Dove si nascondono le rondini, l’esordio di Enrico Losso | Recensione

Dove si nascondono le rondini, l'esordio di Enrico Losso | Recensione

Dove si nascondono le rondini è il libro d’esordio di Enrico Losso, edito da Garzanti editore. Ambientato in un periodo storico difficile, quello degli anni di piombo, il romanzo è il racconto della crescita di Lamberto, un ragazzo sulla soglia dell’adolescenza, che incontra una donna con una pistola in una casa abbandonata e, come capita con gli incontri spaventosi, la sua vita da lì non sarà più la stessa.   

L’autore

Enrico Losso è nato a Vittorio Veneto nel 1974 e abita a Ferrara. Lavora come impiegato amministrativo all’Università di Bologna. Appassionato di storia e di libri,  Dove si nascondono le rondini è il suo romanzo d’esordio.

Dove si nascondono le rondini, il viaggio di formazione di Lamberto

Lamberto è giovane e ha quell’età in cui spesso più che camminare, si scappa. Lui, per farlo, ha il vantaggio delle due ruote, la sua amata bici, Arancia Meccanica, che lo salva dai ritardi, dalle sfuriate di un padre che di lui vede solo i voti a scuola, dalle beffe dei compagni, i Lupi Matti. Lamberto detto Lamb, che in inglese significa agnello, è quello che fugge, è quello a cui viene organizzato uno scherzo crudele perché non si espone, non reagisce. Poi un giorno Lamberto incontra una donna con una pistola che abita una casa abbandonata, e il suo movimento s’inverte. Quella casa lo attrae, vuole scoprire cosa succede lì dentro, chi nasconde, se quella donna è in pericolo. Così Lamberto smette di fuggire, e inizia invece a rincorrere. Inizia a frequentare quella casa, nonostante la donna, nonostante la pistola. 

«Lamberto si alzò in piedi spazzolandosi i pantaloni. Le arrivava circa al mento. Cercò di sostenere lo sguardo, ma dopo due secondi i suoi occhi franarono.»

I due si vedono, ma non solo, si guardano davvero; Lamberto nonostante i suoi occhi bassi, riesce a vedere in lei qualcosa che a lui manca, che non ha ancora raggiunto. Lei vede in Lamberto quello che ancora in lui non è sbocciato. Ma Irene, la donna misteriosa, nasconde qualcosa. Perché si trova da sola in una casa abbandonata, tra l’altro ferita? E chi sono i brigadisti? Per suo padre, maresciallo, solo degli assassini. Irene, quella donna tanto coraggiosa, può realmente essere un’assassina?

La crescita di Lamberto avviene per opposizione e contrasti; col padre autoritario e impenetrabile, coi compagni, visti nella debolezza di chi deve affossare gli altri per affermarsi. Con Irene, tanto impavida e che è riuscita a penetrare oltre il bambino spaventato che Lamberto appare.

Nel suo prezioso album da disegno, Lamberto custodisce gelosamente la sua personale visione del mondo; creature ibride, per metà uomini e per metà animali; qui Irene prende le sembianze di una rondine, tanto elegante quanto indipendente. Così a definirsi è anche Lamberto, forse anche lui un ibrido, come lo sono i suoi disegni, stabilendo la sua personale scala di valori, mischiando come è abituato a fare ciò che ai suoi occhi appare più giusto. 

«Tolse le mani dalle tasche, Le osservò. Le macchie di colore sulla punta dell’indice e sul palmo. Le dita lunghe, magre. I polsi che sembravano più grossi. Assomigliavano alle mani di un uomo. Capaci di strappare la sbarre a una finestra o di cogliere una margheritina fra l’erba di un prato.»

Un romanzo che sfreccia tra le avventure quotidiane di un ragazzo che imparerà col confronto a dare voce al suo coraggio, ripetendo come un abracadabra il verso che il nonno gli aveva insegnato “quello spirito guerrier ch’entro mi rugge”.

A proposito di Carmen Alfano

Studio Filologia Moderna all'università degli studi di Napoli "Federico II". Scrivo per immergermi totalmente nella realtà, e leggo per vederci chiaro.

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