico, poetico ma non melenso, reale ma non asettico. Di Lucia non ha alcun ricordo, eppure scava nei luoghi che l’hanno vista crescere, soffrire ed anche innamorarsi alla fine. Traspare chiaramente dalle pagine questa voglia incondizionata di amare questa madre di cui niente sapeva e di cui ora cerca di immaginare pensieri e paure. Ci sono libri che toccano le corde più profonde del nostro io, perché ci mettono dinanzi le verità più scomode della vita. Se sei una bambina, divenuta ormai una grande poetessa italiana, e vieni abbandonata da genitori che poi si suicidano nel Tevere, raccontare, riavvolgere il nastro della tua esistenza e cercare di donarle una nuova lettura, costa tanta fatica. Eppure, attraverso una prosa di delicato lirismo, Maria Grazia Calandrone in Dove non mi hai portata, è proprio questo che fa, offrendoci a nudo la sua storia. Non esplicita è anche la critica del romanzo all’arretratezza della società italiana e alle conseguenze del boom economico

Fonte immagine in evidenza: Einaudi Editore 

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